Ci sono oggetti che non invecchiano: avanzano.
La 4 Chaise longue à réglage continu, durable – la chaise longue per antonomasia, progettata nel 1928 da Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand – appartiene a questa rara genealogia di forme che non si limitano a sopravvivere alla storia, ma la anticipano. Non è un’icona: è un organismo. Una “macchina per il riposo”, come la definiva Le Corbusier, ma soprattutto una macchina per attraversare il tempo.
Quando nel 1965, a trentasei anni dalla sua prima apparizione al Salon d’Automne di Parigi, Cassina ne avvia la produzione, Domus celebra l’evento con parole che oggi suonano profetiche: “Questi mobili del 1928 sembra risorgano davanti ai nostri occhi con una sorprendente modernità, anzi meglio dire attualità… opere che il tempo non corrompe per la loro purezza e chiarezza e semplicità… un rappel à l’ordre.” (Domus n. 430, settembre 1965).
Modernità come attualità, non come stile. Purezza come atto etico, prima ancora che estetico. E quella chaise longue posata su una base a “H”, libera di inclinarsi, di seguire il corpo più che imporre una posa, diventa – per l’occhio di allora come per quello di oggi – una lezione di progettazione che elude le mode e attraversa i decenni senza scomporsi.
Gli oggetti diventano antichi quando hanno superato di essere vecchi… e ridiventano patrimonio attuale.
Ernesto Nathan Rogers, 1965
Nel libretto Cassina dello stesso anno, Ernesto Nathan Rogers offre forse la definizione più acuta del fenomeno: “Gli oggetti diventano antichi quando hanno superato di essere vecchi… e ridiventano patrimonio attuale. Le Corbusier è sempre moderno perché ogni suo oggetto, pur esprimendo il tempo in cui è concepito, lo travalica fino a diventare patrimonio universale.” (E.N. Rogers, Cassina, 1965).
La 4 Chaise longue à réglage continu, durable è esattamente questo: un oggetto che ha già oltrepassato il proprio secolo di nascita e continua a restare “attuale” perché non si lega a nessuna stagione stilistica. È una macchina, sì, ma anche un gesto archetipico: la linea del corpo distesa, sospesa fra gravità e levitazione.
La genesi della 4 Chaise longue à réglage continu, durable non è un atto isolato: nasce all’interno del programma Équipement d’une habitation, dove il mobile non è decorazione ma protesi, estensione, “servitore” del corpo e della vita domestica. Charlotte Perriand – il vero motore operativo dell’intera collezione – parte dagli scritti teorici di L’Art décoratif d’aujourd’hui (1925) e li trasforma in pratica: il mobile come oggetto indipendente, funzionale, essenziale, “arte decorativa senza decorazione”.
Le tre influenze note – il “Surrepos” del medico Pascaud, il sofà a dondolo Thonet n. 7500, e la chaise con colonnina disegnata da Le Corbusier nel 1928 – sono soltanto punti di partenza.
La vera invenzione sta altrove: nella struttura sdoppiata, dove il lettino scorre liberamente sulla base; nei due tubi curvi che modellano la traiettoria ergonomica del corpo; nelle guaine di gomma che impediscono lo slittamento e trasformano la meccanica in comfort percepito; nella possibilità di variare l’inclinazione in modo continuo, senza scatti, quasi fosse un respiro; nell’evocazione aeronautica della base, con le sue sezioni a goccia che citano le ali degli aerei.
È un oggetto dinamico anche da fermo. Un equilibrio di forze, un sistema che racconta – visivamente e strutturalmente – la modernità come “energia organizzata”.
Il primo esemplare, costruito per la Villa Church nel 1928, presenta ancora tubi saldati alle estremità: una piccola incoerenza che Perriand corregge immediatamente nella versione per la Maison La Roche. I disegni originali vengono consegnati a Thonet nel 1929, e da lì inizia una storia produttiva cosmopolita: Thonet, Embru in Svizzera, e infine – nel 1965 – Cassina, che ne codifica la forma definitiva.
Ed è proprio Cassina che, oggi, ne celebra i 60 anni di produzione con una serie limitata che reinterpreta la struttura tubolare in colori lucidi – rosso, blu, verde – e il rivestimento in cuoio Plus autoportante nelle stesse tonalità.
Non è l’eleganza né l’iconicità a rendere la 4 Chaise longue à réglage continu, durable resistente al tempo. A renderla eterna è il fatto che non appartiene a un’estetica, ma a un’idea: è il corpo – non la moda – il suo vero committente.
Cosa rende la 4 Chaise longue à réglage continu, durable così resistente al tempo?
Non la sua eleganza, non la sua “iconicità”, non il suo status di oggetto di culto. A rendere la 4 Chaise longue à réglage continu, durable eterna è il fatto che non appartiene a un’estetica, ma a un’idea. È il corpo – non la moda – il suo vero committente. Sono le linee della schiena, la curva delle gambe, la posizione della testa. È la fisica, prima ancora dell’estetica. La chaise longue non propone un modo di sedersi: ne riconosce uno universale. E nel farlo diventa archetipo, radice, misura.
Se la modernità è un atto di lucidità, la 4 Chaise longue à réglage continu, durable è una delle sue forme più limpide. A distanza di quasi un secolo dal progetto e di sessant’anni dalla sua riedizione Cassina, continua a mostrarci quello che Domus aveva intuito con sorprendente anticipo: “Civiltà che dall’urbanistica all’architettura al design ha ancora il suo ciclo aperto.” La 4 Chaise longue à réglage continu, durable appartiene a questa civiltà aperta: non un oggetto concluso, ma un principio. Una lezione – di purezza, di coerenza, di libertà – che continua a chiamarci a un ordine non nostalgico, ma attuale. Un invito a essere, come scriveva Rogers, “degni contemporanei” dei maestri.
Tutte le immagini: 4 Chaise longue à réglage continu, durable, modello B 306. Courtesy Cassina
Si segnala che la chaise longue progettata da Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, originariamente nota come LC4, è oggi commercializzata con il nome “4 Chaise longue à réglage continu”.
