Esiste un design del quotidiano, lontano dalle vetrine dei negozi alla moda, ma non per questo meno presente nelle nostre abitudini: quasi un design delle necessità, dove funzione e aspetto ludico si incontrano comunque nel terreno fertile della creatività. Così può accadere che il nome di un designer non sia immediatamente riconoscibile, perché sopraffatto dal marchio dell’azienda e dai numeri che quantificano la produzione.
Giuseppe Zecca è il designer che, dalla fine degli anni ’50, accompagna la produzione Bticino: milioni di interruttori, citofoni, quadri elettrici, una produzione enorme che ha segnato ‘generazioni’ di appartamenti, uffici, ristoranti, luoghi pubblici e privati. L’archetipo degli interruttori, la serie Magic, le placchette colorate della serie Living International, la trasparenza della serie Light, ma anche i citofoni Sfera, accessori che tutti i giorni tocchiamo con i polpastrelli e quasi non percepiamo con gli occhi, oggetti che nascono comunque dalla professionalità del designer per poi essere inghiottiti dalla realtà industriale.
Il design come professione è il titolo della mostra, e del libro di Raimonda Riccini, che ‘svela’ le dinamiche di questo rapporto. La città di Sondrio ospita, fino al 31 maggio, il lavoro di Zecca nelle stanze di Palazzo Martinengo e mostra un percorso che nasce a Milano negli anni ’50, in un clima di grandi fermenti artistici e rapporti intellettuali con Fontana, Manzoni e Sordini.
La pittura è il liquido amniotico nel quale si forma la creatività del giovane Zecca, all’interno della mostra è possibile scoprire alcune opere, poi nel 1958 l’incontro con Luigi e Ermanno Bassani, i titolari dell’azienda di Varese: da quel momento un rapporto incessante, che nasce con la progettazione grafica dell’immagine Bticino per poi passare alla progettazione del prodotto. Compassi d’oro e produzioni dai numeri vertiginosi legittimano il valore di questo sodalizio.
E per un designer nato e cresciuto all’interno di un’azienda, un altro che presta la sua professionalità a molte aziende: Pierangelo Andreani quasi ‘scompare’ dietro le moto Cagiva, di cui firma le linee fino al 1985, oppure le imbarcazioni Granchi, o ancora, gli scooter SYM o le caldaie Riello. La mostra di Sondrio è dedicata anche a lui per definire, se ancora fosse necessario, la complessità del design e scoprirne i suoi professionisti.
fino a 31.5.2003
Il design come professione
Palazzo Martinengo, via Dante, Sondrio
Professionisti del design. A Sondrio i lavori di Zecca e Andreani
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- 16 maggio 2003