Con risultati che non potrebbero essere più diversi tra loro: dall’ambiente abbagliante di sabbia, vegetazione e acqua del collettivo francese Le Balto al simbolico giardino, letteralmente invaso da migliaia di pigne, del gruppo olandese West8. E, ancora, dalle vasche in acciaio ricoperte da un velo d’acqua, pensate dal progettista portoghese Victor Beiramar Diniz all’intervento minimale che rispetta l’ambiente selvaggio e abbandonato della cella n. 21, rivisitata da Helene Hölzl e al gioco ottico di superfici, dello studio berlinese Topotek1.
Curata da Achille Bonito Oliva, l’iniziativa non si limita alla mostra dei cinque progetti, ma è anche un’occasione di confronto e sviluppo delle posizioni più attuali nel campo dell’architettura del paesaggio contemporaneo internazionale. In programma, dal 7 al 14 settembre, ci sono infatti anche un workshop internazionale di paesaggio interamente dedicato al giardino contemporaneo - e al quale prenderanno parte gli studenti di una decina di università e scuole di paesaggio – e, dal 9 al 13 settembre, un convegno dal titolo “Costruire l’eterogeneo: il progetto del giardino contemporaneo”. Il suo obiettivo? Riflettere sul giardino come opera d’arte.
7-14.9.2003
Ortus Artis; Workshop internazionale di paesaggio
Certosa di San Lorenzo di Padula (Salerno)
