Il sogno sovietico della conquista dello spazio, fotografato attraverso le sue architetture

Per realizzare il progetto Kosmic Memories, il fotografo francese Vincent Fournier ha attraversato i paesi ex-sovietici alla ricerca dei luoghi in cui è nato il sogno della conquista dello spazio. Nell’intervista ci racconta le ragioni di questo viaggio.

Vincent Fournier è il fotografo che più di altri ha dedicato i suoi progetti alla ricerca e alla documentazione delle utopie del passato. Lo ha fatto con una certa nostalgia, perché sono utopie quasi mai realizzate, ma che hanno avuto una enorme influenza sulla struttura sociale di molte aree del pianeta.

Tra i suoi progetti fotografici c’è stata “Brasilia” con il grande sogno di costruire in tempi record il modello di capitale del futuro. Poi è arrivato “Space Project” – lavoro ancora in progress – dedicato ai progetti Nasa per la conquista della Luna e di Marte. Infine, il progetto “Kosmic Memories”, per il quale il fotografo ha attraversato i paesi dell’ex-Urss alla ricerca delle architetture con cui, tra il 1950 e il 1980, il regime ha voluto trasmettere alla società una certa idea di futuro, servendosi dell’utopia della conquista spaziale.

Vincent Fournier, Kosmic Memories, Tbilisi, Georgia, 2022.

Edifici, monumenti, sculture, memoriali: tutto era utile per dire che il futuro poteva essere anche altrove e che l’impero ci sarebbe arrivato. È questa dimensione, quella della possibilità, a farne un’utopia politica e sociale. 

“La mia passione per le utopie è legata ai ricordi di infanzia” racconta Vincent Fournier “guardavo i film con le auto volanti, vivevo con l’idea di esplorare altri luoghi possibili, in altri modi possibili. Sicuramente, per quanto riguarda Kosmic Memories, i sogni personali si sono intrecciati con l’atmosfera respirata in famiglia, i miei genitori erano comunisti e io sono cresciuto con una certa idea di quell’utopia sociale”. 

Vincent Fournier, Kosmic Memories, Buzludzha, 2020

Negli ultimi vent’anni – tra moda e reale interesse – gli edifici dei paesi ex-Urss sono stati meta per molti fotografi: brutalismo, cemento a vista, ripetizione ossessiva delle forme e dei volumi. Ma nelle immagini di Vincent Fournier non c’è la sola ricerca di questa potenza estetica. “Si tratta di qualcosa di più concettuale” spiega il fotografo “mi piace l’idea di proiettarsi nel futuro, è qualcosa di necessario, costruire pensando ad un tempo futuro e al raggiungimento di un luogo diverso. Da questa idea sono nati gli edifici, le sculture e i monumenti dalle forme così singolari. Sono tutte opere realizzate da artisti o architetti diversi, per questo non c’è una costruzione uguale all’altra. È stata data carta bianca ad artisti e architetti, e loro si sono espressi”.

Per realizzare Kosmic Memories, Vincent Fournier ha visitato i paesi dell’impero sovietico non del tutto allineati. Quindi non la Russia, ma Bulgaria, Georgia, Armenia, Serbia, Croazia, naturalmente l’Ucraina. “Non è stato difficile rintracciare questi edifici. In alcuni casi sono rimasto solo due giorni, per esempio in Bulgaria, mentre nell’ex-Jugoslavia sono tornato diverse volte, ogni volta per una decina di giorni, il tempo necessario anche per trovare la luce giusta”.

Vincent Fournier, Kosmic Memories, Podgarić, 2020

È naturale domandarsi se queste immagini trovino interesse in chi quel pezzo di storia lo ha vissuto, o in chi lo ha conosciuto attraverso i racconti di famiglia. “La generazione di chi è giovane oggi è davvero orgogliosa di questi edifici. Loro non hanno vissuto il comunismo, non hanno ricordi traumatici, sono affascinati dalla potenza estetica e da questa idea di futuro che si voleva trasmettere alla società dei loro genitori, dei loro nonni. Ma quando in Armenia ho parlato con alcune persone più anziane, mi hanno detto che volevano dimenticare quel periodo, quel mondo, quel modello di vita. Spesso questa è un’architettura che commemora battaglie violente, sono luoghi carichi di una memoria piuttosto dolorosa”.

E d’altra parte, perché noi ne siamo affascinati? Perché ci sono collezionisti occidentali, francesi, americani, che chiedono al mercato, alle gallerie, queste opere? Quale emozioni muove questo tipo di fotografia?

Vincent Fournier, Kosmic Memories, Tjentište, 2020

“È l’idea di promessa di un futuro migliore, luminoso” dice Fournier “sono fotografie da cui emerge una fiducia nel futuro che in questo momento, in occidente, quasi non esiste. Sentiamo una proiezione verso il futuro in grado di riempire il presente. Il paradosso è che il nostro futuro è legato alla tecnologia, che certamente può renderci più forti, più belli e ci potrebbe far vivere per sempre, ma non ci troviamo nulla di affascinante”.

Altre persone trovano in questa serie di fotografie un'immagine della modernità un po' danneggiata, obsoleta già nel momento in cui nasceva, propagandata perfino con ingenuità, attraverso questo genere di edifici e di sculture. “Sono fotografie dove ho voluto accentuare una forma di malinconia, durante le riprese ho cercato una luce molto bassa, spesso è presente la neve. Volevo qualcosa di pittorico, di legato al sublime della natura. Questo è l’aspetto più toccante, il lato commovente di questa storia”.

Vincent Fournier, Kosmic Memories, MemoryPark, 2021

In Kosmic Memories c’è anche una forte presenza di monumenti e sculture, elementi commemorativi di un’epoca. “D’altra parte, quando si parla di visione del futuro, il confine tra edificio, monumento e scultura commemorativa può diventare davvero sottile. Tutto finisce per ruotare intorno allo stesso immaginario, ecco il motivo per cui ho fotografato questi elementi e li ho tenuti insieme nel racconto”.

Space Project e Kosmic Memories raccontano due diverse utopie, forse complementari: la prima è scientifica, la seconda politica e sociale. “Kosmic Memories è l'utopia di un progetto di società” spiega il fotografo “Space Project racconta il desiderio dell’uscire dalla terra per raggiungere lo spazio. Ma queste utopie hanno un punto in comune, perché tutti noi, da sempre, abbiamo il desiderio di guardare le stelle e forse di raggiungerle. È il nostro sogno collettivo”.

Vincent Fournier, Kosmic Memories, Iron Fountain, Gyumri 2022
Vincent Fournier, Kosmic Memories, Iron Fountain, Gyumri 2022

Immagine in apertura: Vincent Fournier, Kosmic Memories, Tbilissi, Georgia 2022

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram