I/O/I The Senses of Machines

Una mostra per riflettere sul rapporto tra uomo e macchina al Disseny Hub di Barcellona.

La prima impressione, quando si visita la mostra I/O/I The Senses of The Machines è di trovarsi in un territorio del futuro. Oggi, spiegano i curatori, "la tecnologia permette di costruire macchine sempre più complesse, che danno luogo a un'interazione più raffinata". Ma questo 'territorio del futuro' è più di una mostra interattiva: permette di riflettere in modo diverso sul rapporto tra uomo e macchina, dando luogo a nuove esperienze di dialogo.

Il laboratorio interattivo I/O/I The Senses of The Machines è la prosecuzione di un'iniziativa precedente: il Fabrication Laboratory, o "laboratorio di fabbricazione". E si potrebbe in realtà parlare dell'ampliarsi del concetto di 'laboratorio', che qui si precisa tramite le caratteristiche specifiche dell'attività che vi si svolge. In quanto laboratorio, è interessante notare che ogni macchina e ogni componente meccanico sono coinvolti in un processo di cambiamento continuo: i prototipi vengono modificati qui, sotto gli occhi del visitatore; sempre in evoluzione, sempre in continua trasformazione.

Foto di apertura: Cell phone disco (Discoteca per telefonini), 2006. © Informationlab. Qui sopra: Augmented Shadow (Ombra aumentata). © Joon Y. Moon

Quanto alla mostra, il visitatore prende coscienza della profondità con cui le tecnologie dell'informazione sono divenute parte della nostra vita nel corso degli ultimi quarant'anni, e come queste tecnologie abbiano inciso sullo spazio intorno a noi, dalla casa alla città. Stiamo ora cercando di capire dove siamo arrivati e di prefigurare l'immediato futuro delle interazioni tecnologiche che stanno trasformando la nostra realtà in ogni senso: sociale, economico, naturale e politico; e stiamo anche decidendo come fronteggiare queste trasformazioni e come imparare da esse. Ecco perché lo spazio è suddiviso in sezioni tra cui Sensori, Interfaccia, Visualizzazione dei dati e Sistemi a sciame e in via di sviluppo, che intendono dare risposta ai profondi cambiamenti che stiamo vivendo. È interessante valutare se stiamo tornando all'"età della macchina" di Banham, oppure se, come sostiene Ramon Prat, pensiamo semplicemente che la tecnologia "sarà uno strumento per lasciarci alle spalle il vecchio e l'obsoleto, migliorando la vita e il mondo".

The Unemployed, 2009 di Jody Zellen. © Brian Moss

Fino al 15 gennaio 2012
I/O/I The Senses of The Machines
DHUB
Montcada 12, Barcellona

Polygon Playground, 2008 di White Void. © Christopher Bauder
Lunch Box Stories, 2009 di Paula Winograd. © Fundacikón Musgo
Bit.Flow, 1999 di Julius Popp