La Estorick Collection of Modern Italian Art presenta, dal
30 settembre al 20 dicembre, la mostra “Terra incognita:
Italy’s Ceramic Revival”. È la prima volta che la collezione
Hockemeyer viene esposta in Inghilterra. In mostra, una
selezione di circa cinquanta opere che vanno dalla fine
degli anni Venti alla metà degli anni Ottanta, realizzate da
ventitre tra i più famosi artisti e ceramisti italiani: scultori
del calibro di Arturo Martini, Marino Marini, Lucio Fontana,
Fausto Melotti, Leoncillo Leonardi e Giuseppe Spagnulo;
pittori come Roberto Crippa, Gianni Dova ed Emilio
Scanavino; maestri ceramisti come Pietro Melandri, Guido
Gambone, Marcello Fantoni, Pompeo Pianezzola e Carlo
Zauli.
Le opere esposte – sculture, piastre, vasi e piatti –
ripercorrono, tramite la lavorazione dell’argilla,
sessant’anni di evoluzione artistica italiana. La mostra
presenta un’ampia ricchezza di ricerca di stili, idee e
concezioni estetiche, rimarcate anche dalla diversità delle
tecniche e delle dimensioni degli oggetti esposti: dalle
terracotte ai lustri, dalle maioliche al grés, i lavori
spaziano dal piccolo lustro di Pietro Melandri (alto solo
10,7 cm) alla scultura sospesa in maiolica di 2,16 metri
realizzata da Salvatore Meli e presentata nel 1958 alla
XXIX Biennale di Venezia.
La mostra prende il via da Marino Marini e Arturo Martini.
Quest’ultimo prese parte nel 1949 all’esposizione
fondamentale “XX Century Italian Art” al MoMa di New
York. Sono esposte opere dello stesso periodo realizzate
dal ceramista Pietro Melandri che, con una competenza
tecnica assolutamente stupefacente, creò pezzi che che gli
valsero il Gran Premio per la Scultura alla Esposizione
Internazionale di Parigi del 1937.
Un altro momento fondamentale per la storia della
ceramica italiana del XX secolo è ampiamente
rappresentato dalle opere di Lucio Fontana, realizzate fra
gli anni Trenta e Sessanta. La Collezione Hockemeyer
vanta alcune delle sue prime sculture figurative e
neobarocche in terracotta e maiolica degli anni compresi
tra il 1931 e il 1936, insieme a un consistente numero dei
suoi celebri Concetti spaziali, eseguiti dall’artista
in ceramica già nel 1959, ancor prima di trasferirne l’idea
sulla tela.
La mostra comprende anche alcune opere dello scultore
Leoncillo Leonardi, che ne documentano il passaggio dal
periodo neo-cubista dei tardi anni Quaranta alla
partecipazione all’arte informale italiana. Il suo imponente
San Sebastiano Bianco del 1962 è di particolare
impatto nella sua fusione dell’estetica informale con il
“taglio”, elemento centrale nella teoria estetica di Fontana.
Questi lavori occuparono una posizione di primissimo piano
nel suo contributo alla XXXIV Biennale di Venezia del
1968.
Le opere di Fausto Melotti, amico di lunga data di Fontana,
riflettono un approccio scultoreo del tutto personale nei
confronti della materia, che esplora i limiti tecnici del
modellare l’argilla e dell’uso delle tecniche di smaltatura e
cottura, nel tentativo di realizzare composizioni di
carattere poetico-formale.
L’esplosione del movimento dell’arte informale nell’Italia
del dopoguerra è solo uno dei molti moti creativi che
incoraggiarono la sperimentazione nell’arte ceramica tanto
negli artisti quanto negli artigiani. Una stanza è dedicata
ad alcuni pezzi realizzati a partire dagli anni Cinquanta da
ceramisti come Guido Gambone e Leandro Lega, i cui
lavori furono fortemente ispirati dall’arte contemporanea
italiana e internazionale. Di grande interesse sono le opere
di Salvatore Meli e Giuseppe Civitelli, la cui astrazione
pittorica riflette concezioni estetiche di gruppi come Forma
1 e Gruppo Origine, conosciuti a livello internazionale
attraverso i loro rappresentanti principali Pietro Dorazio e
Giuseppe Capogrossi.
Dall’alto: Lucio Fontana, Concetto spaziale, c.
1964; Lucio Fontana, Venere, 1931; Arturo Martini
Laocoonte, 1935; Lucio Fontana, Medusa,
1936; Domenico Matteucci, La Danza delle Sirene,
1956; Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1959;
Leoncillo Leonardi, San Sebastiano bianco, 1962;
Giuseppe Spagnulo, Testa e Cubo, 1962.
Estorick Collection of Modern Italian Art
39a Canonbury Square, London N1 2AN
Tel. +44-20-7704 9522
Da mercoledì a sabato 11:00-18:00, domenica 12:00-
17:00
Giovedì apertura prolungata fino alle 20:00
Chiuso lunedì e martedì
Terra incognita: Italy’s Ceramic Revival
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- Laura Bossi
- 29 settembre 2009