When language seeks its other: una mostra a Ginevra esplora il rapporto tra scrittura e arte

Al CAC, una mostra si concentra sul rapporto tra scrittura e arti visive, tra parola e immagine, analizzando i campi in comune tra disegno e scrittura.

Al CAC, Centre d’Art Contemporain Genève, a partire dal 29 gennaio, 92 artisti e le loro opere prenderanno nuova vita su un terreno speciale, definendo l’indefinito, un confine in cui l’atto di scrivere riguarda più le potenzialità del significato che il significato in sé. Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Irma Blank, Nick Blinko, Alighiero Boetti e Frédéric Bruly-Bouabré, tra gli altri, dimostreranno che “Scrivere Disegnando. When Language Seeks Its Other” non è in definitiva una mostra sulla scrittura ma è piuttosto una mostra sui suoi aspetti nascosti e sulla loro estetica rivelatrice. In qualità di progetto di collaborazione tra la Collection de l’Art Brut di Losanna e il Centre d’Art Contemporain Genève, questa mostra riunisce una vasta gamma di personalità: di artisti “esterni”, alcuni dei quali hanno svolto il loro lavoro mentre erano istituzionalizzati, fino agli artisti già emersi, “ufficiali”, alcuni dei quali hanno avuto ruoli chiave nei movimenti d’avanguardia e neo-avanguardia del XX secolo. Quello che queste persone molto diverse tra loro hanno in comune è il desiderio di catturare un ‘altrove’ all’interno della scrittura, di oltrepassare la dimensione semantica e di estrarre liberamente le risorse innovative e fantasiose del linguaggio.

Salome Schmuki, Single Keys, 2019, fermoimmagine da video, Courtesy dell’artista

Mirtha Dermisache, Texto, 1970, Inchiostro indiano su carta, 28 × 23 cm, Courtesy P420, Bologna, Photo Carlo Favero 

Galaxia Wang, Colossia footprints, 2015-2019, Video 16:9, Courtesy dell’artista

Fabio Lapiana, Quaderno di scritture e scarabocchi, 2016, Quaderno d’appunti, 22 × 15 cm, Courtesy Collezione Giuseppe Garrera, Rome, Foto Giorgio Benni

Dwight Mackintosh, Sans titre, ca. 1981, Pennarello e pittura su carta, 65,4 × 95,9 cm, per gentile concessione della Collection de l'Art Brut, Losanna, foto Kevin Seisdedos, Atelier de numérisation - Ville de Lausanne

Steffani Jemison, Same Time, 2017, Vernice acrilica su film di poliestere trasparente, 4 pezzi: 184 × 51 cm, 242.5 × 51 cm, 184 × 51 cm, 184 × 51 cm, Courtesy The Meeting

Susan Hiller, From India to the Planet Mars (48), 1997–2017, Negativo fotografico unico nella lightbox montata a parete, 52 × 67.5 × 12 cm, © Susan Hiller. Courtesy Lisson Gallery

L’uso della parola scritta (con o senza immagini e figure) è stata una pratica ricorrente nel corso del XX secolo e continua fino ai giorni nostri. Diverse mostre hanno esplorato i singoli aspetti di questo enorme corpus di opere. Il primo che mi viene in mente è “Poésure et Peintrie”, che è stata aperta a Marsiglia nel 1993 e rimane forse il sondaggio più completo fino ad oggi del rapporto tra parola e pittura nel corso dell’ultimo secolo. Quella mostra e il suo catalogo coprivano un ampio spettro di esperimenti letterari e artistici: Coup de dés di Mallarmé e calligrammi di Apollinaire, parole in libertà futuristiche e sperimentazione di Dada, fonemi di Raoul Hausmann e Ursonate di Kurt Schwitters, poesia di André Breton e Christian Dotremont logogrammi, poesia concreta e successiva crescita, poesia visiva.

Maria Lai, Untitled (livre cousu minuscule), 1979, Tessuto e cuciture, 7 × 6 cm, Courtesy Collezione Giuseppe Garrera, Roma, Foto Giorgio Benni

Come afferma uno dei due curatori, Andrea Bellini: “Senza pretendere di essere esaustivo, questa mostra esamina una vasta gamma di esperimenti che si adattano a questo universo. Comprende figure del contesto storico della cosiddetta arte estranea e accanto a loro – senza alcuna gerarchia – sono vari membri di movimenti neo-avanguardisti. Individui che erano attivi verso la fine del 19mo secolo, come Hélène Smith, sono giustapposti ad artisti molto giovani attualmente impegnati a esplorare la questione del segno, della scrittura a-semica e della glossolalia non solo attraverso opere su carta ma attraverso immagini in movimento, algoritmi e schermi di computer. Le pratiche di scrittura qui presentate non obbediscono a confini geografici, culturali, linguistici o religiosi, perché riflettono un modello fondamentale di comportamento umano che si trova a ogni latitudine e in ogni epoca. Oltre alle figure attive in Europa, la mostra presenta opere di altri continenti: Africa, Asia e Americhe.”

  • Scrivere Disegnando. Quando la lingua cerca il suo altro
  • Dal 29 gennaio al 3 maggio 2020
  • Andrea Bellini e Sarah Lombardi
  • Centre d’Art Contemporain Genève
  • Rue des Vieux-Grenadiers 10, 1205 Genève, Svizzera