Coloro che hanno visitato il Man di Nuoro negli ultimi mesi non sono rimasti indifferenti. Dal 10 luglio il Museo ospita la mostra dedicata a Fabrizio De Andrè. Dal 10 luglio il via vai delle persone è stato ininterrotto, cosicchè gli organizzatori della mostra hanno prorogato per ben due volte la sua permanenza nell'Isola.
C'è qualcosa che lega i sardi al poeta genovese. Sarà il fatto che lui, Faber, aveva raggiunto quella comprensione della Sardegna, che come diceva Giuseppe Dessì, è data solo a un sardo. Sarà il debito morale dovutogli dagli isolani che con lui sembrano aver stretto un patto concorde, come se avessero firmato “le 11 lettere di scuse dei suoi sequestratori”.
La mostra, realizzata da Studio Azzurro, restituisce anche questo. E non è un caso se dico “anche”. Il team di Paolo Rosa, Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi e Stefano Roveda è infatti riuscito a restituire un'immagine di De André che va molto oltre le aspettative del visitatore. Nella mostra si ritrova realmente Faber: vi è il poeta, vi è il ribelle, vi è l'uomo, il bambino, il contadino. Vi è anche il genovese, e vi è il sardo. Così se Studio Azzurro è riuscito ancora una volta a stupire con la ricerca artistica condotta coi linguaggi delle nuove tecnologie, De Andrè è riuscito di nuovo a incantare. Tra i meriti del team della Fabbrica del Vapore vi è anche quello di aver organizzato in maniera coerente il materiale “raccontato” al visitatore nel suo percorso all'interno delle diverse sale. Sì, raccontare è il termine corretto, perché in fondo chi visita la mostra su De Andrè si pone in ascolto di un racconto e si appropria delle sue parole, appese ai muri, proiettate sul pavimento, negli schermi, cantate dalla voce del poeta.
La mostra, che occupa tutti gli spazi del Museo, per volere della Regione Autonoma della Sardegna e della Provincia di Nuoro è gratuita per tutti i visitatori e sarà visitabile fino al 10 gennaio 2010.
Le parole di Faber nel racconto di Studio Azzurro
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- Federica Pau
- 17 dicembre 2009