Savinio era certo un ‘dilettante’ eccellente, dalle notevoli capacità tecniche, pittoriche oltre che di scrittura e di studio della musica. Un virtuoso che ha portato in Italia un approdo al genere fantastico tutto suo, nato dalle suggestioni di una Grecia arcaica piuttosto che dal classicismo e sviluppatosi attraverso la Metafisica, il Surrealismo.
La rassegna milanese ha un taglio ampio, necessario per raccontare, accanto all’attività pittorica, il Savinio scenografo, quello interessato alle arti decorative, ma anche il Savinio che nel dopoguerra si confronta con le scoperte scientifiche. Propone 75 dipinti, 26 lavori su carta e grafiche, più un mosaico e altri sette lavori su carta per la sezione delle arti decorative (per tappeti e stoffe) e 18 per quella sulle opere teatrali e musicali. Tra quadri, disegni, bozzetti e grafiche si affronta l’intero arco cronologico della produzione del pittore, dai primi collages del 1925-26 fino agli ultimi dipinti, come L’anatomico e “Mésalliance”, ovvero matrimonio morganatico del 1951, e ai bozzetti per le scene dell’opera di Rossini Armida del 1952, ultima testimonianza dell’attività saviniana.
Il percorso espositivo, che è organizzato per aree tematiche – La memoria, La scoperta del mondo, Le metamorfosi, Arti applicate e decorazione – comprende collage e anche opere inedite tra cui i dipinti Le boxeur (1927), Quello che resta di Ercole (1947), Nature morte bleue del 1930, il mosaico Il sonno di Eva del 1942, Ambizione, del 1944-45.
fino a 2.3.2002
Alberto Savinio
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