Manca poco all’inizio del Festival di Sanremo 2025, che segna un nuovo capitolo con Carlo Conti, dopo la lunga e fortunata gestione di Amadeus. Cambia il conduttore, resta la sfida di progettare il palco del Teatro Ariston, che negli anni ha continuato a espandersi, arrivando a inglobare le prime file della platea — otto anche quest’anno.
Per questa edizione, la scenografia porta la firma di Riccardo Bocchini, che racconta a Domus di trovarsi a Sanremo da un mese per seguire le fasi di montaggio e le prove di ogni singolo brano. Il concept della scenografia è una “Techno-Hall” con pareti-sculture che si torcono in tre dimensioni, integrate da movimentazioni elettromeccaniche. “Il palco sarà un segno forte, ma si trasformerà completamente in funzione delle canzoni, riuscendo perfino a sparire del tutto”, spiega Bocchini.

La scala: protagonista in movimento
Un’architettura mutevole, quindi, basata su giochi ottici, sipari e illuminazioni che Bocchini definisce “tecno-lampadari”: elementi mobili che salgono e scendono dal soffitto. Ma la vera protagonista è la scala, da sempre simbolo di gloria e timore per chi la percorre sul palco dell’Ariston. “Può assumere 12 configurazioni diverse: ogni scalino si muove in modo indipendente, formando un’onda o persino suonando come un pianoforte. Può trasformarsi in una prosecuzione del palco o in una piattaforma sospesa per l’artista”, rivela l’architetto.
Progettare per la televisione e il pubblico in sala
Progettare uno spazio che funzioni sia per il pubblico in sala che per i milioni di telespettatori non è un’impresa semplice. “La mia formazione è architettonica, ma lavoro in televisione da 40 anni. La difficoltà maggiore è pensare tutto in funzione dell’occhio della telecamera”, racconta Bocchini. “Quest’anno, per esempio, abbiamo scelto di aprire completamente una porzione di scenografia per evitare buchi nelle inquadrature delle entrate in scena”.

Un ritorno all’Ariston con una nuova visione
Non è la prima volta che Bocchini disegna il palco di Sanremo: aveva già firmato le scenografie per Carlo Conti tra il 2015 e il 2017. Tornare sullo stesso spazio, però, rappresenta una sfida. “Il rischio è ripetersi, ma dopo otto anni è stato più semplice ‘dimenticare’. Sono soddisfatto perché questa scena è completamente diversa dalle precedenti, sia nella forma che nell’estetica”, conclude.
Sanremo 2025 si preannuncia quindi come un’edizione in cui l’architettura scenografica non è solo cornice, ma protagonista, in grado di reinventarsi di continuo per offrire un’esperienza immersiva tra televisione e spettacolo dal vivo.