Il progetto realizzato da Jacob Kassay per la Collezione
Maramotti si compone di dieci nuove opere, alcune
installate a parete, altre deposte a terra.
Le tele si presentano come tavole riflettenti che accolgono
presenze fantasmatiche della pittura sottostante e nel
contempo assorbono e restituiscono lo spazio esterno
all’opera. Le tele a terra, elementi scultorei, sono
concepite come rejects: scarti che assurgono a
valore di possibilità/potenzialità.
Il lavoro di Kassay si ancora a una praxis
minimalista in cui il processo industriale nella produzione
dell’opera sottrae il valore di qualità del manufatto per
sostituirlo con quello di oggettualità, rendendolo in un
certo senso intercambiabile.
Gli elementi concettuali del monocromatismo,
dell’oggettivizzazione del pigmento pittorico, della
riflessione di colore, movimento e forma, assumono
centralità nella sua ricerca e vengono codificati e tradotti
in una nuova metafisica della superficie pittorica, in una
nuova forma di astrazione, fortemente lirica, in cui il
riferimento alla fotografia è evidente.
La realizzazione dei suoi lavori prende avvio dalla
preparazione della tela con la stesura di ampie campiture
di acrilico che rendono la superficie impermeabile, per poi
passare alla successiva placcatura d’argento, ottenuta
chimicamente con un procedimento industriale assimilabile
al bagno galvanoplastico che cristallizza gli incidenti della
pittura sulla tela, provocando irregolarità della superficie
argentea. Il processo di placcatura determina inoltre una
combustione/bruciatura dei bordi e delle parti esposte
della tela lungo il perimetro, e la comparsa di zone
disomogeneamente brunite e ossidate sulla superficie
metallica che Kassay non può preventivamente controllare.
Kassay, di formazione fotografica, ha trasposto molte di
queste tecniche nella pratica pittorica. Il processo chimico
di argentatura delle tele è assimilabile all’antico processo
della fotografia su gelatina ai sali d’argento: entrambe le
tecniche producono una trasmutazione in cui la luce
assurge a elemento centrale per la sensibilizzazione del
supporto e nella percezione dell’opera.
La mostra, ad ingresso libero, è visitabile fino al 3 ottobre
2010 negli orari di apertura della collezione permanente.
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, 42124 Reggio Emilia
Jacob Kassay per la collezione Maramotti
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- Loredana Mascheroni
- 27 maggio 2010