A Roma i ritratti ‘maniacali’ di Chuck Close

Teste iperrealiste, realizzate scomponendo foto ingrandite del soggetto riportate sulla tela per mezzo di reticoli. Sono i Ritratti di Chuck Close, uno dei più importanti esponenti dell’arte figurativa americana, in totale trenta lavori esposti per la prima volta in Italia, all’Accademia Americana di Roma.

Le opere sono tutte di grandi dimensioni e realizzate con tecniche incisorie (dalla litografia all’acquatinta, dalla mezzatinta alla serigrafia ad altre tecniche inventate dallo stesso artista), ripercorrono trent’anni di ricerca di Close, dagli anni Settanta ai giorni nostri.

Una tecnica artistica personalissima che subisce una svolta decisiva nel 1988, quando, a 48 anni, l’artista viene colpito da una malattia che lo lascia semi-paralizzato: Close si inventa un arnese che gli permette di dipingere, legando il pennello all’avambraccio. Per realizzare le sue teste, l’autore scatta molte foto dello stesso soggetto, scompone ogni immagine sulla tela per mezzo di reticoli, ingrandisce le dimensioni per ottenere particolari nitidi, quasi maniacali: riesce così a dare ai dipinti quasi la sensazione di un’immagine digitale. Da moltissimi anni Close lavora con Pace-Wildenstein Gallery e un suo ritratto viene venduto fino a due miliardi di lire. Le sue opere fanno parte delle collezioni dei musei più prestigiosi.

Fino a 21.4.2002
Chuck Close - Ritratti
Accademia Americana
via Angelo Masina 5, Roma 
T +39-06-58461
http://www.aarome.org
Chuck Close, <i>Georgia</i>, carta fatta a mano, 1984
Chuck Close, Georgia, carta fatta a mano, 1984

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