L’avvento del digitale ha trasformato radicalmente la maggior parte delle esperienze sociali e individuali, compreso lo shopping. Dopo le prime previsioni che ipotizzavano una sostituzione totale dello spazio fisico dedicato al commercio con l’online, a qualche anno di distanza appare chiaro che la trasformazione c’è stata, ma non eliminando i negozi, piuttosto rafforzandone il valore esperienziale, facendo emergere il ruolo del punto vendita come luogo di incontro e scoperta, più che di semplice acquisto.
Oggi il negozio fisico è per i marchi un’opportunità per vendere non solo un prodotto, ma soprattutto la visione dell’azienda in termini di estetica ed etica. I negozi hanno quindi accentuato il valore scenografico dei loro spazi, mentre i venditori continuano ad essere un supporto prezioso nell’esperienza complessiva. Lo stesso Amazon, nato come piattaforma digitale, ha iniziato a esistere anche nelle città, prima con locker automatici, poi con supermercati e negozi riconoscibili dall’insegna del marchio.
Dopo un primo periodo in cui Amazon era utilizzato soprattutto per l’acquisto di oggetti anonimi, ricambi o prodotti molto specifici, la sua offerta si è estesa al cibo, agli elettrodomestici e perfino al grande design.
Questa evoluzione non cancella l’eredità dei grandi progettisti che hanno firmato nei decenni i più importanti showroom di design: Massimo e Lella Vignelli per Artemide a New York, Lella Vignelli per lo showroom di Poltrona Frau a Salerno e a Lecce,oppure a Milano Achille Castiglioni per lo showroom di Flos in Corso Monforte, Mario Bellini per Cassina in Via Durini e Gae Aulenti per Martinelli Luce.
Oggi quello stesso approccio progettuale si traduce nel lavoro degli user experience designer, che definiscono l’esperienza in spazi non fisici, ma percorribili attraverso il movimento delle dita sullo schermo. Così il design si compra anche online, sia usato sui social network come Vinted, sia nuovo, su Amazon. Abbiamo esplorato la piattaforma di acquisti online e abbiamo trovato questi dieci oggetti di design:
1. Philippe Starck, Juicy Salif, spremiagrumi, Alessi
Alle continue domande in merito alla dubbia usabilità dello spremiagrumi, il designer francese cominciò a rispondere che questo oggetto non serve a spremere limoni, ma a innescare discorsi. E dal 1990, quando Alessi lo ha messo in produzione, ha adempiuto alla sua funzione perfettamente, occupando il centro della scena nei dibattiti sul rapporto tra forma e funzione e sul valore politico e narrativo del design e divenendo un’icona indiscussa.
2. Alessandro Mendini, Moka Alessi, caffettiera, Alessi
Giocoso e informale, l’approccio di Mendini al design ha trasformato gli oggetti in aiutanti domestici. La sua versione della caffettiera tradizionale, conserva gli elementi dell’archetipo elogiandone la perfezione formale e del meccanismo, ma lo fa “vibrare” muovendo la superficie con forme tondeggianti.
3. Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari (Toiletpaper), Mirror Lipstick, specchio, Seletti
Specchio o dipinto? Il frutto di questa collaborazione tra Seletti e Toiletpaper costruisce immagini surreali facendo interagire il reale con le immagini stampate. In pieno stile Seletti, è una interpretazione del quotidiano e dell’ordinario in chiave pop.
4. Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, libro
Autore geniale di oggetti e di testi, Bruno Munari cura un dizionario di gesti, raccogliendo le espressioni del corpo fondamentali nella comunicazione non verbale e radicati nella cultura del linguaggio italiano. Ogni pagina è dedicata a un gesto, e associa al movimento della mano una definizione in italiano, inglese, francese e tedesco.
5. Vico Magistretti, Dalù, lampada, Artemide
Magistretti aveva un bassotto e si chiamava Dalù; in suo onore, la lampada formata da due semisfere prese quel nome. Come Eclisse e Atollo è la derivazione di forme pure, frutto del lavoro di sintesi che ha generato tutti i suoi “progetti al telefono”.
6. Arik Levy, Toolbox, porta oggetti, Vitra
Celebra la tradizione industriale questo oggetto da scrivania ispirato alle cassette porta attrezzi e prodotto da Vitra in un materiale completamente riciclato e riciclabile in una palette di colori sgargianti.
7. Anna Castelli Ferrieri, Componibili, mobile contenitore, Kartell
Espressione dell’ingegno che ha reso il design italiano celebre nel mondo, i componibili sono il prodotto più riconoscibile dell’azienda di cui Anna Castelli Ferrieri fu fondatrice insieme al marito Giulio Castelli. Coloratissimi e, ovviamente, in plastica sono pensati per incastrarsi l’uno con l’altro in altezza, per formare una torre di cassetti potenzialmente infinita.
8. Olof Bäckström, forbici, Fiskars
No, non è design anonimo, anzi è firmatissimo: Olof Bäckström, product designer finalndese ha disegnato le prime forbici con manico in plastica della storia e, poichè la produzione fu avviata in uno stabilimento che fabbricava spremiagrumi arancioni, la soluzione più rapida sembrò adottare lo stesso colore pure per quelle forbici.
9. Konstantin Grcic, Mayday, lampada, Flos
Assomiglia a un apparecchio per le emergenze questa lampada che si compone di pochi elementi essenziali e non accetta definizioni: funziona a terra, su un piano, appesa al soffitto o agganciata a qualsiasi cosa. Figlia recente della storia del design, da subito è entrata a pieno titolo nella categoria delle icone. Flos la produce con la maniglia - di chiara eco industriale - in vari colori.
10. Dieter Rams e Dietrich Lubs, BC02XB, orologio da viaggio, Braun
“Less, but better” il motto di Dieter Rams si traduce in questo oggetto da viaggio, protagonista del design Braun dagli anni ‘60. Il caratteristico accento giallo sulla lancetta dei secondi è la firma in termini cromatici dell’azienda tedesca.
11. Arne Jacobsen, Bankers Wall clock, orologio da parete, Arne Jacobsen Clocks
Se volete in casa vostra un pezzo di storia dell’architettura moderna potete optare per l’orologio da parete che il maestro del design scandinavo progettò per la National Bank of Denmark, esprimendo al meglio l’approccio alla sintesi formale che ha riguardato il progetto in ogni sua scala: dagli edifici, ai prodotti, alla grafica.
12. Anonimo, Hario Buono V60, bollitore, Hario
Nel progettare questo prodotto elegantissimo, l’azienda giapponese attiva nella produzione di oggetti fin dagli anni ’20 mirava a garantire il massimo controllo del flusso d’acqua, indispensabile per ottenere un caffè perfetto. Per questo il beccuccio è sottilissimo e il manico molto inclinato.
13. Maija Isola, Unikko, coppia di federe, Marimekko
La storia di questo pattern nasce da una dichiarazione chiara della co-fondatrice di Marimekko: non avrebbero prodotto stampe floreali, mai più. E invece la proposta grafica di Maija Isola, le fece cambiare subito idea; Unikko ha tradotto in un linguaggio moderno i motivi floreali ed è ancora tra i più riconoscibili dell’azienda finlandese.
14. Ravensburger con Eames Office, Memory Collector'S Edition, gioco da tavolo, Ravensburger
Non serve essere preparati sugli Eames per giocare a questa versione del celebre Memory, ma se siete curiosi, è quello che fa per voi. In questa edizione proposta da Ravensburger le figure omaggiano il lavoro della coppia americana che a metà secolo ridefinì le forme dell’arredamento.
15. Achille Castiglioni e Gianfranco Cavaglià, TRILObyME, astuccio e kit da disegno, EgoUndesign
Disegnato nel 2001 da due mostri del design italiano, l’astuccio trilobato è stato rieditato dalla giovane azienda-studio fondata a Bologna nel 2020. Tascabile e colorato, è l’alleato ideale per designer, studenti e curiosi: al suo interno contiene tutto l’occorrente per gli schizzi.
