Storicamente, il Boardwalk è sempre stato un simbolo di libertà di parola e d'espressione. Per capire davvero questo luogo occorre evocare le immagini dei poeti beat e, nel bene e nel male, dei gruppi di suonatori di percussioni. Il suo spirito resta eclettico e straordinario; qualcosa per cui a quanto sembra vale la pena di lottare, come provano le varie cause discusse in tribunale in decenni recenti su che cosa si possa o non si possa fare in questa stretta striscia che sta tra la sabbia e la grande città. Più di recente il Venice Boardwalk è salito agli onori della cronaca nazionale dopo un'ordinanza applicata a partire dal gennaio di quest'anno. Evidentemente ispirata all'eliminazione dell'atmosfera da "mercatino dell'usato" della zona e a impedire a certi venditori di pagare giovanotti di passaggio perché tenessero occupato il loro posto ogni mattina (al Boardwalk chi prima arriva, meglio alloggia) l'ordinanza proibisce lungo il Boardwalk anche il commercio al minuto di articoli "di carattere non espressivo". Tra cui abiti, occhiali da sole, incenso, caramelle, giocattoli, cristalli, gioielli e componenti automobilistici. I commercianti possono ancora vendere libri, quadri, registrazioni, sculture e altre opere di propria creazione. In altri termini: se lo smisurato basco con la scritta Legalizza it è stato sferruzzato da un artigiano, va bene; e per il resto i duecento posti del Boardwalk sono esclusivamente riservati agli articoli originali. L'arte ovviamente è al primo posto, subordinata all'intento espressivo com'è. Tutto ciò per dire che la prima e autentica Biennale di Venice Beach (o VBB, Venice Beach Biennial), manifestazione d'arte di tre giorni collegata alla mostra Made In L.A. 2012 dell'Hammer Museum, nel fine settimana del 13 luglio non avrebbe potuto avere più successo.


Organizzata da Ali Subotnick, curatore dello Hammer, la VBB ha alternato agli habitué del Boardwalk (commercianti esperti che da anni vendono, e talvolta creano, la propria arte sotto il sole di Venice) artisti e performer locali più abituati all'atmosfera della galleria o del museo.




