Design Miami in evoluzione

Dopo essere passata da un'appendice di Art Basel Miami Beach, Design Miami consolida la sua posizione come principale fiera internazionale.

Su Design Miami c'è sempre stata una quantità di cose da dire. La fiera internazionale di design che si assomma alla megafiera annuale Art Basel dalla doppia edizione, a Miami e a Basilea, ha debuttato come un'occasione per attirare nel Design District di Miami, grazie al design contemporaneo, le folle del pubblico dell'arte. A sette anni dal debutto la fiera, oggi diretta da Marianne Goebl, comprende architettura, arredamento, pelletterie, profumi, moda, car design, urbanistica e in pratica quant'altro ricada sotto il colossale ombrello chiamato "design". Quest'anno gli organizzatori della fiera hanno ancora una volta fatto proprio questo lungo elenco, con l'architettura e le previsioni urbanistiche di lungo periodo a fare la parte del leone.

La fiera ha ormai abbandonato il Design District per occupare una sede di Miami Beach accanto ad Art Basel. David Adjaye, insignito lo scorso settembre del titolo di "Designer dell'anno" 2011 di Design Miami, ha usato l'incarico connesso con il premio per costruire un padiglione all'ingresso della fiera. La struttura, che ha battezzato Genesis, è un capannone triangolare con l'interno ovale, fatto di normali assi di legno tagliate con tecnologie digitali. Il taglio digitale, che rende ciascun pezzo lievemente differente dagli altri, con precisione assoluta, ha creato un interno uterino partendo da formati di legno standard.

Foto di apertura: il padiglione d'ingresso a Design Miami 2011 disegnato da David Adjaye. Sopra: Il vernissage
Foto di apertura: il padiglione d'ingresso a Design Miami 2011 disegnato da David Adjaye. Sopra: Il vernissage

C'era ovviamente abbondanza di mobili estremamente ricercati e di pezzi unici in vendita. Le gallerie sembravano puntare più che negli anni precedenti sui classici del Modernismo del XX secolo. Un George Nakashima d'annata spiccava nello stand della Johnson Trading Gallery, Demisch Denant presentava una collezione di Pierre Paulin con pezzi disegnati per l'appartamento di Georges Pompidou all'Eliseo. L'accento posto sui classici del design arrivava fino alle reliquie architettoniche, come i lucernari di metallo recuperati dal complesso di Chandigarh di Le Corbusier, allo stand della Galerie Patrick Seguin. Quanto ai prodotti nuovi Moss, lo showroom di design di SoHo, metteva in vendita Morphing Platter, un vassoio di Haresh Lalvani che grazie a un procedimento digitale può essere prodotto in milioni di varianti.

Haresh Lalvani in mostra da Moss, Design Miami 2011

Un pavimento luminoso azzurro che diventava rosa ogni volta che ci si camminava sopra occupava la parte nordoccidentale del padiglione. Avrebbe potuto essere una pista da ballo, un palcoscenico oppure una passerella teatrale, e in certo qual modo svolgeva tutti questi ruoli. Era la cosa più vistosa della fiera. Progettato da Bjarke Ingels per la manifestazione Urban Futures dell'Audi, rappresentava il prototipo della strada del futuro, che informa dei movimenti dei pedoni le automobili automatizzate senza pilota e, in teoria, funge da strada e da marciapiede insieme. Un'Audi nuova di zecca, in realtà né automatizzata né senza pilota, troneggiava in posa sul piano stradale.

Design Miami Design Talks

Le strade-discoteca magari un giorno esisteranno davvero, o forse diventeranno solo un'idea dimenticata. A Design Miami un altro prototipo, un classico della progettazione futuristica utopica ma in definitiva fallita, avrebbe potuto fungere da memento mori per Ingels. Il Fly's Eye Dome, la cupola 'a occhio di mosca' di Buckminster Fuller, padiglione a cupola ecologicamente responsabile, prefabbricato a basso costo con costolature standard, è stato restaurato dal fondatore di Miami Design Craig Robins. Ogni modulo esagonale comprendeva una finestra a bolla, e il risultato era uno spazio arioso e pieno di luce. La cupola, del diametro di oltre 7 metri, sorgeva in un terreno libero del Design District di Miami, con una mostra sul suo restauro e una Dymaxion Car (un altro prototipo di Fuller) color verde scuro parcheggiata all'esterno. L'auto era stata ricostruita da Norman Foster, già collaboratore di Fuller, che ha raccontato i suoi ricordi del grande anticipatore in una conversazione con il pubblico tenuta nella serata inaugurale della fiera. Dopo Design Miami la cupola troverà collocazione in una nuova piazza costruita da Robin nel Design District.

Il prototipo "road of the future" progettato da BIG per Audi Urban Futures

In una passata edizione la consueta sezione Design Performance di Design Miami consisteva in una serie di concerti degli OK Go che suonavano la chitarra tra i laser progettati dai Moritz Waldemeyer. Quest'anno lo spettacolo, molto più tranquillo e pacifico, era la lavorazione del cuoio dal vivo. Gli artisti Elisa Strozyk e Sebastian Neebto trasformavano frammenti di cuoio provenienti dalla fabbricazione di borse di Fendi in ricostruzioni morbide di complicati mobili italiani settecenteschi, ricchi di intarsi e intagli degni di Palazzo Fendi, la neoclassica sede romana della società.

Dettaglio dello spazio interattivo e luminoso disegnato da BIG per Audi Urban Futures

Il criterio della mostra porta la questione del buon design a conclusioni curiose. Una bolla di fullerene, piena di comodini, sedie improbabili, armadi cinesi e sgabelli fatti di cuoio di recupero, con un gazebo tagliato con tecniche digitali nel cortile anteriore e una Dymaxion Car oppure un'Audi nel parcheggio, insieme con una strada luminosa azzurra, è una fantasia eclettica da fiera commerciale portata al limite.

Gallery SEOMI a Design Miami 2011

Design Miami è una fiera-boutique, più della sua vicina al di là del parcheggio del Miami Beach Convention Center, dove Art Basel occupa l'intero, imponente edificio. Benché Art Basel esponga, a quel che dicono i più, "il meglio del meglio" in fatto d'arte contemporanea, Design Miami non fa strage come Basel e la vigile mano dei responsabili della fiera è sempre presente. La fiera si è evoluta – e si è trasferita – rispetto alle sue origini di lussuosa festa di piazza del Miami Design District. Nei primi anni, di fatto, la fiera si fondeva con il quartiere, concentrandosi sull'esposizione del design attuale al livello in assoluto più alto, ed era più accessibile ai collezionisti che visitavano Art Basel. Design Miami è un po' cresciuta, ha raggiunto la norma per livello di curatela e ha abbassato i toni di alcune delle sue prime sperimentazioni, per diventare il formidabile portabandiera ufficiale del design che è oggi.

Eye Dome di Buckminster Fuller e una ricostruzione della Dymaxion car di Fuller, prodotti da Lord Norman Foster