Bill Viola e Michelangelo: la mostra perfetta

Alla Royal Academy di Londra è in corso una mostra di lusso, marketing perfetto e qualche emozione.

Bill Viola, The Sleep of Reason, 1988 David Parry / ©Royal Academy of Arts

La venerabile istituzione londinese ospita nelle sue grandiose sale una mostra di lusso, ispirata da Bill Viola e portatrice di una didattica elementare. Un’operazione di marketing perfetta insomma. Questa la mia prima e anche ultima impressione, quando dalla penombra lo sguardo è riemerso alla luce.

L’accostamento dei due artisti, il primo con nome e cognome, il secondo con il solo nome che ne attesta l’essersi sedimentato nella cultura condivisa d’Occidente e perciò da vedere, funziona alla perfezione, quantomeno sotto il profilo del marketing. È evidente l’operazione di combinare il pubblico dell’arte contemporanea con quello dell’arte antica garantendosi così un maggior numero di visitatori. Ma osservando il pubblico muoversi nelle sale pochi tra coloro che si fermavano davanti a Michelangelo, occhiali sul naso o quaderno da disegno, prestavano altrettanta attenzione ai video di Viola.
E poi un piccolo disegno di Michelangelo non chiede lo stesso tempo di un video, quantomeno di un video più lungo di un paio di minuti.

La mostra è lussuosa, comunque. Il lusso di poter vedere i disegni di proprietà del Royal Collection Trust, la fondazione della corona inglese, ha un’aura di ricchezza che si riverbera sul visitatore, ed è proprio da una visita di Bill Viola alla collezione che nasce l’idea della mostra. Va detto che non è da tutti i giorni il poter vedere quei disegni, eleganti tutti, drammatici come Il lamento sul Cristo morto (1540 c.) oppure felici come il Cristo risorto (1532-3 c.).

Veduta dell'installazione ‘Bill Viola / Michelangelo: Life Death Rebirth’, Royal Academy of Art, London. Fotografo David Parry / ©Royal Academy of Arts

Il famoso trittico video dove una partoriente nel primo quadro mostra la fatica vivissima della nascita, accanto al secondo dove la vita è una figura indecisa che traspare dall’acqua e poi il terzo dove la madre dell’artista è morente, guarda negli occhi lo splendido tondo. Entrando nella sala lo sguardo è inevitabilmente attratto dal video, forte, luminoso e grande. Girarsi poi verso il tondo, di proprietà della Royal Academy, produce l’effetto voluto: Michelangelo è rassicurante, la tenerezza della relazione tra madre (la Vergine) e figlio. E qui sta il trucco: l’arte antica vince uno a zero. Quel tondo lo avevo studiato su una fotografia in bianco e nero di pochi centimetri che lo faceva sembrare antico, si rivela contemporaneo come solo il marmo bianco sa essere, e lo avrei toccato, se l’allestimento dello studio inglese Carmody Groarke non me lo avesse impedito, per sentire quella materia, polita o sbozzata.

Michelangelo Buonarroti, Tondo Taddei, c.1504-05. Bassorilievo in marmo, 107 x 107 x 22 cm Royal Academy of Arts, London. Donazione di Sir George Beaumont, 1830. © Royal Academy of Arts, London. Fotografo Prudence Cuming Associates Limited

Più avanti l’ultima video installazione, The dreamers (2013), sette persone immerse nell’acqua, a rappresentare l’intera umanità, agguanta. Lentamente ci si accorge che sono vive, ma anche, forse, morte, sospese di certo. Però la spiritualità che rappresentano ha qualcosa di estetizzante e vagamente perbenista, come la splendida Ophelia (1851-52) di John Everett Millais a cui fa riferimento. Non l’ambigua figura shakespeariana, la giovane vittima di un inganno d’amore che perde la ragione ma appunto la sua versione “ridisegnata”.

Veduta dell'installazione. Bill Viola, The Dreamers, 2013 David Parry / ©Royal Academy of Arts

L’intento educativo, dicevo, è elementare. Se è vero che i musei, tutti, sono costretti a inseguire i fatturati, l’accostamento serve a spiegare che gli artisti di oggi non nascono come funghi al mattino ma sono legati alla storia dell’arte, ne discendono. Ma questo dovrebbe essere ovvio a ciascun visitatore se l’arte non fosse puro intrattenimento. Del resto Viola ha interloquito con l’arte antica a partire da The Greeting, presentato alla Biennale di Venezia del 1995 e ispirato esplicitamente alla Visitazione (1528-30) di Pontormo. Allora quel lavoro ci lasciò tutti di stucco, era un modo del tutto nuovo di affrontare l’opera video.

Mostra:
Bill Viola Michelangelo: Life, Death, Rebirth
Fino al:
31 marzo 2019
Sede:
Royal Academy of Arts, Londra
Allestimento:
Carmody Groarke

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