Vienna. Rachel Whiteread e la poesia degli spazi vuoti

Una retrospettiva al Belvedere 21 di Vienna ripercorre la carriera trentennale dell’artista britannica.

Per la prima volta in Austria, il Belvedere 21 di Vienna ospita una retrospettiva che ripercorre la carriera trentennale dell’artista inglese Rachel Whiteread. Considerata una delle figure internazionali più importanti della sua generazione – è stata infatti la prima artista donna a vincere il prestigioso Turner Prize nel 1993 e a rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 1997 –, con i suoi famosi calchi, vere e proprie sculture in negativo, Whiteread materializza il vuoto, spingendo la scultura oltre i propri limiti.

Fig.1 Rachel Whiteread, Holocaust-Mahnmal, 2000. In mostra a Belvedere, Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll Judenplatz, Wien
Fig.2 Rachel Whiteread, Line Up, 2007/08. Foto Courtesy Künstlerin e Mike Bruce
Fig.3 Rachel Whiteread, Untitled (Clear Torso), 1993. Courtesy Künstlerin. Foto courtesy Künstlerin Polyurethanharz
Fig.4 Rachel Whiteread, LOOK, LOOK, LOOK, 2012. Foto courtesy Künstlerin e Mike Bruce
Fig.5 Rachel Whiteread al Belvedere di Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll
Fig.6 Rachel Whiteread, Untitled (Stairs), 2001. Allestimento a Belvedere, Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll
Fig.7 Rachel Whiteread, Untitled (Room 101), 2003. Allestimento a Belvedere, Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll
Fig.8 Rachel Whiteread al Belvedere di Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll
Fig.9 Rachel Whiteread al Belvedere di Vienna, 2018. Foto Johannes Stol

La personale curata da Harald Krejci illustra la produzione dell’artista attraverso oltre settanta opere: dai primi lavori, calchi di oggetti quotidiani come borse dell’acqua calda, ma anche mobili ed elementi architettonici, fino ai più recenti rilievi in cartapesta. Naturalmente, non mancano alcune pietre miliari della carriera dell’artista tra cui “Closet” e “Mantle” (entrambi del 1988), “Untitled (Twenty-Five Spaces)” del 1995 e “Untitled (Room 101)”, il calco della stanza presso la vecchia sede della BBC che avrebbe ispirato la sala delle torture descritta da Orwell nel suo romanzo “1984”.


Realizzate in materiali industriali come intonaco, cemento, resina, gomma, metallo e carta, le sculture di Rachel Whiteread sono dedite alla rappresentazione degli spazi vuoti, che si rivelano invece densi di potere emozionale. Talvolta imponenti, altre volte di dimensioni più contenute, questi calchi scultorei evocano esperienze, ricordi, istanti dimenticati e sono testimonianza della forte vocazione lirica della scultrice.

Rachel Whiteread, Chicken Shed, 2017. Courtesy Künstlerin and Galleria Lorcan O’Neill. Foto © Belvedere, Vienna

Non poteva di certo mancare il monumento commemorativo alle vittime dell’Olocausto (2000) situato nella Judenplatz a Vienna. Oltre a segnare una svolta nella carriera di Whiteread, quest’ultimo ha lasciato una traccia profonda nella capitale austriaca, offrendo un contributo significativo al discorso pubblico attorno al tema della memoria. In apertura: vista dell’allestimento al Belvedere di Vienna, 2018. Foto Johannes Stoll.

  • Rachel Whiteread
  • Harald Krejci
  • 7 marzo – 29 luglio 2018
  • Belvedere 21
  • Arsenalstraße 1, Vienna