Francesco Merlini, in mezzo scorrono i ricordi

Il fotografo tenta una complessa sintesi tra passato e presente, rivisitando e reinterpretando un luogo a lui caro.

Come trasformare in immagini i propri ricordi senza che l’immediatezza di queste sminuisca la profondità di quelli? Come veicolare la memoria attraverso forme e colori in modo da mantenere vivo il passato reinventando il presente? Come far sì che le proprie emozioni tendano all’universale senza tradire le sensazioni personali? Come elaborare il dolore della perdita nell’impossibilità (e probabilmente nell’inutilità) di documentarlo?

A tutte queste domande Francesco Merlini ha cercato negli ultimi anni di dare una risposta con “Valparaiso”, una ricerca autobiografica che parte da e arriva al luogo in cui è nato. 

La storia, perché ogni volta che si tratta di narrare qualcosa si può parlare di una storia, si ambienta infatti nella valle delle Alpi dove i suoi genitori, prematuramente scomparsi, possedevano una casa: la valle, le montagne e la casa stessa diventano allora la scenografia, a volte ridotta ai suoi elementi costituenti — assi, rocce, nuvole — di una ricostruzione per immagini, dove ogni fotografia è a sua volta elemento costituente di una visione più ampia, complessa ed enigmatica sebbene spazialmente e concettualmente contenuta.

La realtà, frammentata in inquadrature verticali — ovvero in singole parti di ricordo — vagamente claustrofobiche, si tinge di colori mentali, assenti in natura ma che della natura condividono il mistero, l’inconoscibilità. 

Francesco Merlini, dalla serie Valparaiso

È un lungo lavoro conteso tra la fase dello scatto e quello della postproduzione, quello che Merlini porta avanti nei luoghi delle sue estati passate e, dopo un lungo iato, presenti, in cui l’idea di documento diventa liquido, anzi nebbioso, quindi aereo, per diluirsi a volte in quello di allestimento, sempre in quello di interpretazione. 

Ed è proprio grazie a una palette oscura al limite della solarizzazione, viscerale al limite dell’insostenibile, che Merlini riesce nella difficile operazione di trascinare lo spettatore in un mondo di cui lui stesso, come nei sogni, sembra non avere il controllo totale, per cui lui stesso sembra ancora non sapere esattamente cosa provare, e che lui stesso sembra ancora attraversare alla ricerca di sé. 

Il suo attraversamento diventa quindi il nostro, un vicendevole accompagnarsi e farsi coraggio, spalla a spalla, nel tentativo — senza cadere nelle trappole dell’archivio — di decifrare il passato mediante la revisione del presente, e di dare un senso al presente mediante la sua relazione col passato.

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram