Oggetti comuni, come i classici salvadanai a forma di porcellino e i salvaspifferi a forma di bruco, ma anche prodotti di design sperimentale, come la scimmietta Zizì di Bruno Munari, la lampada Gatto di Castiglioni e la seduta Lombrico di Marco Zanuso.
Sono tante le cose che hanno forma o nome di animali, e molte di queste sono ora riunite alla Triennale di Milano in un’esposizione dal titolo “Animal House” (aperta fino all’8 settembre). In mostra, ci sono ‘volatili’ come la motocicletta Vespa e la lampada Airone, ‘acquatici’ come la poltrona Delfino e la lampada Medusa, o, ancora, ‘terrestri’ come il telefono Grillo e l’auto Topolino.
Prosegue, in questo modo, la ricognizione tra i pezzi della Collezione Permanente del Design – un migliaio in tutto –, che ha preso le mosse all’inizio di quest’anno andando a cercare tutti gli oggetti che avevano un nome di donna. Filo conduttore dell’intero ciclo, che comprende quattro mostre, è il rapporto tra le cose e i loro nomi. Mentre l’obiettivo è presentare la collezione – che dal 1998 è conservata nel campus universitario della Bovisa del Politecnico di Milano – con un taglio sempre diverso e tracciare nuovi percorsi di lettura del design “made in Italy”.
fino a 8.9.2002
Le parole e le cose II
Animal House. Oggetti con nomi e forme zoomorfe
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6
T +39-02-724341
https://www.triennale.it
Animal House: quando gli oggetti hanno nomi di animali
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- 14 maggio 2002