Tutti vogliono una digicam: quale comprare per le vacanze?

Accessorio di stile e al tempo stesso potente dispositivo per ricreare estetiche che pensavamo perse: vi proponiamo una selezione di fotocamere dalla fine degli anni Novanta a oggi tra cui scegliere quella giusta, senza spendere una follia.

Lo smartphone mangia gli oggetti. Li trasforma in funzioni e applicazioni. Ne sublima la fisicità in software. Poi alle volte questi oggetti tornano. L’abbiamo visto con le musicassette e i lettori di minidisc. E con gli stessi telefoni.

Per quanto riguarda le fotocamere compatte, la situazione è un po’ più complessa. In verità, non sono mai sparite del tutto. Ma sono rimaste soprattutto a un livello alto del mercato, indirizzate agli appassionatissimi. Sono tantisismi e super popolari i forum dedicati alle Ricoh GR, una delle famiglie di fotocamerine più decantate di sempre, prima in pellicola e poi in digitale, anche perché le usa Daido Moriyama, uno dei fotografi con più “cred” sui social”. E la compatta flagship di Fujifilm, la Fujifilm x100, aggiornata più volte e arrivata alla sua sesta incarnazione, è sempre esaurita. Ma stiamo parlando di modelli molto specifici e dal costo assai elevato – sopra i mille euro,

Ma quando è successo?

Esiste un luogo dove ci si rende conto molto velocemente di dove sta andando la fotografia. È un mall di Hong Kong, che si affaccia sulla Nathan Road, la “broadway” della megalopoli asiatica. Dentro, è il paradiso del fotografo, un intero palazzo dove piano dopo piano si susseguono gli stall dedicati alla fotografia in ogni suo aspetto. Bene, se prima del Covid dominavano sugli scaffali le compatte a pellicola, se ci siete passati recentemente avrete visto tre tipi di fotocamere che spiccano, tra droni Dji e stock infiniti di obbiettivi Sony: sono le usa e getta, magari con pellicole preimpressionate; le fotocamere istantanee. E tantissime digicam, ovvero le fotocamere digitali compatte. Ovunque, tantissime e con prezzi molto più alti di quelli di qualche anno fa.

Fujifilm X70 (2016)

Attenzione: la gran parte di queste fotocamere sono usate, non sono nuove. Un esempio su tutte: la Canon G7x Mark III, una fotocamera del 2019 che quest’anno è diventata una vera e propria ossessione su TikTok, facendone schizzare il prezzo. Quella vecchia Powershot è diventata il simbolo della riscossa delle digicam. Ma è la punta dell’iceberg: sui social sono tantissimi i reel che mostrano le fotocamere digitali in azione. Spesso in mano a ragazze o ragazzi che non erano ancora nati quando sono state lanciate sul mercato. Nulla di strano per la fotografia, del resto.. quanti fotografi hanno imparato a scattare su una Nikon degli anni Settanta?

Le foto non sono ‘perfettine’ come quelle degli iPhone. Sono piene di errori non corretti dalle AI. Ma poter sbagliare alle volte ti fa sentire libero.

I motivi della riscossa delle digicam sono multipli e complessi. C’è la nostalgia Y2k, il ritorno dei “paparazzi shots”; la riscoperta dell’esperienza fisica, non mediata da uno schermo touch; l’idea di un gadget con status symbol; la tendenza social: su YouTube e TikTok le digicam vanno a valanga; quasi per paradosso, anche il discorso della privacy: le digicam, non sono nel cloud. Tuttte caratteristiche che le rendono degli oggetti perfetti per un viaggio o in generale un periodo di vacanza. Niente ansia di condivisione e la scheda di memoria può restare all’interno della fotocamera trasformandola in una vera e propria macchina del tempo, da riscoprire dopo qualche anno.

Sony RX100 Mark II (2013)

Le fotocamere “estetiche”

In sintesi, possiamo dire che il motivo principale per l’acquisto di una digicam è l’estetica. Estetica dell’oggetto in sé prima di tutto. Perché la fotocamera è diventata un accessorio, un gadget da esibire e portare sempre con sé come un labubu. Modelli come la S01 di Nikon o la sera T di Sony si possono tranquillamente appendere allo zaino o al portachiavi.

L’altra estetica è quella delle foto che queste fotocamere scattano. Non sono “perfettine” come quelle degli iPhone. Sono piene di errori non corretti dalle AI. Ma poter sbagliare alle volte ti fa sentire libero. O sorprenderti dei risultati. In più molte delle fotocamere compatte hanno comandi manuali più facili da capire di quelli di uno smartphone. Infine, c’è il sensore. Oggi la tecnologia dominante su smartphone e fotocamere è quella del Cmos, che sono per lo più prodotti da Sony. Sono sensori molto performanti, capaci di ottimi risultati con scarsa luce e di ottima resa sui video. Ma è proprio la pulizia di questi sensori che ha finito per stancare: foto troppo nitide, troppo corrette, troppo simili tra loro. In risposta, molti fotografi e creator hanno riscoperto il fascino degli errori, delle imperfezioni e dei limiti tecnici che rendevano le immagini meno “perfette”, ma più vive.

Fujifilm X100VI (2024)

Il mito del sensore Ccd

Per tutta la prima fase della fotografia digitale, dominava la tecnologia del Ccd. Oggi l’estetica visuale del Ccd è ricercata perché considerata meno digitale, più nostalgica e vibrante, più vicina al feeling della pellicola. Fotocamere come la Fujifilm FinePix F31fd hanno raggiunto quotazioni impensabili proprio per questa fama di poter produrre foto uniche, che oggi sono impossibili. Altri modelli sono la Canon G9, le prime Ricoh Gr Digital e la Sony Dsc V3, più le splendide Panasonic Lumix che venivano commercializzate anche con brand Leica: tutte hanno moltiplicato il valore in anni recenti, dopo essere state abbandonate nei cassetti negli anni in cui sembrava che l’unica fotografia possibile fosse quella con gli smartphone.

Niente ansia di condivisione e la scheda di memoria può restare all’interno della fotocamera trasformandola in una vera e propria macchina del tempo, da riscoprire dopo qualche anno.

Sono davvero meglio? Sicuramente sono diverse. E fanno parte di un ciclo di tendenze. Magari domani torneremo a scattare massicciamente in pellicola, o spenderemo stipendi per accaparrarci un iPhone 3. Intanto le grandi della fotografia, Canon in testa, stanno tornando con modelli avanzatissimi di fotocamere compatte. Nell’attesa, con un giro tra mercatini della domenica e siti specializzati, con un centinaio di euro o poco più possiamo portarci a casa la fotocamera perfetta per portare a casa lo scatto delle vacanze. Alla fine non conta se è una digicam da 50 euro o una Leica M digitale: l’importante è che il mezzo ci spinga a guardare il mondo in modo diverso da uno swipe.

Nikon Coolpix 950 (1999)

Una fotocamera unica, con corpo in metallo che si ruotava per accenderla. Siamo agli inizi della fotografia digitale per tutti, ma il suo Ccd può ancora regalare soddisfazioni. Non pagatela più di 80 euro.

Fujifilm FinePix F31fd (2006)

Una compatta dall’estetica rappresentativa per i suoi anni ma non particolarmente singolare, e una buona lente, il suo segreto è l’incredibile resa del sensore, con colori vibranti e che ricordano parecchio certi risultati ottenibili con la pellicola. Non pagatela più di 150 euro.

Fujifilm FinePix F31fd (2006)

Una compatta dall’estetica rappresentativa per i suoi anni ma non particolarmente singolare, e una buona lente, il suo segreto è l’incredibile resa del sensore, con colori vibranti e che ricordano parecchio certi risultati ottenibili con la pellicola. Non pagatela più di 150 euro.

Ricoh Gr Digital (2006)

Le piccole e solide compatte Ricoh Gr erano già amatissime ai tempi della pellicola, questo è il primo tentativo di Ricoh di trasformare quel modello in digitale. Non ha un sensore grande come le ultime Gr, di cui è stata appena annunciata la IV, ma è assolutamente formidabile per gli scatti in bianco e nero – per qualcuno impareggiabile nell’ottenere uno stile duro e crudo tipico di certi fotografi giapponesi. I modelli della famiglia GR Digital sono 4, via via più tecnologici, ma questa conserva un fascino unico nei risultati. Non pagatela più di 300 euro.

Ricoh Gr Digital (2006)

Le piccole e solide compatte Ricoh Gr erano già amatissime ai tempi della pellicola, questo è il primo tentativo di Ricoh di trasformare quel modello in digitale. Non ha un sensore grande come le ultime Gr, di cui è stata appena annunciata la IV, ma è assolutamente formidabile per gli scatti in bianco e nero – per qualcuno impareggiabile nell’ottenere uno stile duro e crudo tipico di certi fotografi giapponesi. I modelli della famiglia GR Digital sono 4, via via più tecnologici, ma questa conserva un fascino unico nei risultati. Non pagatela più di 300 euro.

Canon PowerShot S95 (2010)

Una incredibile piccola fotocamera, con un sensore Ccd capace di meraviglie e un anello alla base della lente la cui funzione può essere personalizzata in base alle esigenze. I comandi manuali funzionano molto bene anche grazie alla rotella posteriore. È l’ultima della linea di minicompatte super performanti “S” di Canon, poi purtroppo dismessa, ad avere un sensore Ccd. Non pagatela più di 150 euro.

Canon PowerShot S95 (2010)

Una incredibile piccola fotocamera, con un sensore Ccd capace di meraviglie e un anello alla base della lente la cui funzione può essere personalizzata in base alle esigenze. I comandi manuali funzionano molto bene anche grazie alla rotella posteriore. È l’ultima della linea di minicompatte super performanti “S” di Canon, poi purtroppo dismessa, ad avere un sensore Ccd. Non pagatela più di 150 euro.

Panasonic Lumix LX3 (2008)

Una piccola fotocamera, anche se non esattamente tascabile, nasce da una collaborazione con Leica (che l’ha commercializzata, con qualche cambio, come Leica D-Lux 4). Ha alcune caratteristiche uniche, come il grandangolo da 24mm, assai raro per una compatta dei suoi anni e una ottima lente firmata dalla casa tedesca. Perfetta per fare street o foto di architettura, o anche solo per un viaggio. Non pagatela più di 200 euro.

Panasonic Lumix LX3 (2008)

Una piccola fotocamera, anche se non esattamente tascabile, nasce da una collaborazione con Leica (che l’ha commercializzata, con qualche cambio, come Leica D-Lux 4). Ha alcune caratteristiche uniche, come il grandangolo da 24mm, assai raro per una compatta dei suoi anni e una ottima lente firmata dalla casa tedesca. Perfetta per fare street o foto di architettura, o anche solo per un viaggio. Non pagatela più di 200 euro.

Sony CyberShot T700 (2008)

La famiglia di fotocamere della serie T di Sony ha rappresentato un incredibile compromesso tra miniaturizzazione, qualità e comandi touch, anche grazie alle ottiche Zeiss, molti anni prima che si imponessero i cellulari. Sono tutte eccezionali macchine fotografiche, ognuna con i suoi punti di pregio. Abbiamo scelto la 700 come compromesso tra estetica e qualità: è stata un po’ il canto del cigno delle T con sensore Ccd; l’anno successivo usciva la splendida Sony CyberShot Tx1 con sensore Cmos retroilluminato. Non pagatela più di 120 euro.

Sony CyberShot T700 (2008)

La famiglia di fotocamere della serie T di Sony ha rappresentato un incredibile compromesso tra miniaturizzazione, qualità e comandi touch, anche grazie alle ottiche Zeiss, molti anni prima che si imponessero i cellulari. Sono tutte eccezionali macchine fotografiche, ognuna con i suoi punti di pregio. Abbiamo scelto la 700 come compromesso tra estetica e qualità: è stata un po’ il canto del cigno delle T con sensore Ccd; l’anno successivo usciva la splendida Sony CyberShot Tx1 con sensore Cmos retroilluminato. Non pagatela più di 120 euro.

Canon PowerShot G9 (2007)

Compatta premium con sensore CCD e un corpo da mini reflex. La qualità d’immagine resta ancora ottima, e il look delle sue JPEG ha quel sapore da fotografia digitale “seria” anni 2000. Ha anche il mirino ottico e scatta in RAW. Non pagatela più di 150 euro. 

Minolta Dimage Xt (2003)

Questa ve la consigliamo soprattutto per l’estetica: un piccolo gioiello da portare appeso al collo o alla borsa, con il suo piccolo corpo squadrato, quasi brutalista, e la lente periscopica. La linea Dimage X è stata una delle ultime grandi innovazioni di Minolta, prima di essere “assorbita” da Sony. Non pagatela più di 80 euro.

Nikon 1 V1 (2011)

Il modello che non ti aspetti in questa lista. La linea di ultracompatte Nikon 1 non ha ricevuto, quando è uscita, il successo che la casa giapponese si aspettava. Colpa soprattutto del marketing, o dell’avere messo sul mercato una fotocamera forse troppo avanti per i suoi tempi. Restano i difetti: un sensore non grande (1”, ma è davvero un difetto), un parco ottiche limitato e sulla V1, la prima flagship della serie, pochi comandi manuali. Ma è una fotocamera dall’estetica unica, con un utilissimo mirino ottico e due lenti fisse, il 10mm e il 18.5mm, che corrispondono a un 28 e a un 50, davvero superlativi. Ci sono vari corpi, ma il V1 resta quello più bello e unico, anche se il V2 è sicuramente più funzionale e il J5 è molto, molto versatile. Non pagate il corpo macchina più la lente più di 250 euro.

Nikon 1 V1 (2011)

Il modello che non ti aspetti in questa lista. La linea di ultracompatte Nikon 1 non ha ricevuto, quando è uscita, il successo che la casa giapponese si aspettava. Colpa soprattutto del marketing, o dell’avere messo sul mercato una fotocamera forse troppo avanti per i suoi tempi. Restano i difetti: un sensore non grande (1”, ma è davvero un difetto), un parco ottiche limitato e sulla V1, la prima flagship della serie, pochi comandi manuali. Ma è una fotocamera dall’estetica unica, con un utilissimo mirino ottico e due lenti fisse, il 10mm e il 18.5mm, che corrispondono a un 28 e a un 50, davvero superlativi. Ci sono vari corpi, ma il V1 resta quello più bello e unico, anche se il V2 è sicuramente più funzionale e il J5 è molto, molto versatile. Non pagate il corpo macchina più la lente più di 250 euro.

Olympus C-7070 Wide Zoom (2005)

Compatta prosumer con corpo in lega di magnesio, robusta e piena di controlli manuali. Il suo sensore CCD da 7 megapixel regala colori saturi e profondi, mentre lo zoom 27-110mm equivalente la rende adatta a vari tipi di scatto. Scatta anche in RAW, dettaglio non da poco per una compatta di quell’epoca. Non pagatela più di 120 euro.

Canon PowerShot G7 X Mark I (2014)

È la capostipite della serie G7 X, che ha fatto scuola tra i vlogger e gli amanti delle compatte di qualità. Sensore CMOS da 1 pollice, lente luminosa f/1.8–2.8, file sempre molto puliti ma con la grana e la saturazione tipiche delle prime Cmos di grandi dimensioni. Se la trovi sotto i 300 euro, è ancora una gran macchina.

Canon PowerShot G7 X Mark I (2014)

È la capostipite della serie G7 X, che ha fatto scuola tra i vlogger e gli amanti delle compatte di qualità. Sensore CMOS da 1 pollice, lente luminosa f/1.8–2.8, file sempre molto puliti ma con la grana e la saturazione tipiche delle prime Cmos di grandi dimensioni. Se la trovi sotto i 300 euro, è ancora una gran macchina.

Nikon Coolpix S01 (2012)

La fotocamera più piccola che Nikon abbia mai prodotto: sembra un gadget, ma scatta foto con una resa naïf, piena di glitch e colori saturi. Non aspettatevi qualità, ma puro spirito da social anni Zero. Da appendere al collo o allo zaino come un accessorio. Non pagatela più di 160 euro.

Fujifilm X70 (2016)

Un outsider bellissimo: APS-C, lente fissa 18.5mm f/2.8 (28mm equivalente), compatta e tascabile. Ha il look Fuji nelle JPEG, con simulazioni pellicola e un feeling più “analogico”. Ormai raro, ma un vero cult per chi ama il look vintage con prestazioni moderne. Intorno ai 500 euro usato.

Fujifilm X70 (2016)

Un outsider bellissimo: APS-C, lente fissa 18.5mm f/2.8 (28mm equivalente), compatta e tascabile. Ha il look Fuji nelle JPEG, con simulazioni pellicola e un feeling più “analogico”. Ormai raro, ma un vero cult per chi ama il look vintage con prestazioni moderne. Intorno ai 500 euro usato.

Sony RX100 Mark II (2013)

La RX100 originale ha rivoluzionato il concetto di compatta premium, ma la Mark II aggiunge il sensore retroilluminato e lo schermo inclinabile. Ha un file molto nitido ma ancora non “iperdigitale” come i modelli più recenti. Piccolissima, con una lente Zeiss f/1.8–4.9 che la rende perfetta per viaggi e foto di ogni tipo. Non pagatela più di 250 euro.

Sony RX100 Mark II (2013)

La RX100 originale ha rivoluzionato il concetto di compatta premium, ma la Mark II aggiunge il sensore retroilluminato e lo schermo inclinabile. Ha un file molto nitido ma ancora non “iperdigitale” come i modelli più recenti. Piccolissima, con una lente Zeiss f/1.8–4.9 che la rende perfetta per viaggi e foto di ogni tipo. Non pagatela più di 250 euro.

Panasonic Lumix GM5 (2014)

Per qualcuno è la fotocamera migliore mai creata. Non è una compatta pura ma una delle mirrorless più piccole mai prodotte. Con il piccolo Olympus 17mm f/1.8 (un 35mm equivalente), diventa una macchina da tasca che però monta un sensore Micro 4/3: molto più grande di quelli di una digicam, con una qualità d’immagine paragonabile a quella di una reflex. Il mirino elettronico, microscopico ma presente, la rende ancora più completa. Un’accoppiata perfetta per la street photography o per chi vuole una macchina elegante, discreta ma senza compromessi. Non pagatela più di 700 euro con questa lente.

Canon Legria Mini / Vixia Mini (2013)

Non è propriamente una fotocamera ma una videocamera ultra-compatta pensata per vlog e video personali, che oggi con il suo formato orizzontale e il design da gadget anni 2000 è deliziosamente retrò. Ha una delle estetiche più belle mai viste su una compatta, con un ampio grandangolo fisso e uno schermo ribaltabile perfetto per autoritratti o riprese creative. Uscì con nomi diversi a seconda dei mercati — Legria Mini in Europa, Vixia Mini altrove — e fu seguita da una versione migliorata, la Mini X, con audio potenziato e migliori prestazioni video. Può costare parecchio, non pagatela comunque più di 400 euro.

Canon Legria Mini / Vixia Mini (2013)

Non è propriamente una fotocamera ma una videocamera ultra-compatta pensata per vlog e video personali, che oggi con il suo formato orizzontale e il design da gadget anni 2000 è deliziosamente retrò. Ha una delle estetiche più belle mai viste su una compatta, con un ampio grandangolo fisso e uno schermo ribaltabile perfetto per autoritratti o riprese creative. Uscì con nomi diversi a seconda dei mercati — Legria Mini in Europa, Vixia Mini altrove — e fu seguita da una versione migliorata, la Mini X, con audio potenziato e migliori prestazioni video. Può costare parecchio, non pagatela comunque più di 400 euro.