I 15 architetti e designer più cercati su Google

Chi è il più popolare (anzi, la più popolare) del reame? Una lista in bilico tra sorprese e conferme. E c'è un solo italiano.

1. Zaha Hadid Il primo posto di Zaha Hadid non è una sorpresa assoluta ma fa comunque riflettere. A cinque anni dalla sua morte la progettista di origine irachena resta al centro del discorso sull’architettura contemporanea, anche grazie all’(iper-)attività del suo studio Zaha Hadid Architects. Nella sola estate 2021 hanno fatto notizia l’arrivo in Italia dell’Hyperloop e l’inaugurazione dello Striatus Bridge, prototipo di ponte in calcestruzzo stampato in 3D, esposto a Venezia come evento collaterale della 17a Biennale di Architettura.

Zaha Hadid Hyperloop

Zaha Hadid Block Research Group, Zaha Hadid Architects, Striatus Bridge, Venezia, 2021.

Foto Chiara Becattini 

2. Frank Lloyd Wright Sono già passati quattro anni dalla grande retrospettiva dedicata dal MoMA di New York a Frank Lloyd Wright, maestro dell’architettura organica e progettista di Casa Kaufmann e del primo Guggenheim Museum. La sua popolarità, però, non accenna a diminuire, forse anche grazie alla fama e al continuo successo di pubblico dell’istituzione newyorkese.

Frank Lloyd Wright Casa Kaufmann

 source Wikicommons / lachrimae72

Frank Lloyd Wright Guggenheim Museum, immagine da Domus 832, Dicembre 2000

3. Le Corbusier Le Corbusier è il grande sconfitto di questa classifica. Maestro per eccellenza del modernismo europeo razionalista, il progettista della Villa Savoye di Poissy e dell’Unité d’habitation di Marsiglia deve cedere il passo al rivale americano “organico”. Chissà quanta amarezza gli avrebbe provocato, proprio a lui che passò una vita a comunicare le sue opere ancora prima che a costruirle.

Le Corbusier Vista della mostra "Le Corbusier, Mesures de l'homme", Centre Pompidou di Parigi 

Le Corbusier Padiglione Espirit Nouveau, Parigi 

4. Frank Gehry Le architetture di Frank Gehry sono vulcaniche e sopra le righe come il loro creatore. Dai tempi del Guggenheim Museum di Bilbao e della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, gli edifici del progettista californiano non smettono di appassionare, scandalizzare e generare dibattito. Anche la Luma Tower, scintillante nuova sede della Fondazione Luma inaugurata ad Arles nel giugno 2021, ha sollevato un polverone.

Frank Gehry Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1997. Da Domus 798, novembre 1997

Foto Christian Richters

Frank Gehry Walt Disney Concert Hall, Los Angeles, Stati Uniti, 2003.  Da Domus 863, ottobre 2003

Foto Richard Bryant/Arcaid

5. Oscar Niemeyer Bianche, formose, assolate, le architetture-sculture di Oscar Niemeyer hanno riscosso sempre un grande successo di pubblico, anche quando la critica ha cominciato a prendere le distanze dal maestro brasiliano, stigmatizzando la riduzione della sua attitudine sperimentale a puro formalismo, “stile” senza ricerca. La quinta posizione di Niemeyer in questa classifica sembra confermare la sua vocazione di architetto assolutamente pop.

Oscar Niemeyer Quartier generale del Partito comunista francese, Parigi

Foto concessa da L'Architecture d'Aujourd'hui. Domus 511 / giugno 1972; vista pagine interne

Oscar Niemeyer Niemeyer Centre, Avilès

6. Norman Foster Molto prolifico e sempre attivo nel dibattito contemporaneo sull’architettura e la città, Norman Foster guadagna un buon sesto posto. Più che la sua presenza, stupisce l’assenza del coetaneo amico-rivale Richard Rogers.

Norman Foster Foster + Partners, Padiglione Vieux Port, Marsiglia 2013

Foto Nigel Young

Norman Foster Foster + Partners, Buenos Aires Ciudad Casa de Gobierno, Buenos Aires, Argentina 

7. Philippe Starck Philippe Starck è stato il primo star-designer nella storia della sua professione, abile progettista ma anche comunicatore e personaggio pubblico a tutti gli effetti. A quarant’anni dall’inizio della sua carriera, in piena epoca postmoderna, Starck continua a disegnare oggetti e a far parlare di sé. Ha partecipato anche alla Milano Design Week 2021, dove ha presentato la collezione di arredi da esterni Serengeti per Janus et Cie.

Philippe Starck ANUS et Cie, Serengeti armchair

Philippe Starck Juicy Salif Alessi, 1988

8. Renzo Piano Renzo Piano è una figura in un certo senso atipica nel panorama dell’architettura mondiale. Si distingue per il suo approccio low-profile: realizza opere di qualità, partecipa attivamente al dibattito sulle trasformazioni dell’ambiente costruito ma rifiuta con garbo e ostinazione la mediatizzazione della propria persona. La sua sobrietà anacronistica non gli ha impedito di raggiungere l’ottavo posto di questa classifica. Negli ultimi anni si è parlato molto di lui anche per le vicende legate alla ricostruzione del Ponte Morandi di Genova.

Renzo Piano Ponte Morandi, Genova

Renzo Piano Renzo Piano Building Workshop, architects, in collaborazione con Adamson Associates, The Shard, London Bridge Tower, Londra, Regno Unito, 2000-2012. 

Foto Michel Denancé

9. Antoni Gaudí Nato nel 1852, Antoni Gaudí è il decano della comitiva, il più “antico” di tutti gli architetti in classifica. Il successo di pubblico del maestro del modernismo catalano, declinazione dell’Art Nouveau, è legato a doppio filo all’ascesa turistica di Barcellona, la città dove ha vissuto e dove ha costruito quasi tutte le sue opere principali. 

Antoni Gaudí Palau de la Música Catalana, Barcellona

Antoni Gaudí La Sagrada Familia, Barcellona

10. Alvar Aalto Alvar Aalto è sempre stato il più conciliante dei grandi modernisti, colui che sosteneva l’importanza di un rapporto organico tra architettura e natura, architettura e uomo, mentre Le Corbusier congetturava di machine-à-habiter, case progettate come macchine. I temi di ricerca del maestro finlandese sono certamente vicini alla sensibilità contemporanea di un’epoca impegnata a costruire una nuova relazione tra uomo e ambiente.

Alvar Aalto Finalandia Hall, Helsinki, 1971 

Foto Alvar Aalto Musuem, Rune Snellman

Alvar Aalto Pimio Chair, 1931

Foto Alvar Aalto Museum, Martti Kapanen 

11. Tadao Ando Guest Editor di Domus per il 2021, Tadao Ando è l’unico giapponese di questa classifica. La forte componente simbolica delle sue architetture e la sua capacità di narrarle in termini apertamente poetici e letterari contribuiscono forse al suo successo online.

Foto Studio Casali, Archivio di Domus 

Tadao Ando Bourse de Commerce, Parigi 

Tadao Ando Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia

12. Santiago Calatrava Sono passati i tempi, attorno agli anni ’90 e con strascichi successivi, in cui le opere di Santiago Calatrava erano tra le poche a fare realmente notizia e le città del mondo si mettevano in coda per assicurarsi un bianchissimo ponte scolpito dal progettista spagnolo. Calatrava, però, resta cliccatissimo, anche se altre e ben più colorate icone architettoniche hanno ormai occupato il centro della scena.

Santiago Calatrava Stazione per il TGV Lyon-Satolas, Lione 1994

Foto Paola De Pietri, da Domus 763 settembre 1994

Santiago Calatrava La Chiesa di San Nicola a New York

Courtesy Saint Nicholas Greek Orthodox Church 

13. Neri Oxman Architetta e professoressa, Neri Oxman è il prototipo della ricercatrice contemporanea di successo, che riesce a combinare proficuamente speculazione teorica e applicazione pratica. Con Mediated Matter, il suo gruppo di lavoro al Media Lab dell’MIT, sperimenta in particolar modo sui materiali, ad esempio perfezionando composti organici che si possano sostituire alla plastica, come l’Aguahoja.

Neri Oxman Stampa 3D su vetro 

Neri Oxman Versione 3D di antiche maschere mortuarie

14. Bjarke Ingels L’allievo supera il maestro. Nella classifica dei 15 progettisti più cliccati non rientra Rem Koolhaas, gigante dell’architettura contemporanea, ma il suo ex-allievo Bjarke Ingels, enfant terrible ormai pienamente maturo e diventato il prototipo dell’archistar. Gli annunci dei suoi progetti e delle sue realizzazioni si susseguono a ritmo incessante: tra i più recenti, l’O-Tower di Hangzhou.

BIG, Bjarke Ingels Group CopenHill, Copenaghen

Foto Rasmus Hjortshoj, da Domus 1036 giugno 2019

BIG, Bjarke Ingels Group Oppo headquarters, Hangzhou, Cina

Courtesy Bjarke Ingels Group

15. Luis Barragan Colorate e raffinate, esotiche ma rassicuranti, fotografatissime e instagrammabili ante litteram: sono le opere di Luis Barragan, che non a caso guadagna, seppur per il rotto della cuffia, l’ultima posizione disponibile di questa classifica.  

Luis Barragan Da Domus 889

Luis Barragan Da Domus 321

Quali sono i progettisti più cercati su internet? La classifica dei 15 nomi più cliccati su Google negli ultimi tre mesi, in lingua inglese e in tutto il mondo, riserva molte conferme e altrettante sorprese.
Dalla semplice lista di nominativi, interrogata con domande specifiche, si possono estrarre considerazioni di diversa natura.
Si può notare ad esempio l’equilibrio tra vivi (otto) e defunti (sette), il tragico squilibrio di genere tra due donne e 13 uomini, ma anche la varietà delle loro provenienze geografiche, da ben 10 paesi del mondo – in ordine d’apparizione Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Brasile, Italia, Spagna, Finlandia, Giappone, Danimarca e Messico. L’esercizio più curioso, però, è probabilmente quello di riorganizzare la classifica sulla base di una chiave di lettura derivata dalla storia dell’architettura, ossia la suddivisione in correnti, movimenti, tendenze. L’arido elenco si trasforma in una sorta di grand prix – di Formula 1, e non de Rome – corsa impossibile tra piloti di generazioni diverse, fatto di sorpassi inaspettati, arrivi al fotofinish, promesse mantenute e cocenti delusioni.

In prima posizione, Zaha Hadid guida la cordata decostruttivista, seguita da Frank Gehry, al suo quarto posto assoluto e il più cercato degli architetti ancora in vita. Daniel Libeskind non pervenuto.
Frank Lloyd Wright, secondo posto, si afferma come il maestro modernista più cliccato, sorpassando Le Corbusier, sul gradino più basso del podio. Il candido modernismo carioca di Oscar Niemeyer è ben piazzato in quinta posizione, il modernismo organico di Alvar Aalto entra per un soffio nella top ten e ancora il Messico moderno di Luis Barragan si ferma al quindicesimo posto.
Grande assente di questa tornata è Ludwig Mier van der Rohe. Tre architetti legati a vario titolo alla corrente high-tech, o più generalmente alla componente tecnologica dell’architettura, passano le qualifiche: Norman Foster al sesto posto, Renzo Piano all’ottavo e Santiago Calatrava al dodicesimo. Completano la squadra i designer Philippe Starck, settimo, e Neri Oxman, tredicesima, l’intramontabile Antoni Gaudí, nono, il poetico postmoderno Tadao Ando, undicesimo, e il post-postmoderno superpop Bjarke Ingels, quattordicesimo.

Molte e molto complesse sono le ragioni alla base dei posizionamenti di questa classifica, non necessariamente coerenti con le qualità dei progettisti e il valore delle loro opere. Non è questa la sede per snocciolarle.
Al termine di questa prima rassegna, però, si può almeno suggerire che sarebbe interessante verificare le variazioni dei click riservati a ciascuno nel tempo, per comprendere meglio quanto pesano su queste quantità la fama del personaggio sulla lunga durata, le oscillazioni del gusto nel medio periodo, e l’attualità degli eventi che lo riguardano.

1. Zaha Hadid

Il primo posto di Zaha Hadid non è una sorpresa assoluta ma fa comunque riflettere. A cinque anni dalla sua morte la progettista di origine irachena resta al centro del discorso sull’architettura contemporanea, anche grazie all’(iper-)attività del suo studio Zaha Hadid Architects. Nella sola estate 2021 hanno fatto notizia l’arrivo in Italia dell’Hyperloop e l’inaugurazione dello Striatus Bridge, prototipo di ponte in calcestruzzo stampato in 3D, esposto a Venezia come evento collaterale della 17a Biennale di Architettura.

Zaha Hadid

Hyperloop

Zaha Hadid Foto Chiara Becattini 

Block Research Group, Zaha Hadid Architects, Striatus Bridge, Venezia, 2021.

2. Frank Lloyd Wright

Sono già passati quattro anni dalla grande retrospettiva dedicata dal MoMA di New York a Frank Lloyd Wright, maestro dell’architettura organica e progettista di Casa Kaufmann e del primo Guggenheim Museum. La sua popolarità, però, non accenna a diminuire, forse anche grazie alla fama e al continuo successo di pubblico dell’istituzione newyorkese.

Frank Lloyd Wright  source Wikicommons / lachrimae72

Casa Kaufmann

Frank Lloyd Wright

Guggenheim Museum, immagine da Domus 832, Dicembre 2000

3. Le Corbusier

Le Corbusier è il grande sconfitto di questa classifica. Maestro per eccellenza del modernismo europeo razionalista, il progettista della Villa Savoye di Poissy e dell’Unité d’habitation di Marsiglia deve cedere il passo al rivale americano “organico”. Chissà quanta amarezza gli avrebbe provocato, proprio a lui che passò una vita a comunicare le sue opere ancora prima che a costruirle.

Le Corbusier

Vista della mostra "Le Corbusier, Mesures de l'homme", Centre Pompidou di Parigi 

Le Corbusier

Padiglione Espirit Nouveau, Parigi 

4. Frank Gehry

Le architetture di Frank Gehry sono vulcaniche e sopra le righe come il loro creatore. Dai tempi del Guggenheim Museum di Bilbao e della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, gli edifici del progettista californiano non smettono di appassionare, scandalizzare e generare dibattito. Anche la Luma Tower, scintillante nuova sede della Fondazione Luma inaugurata ad Arles nel giugno 2021, ha sollevato un polverone.

Frank Gehry Foto Christian Richters

Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1997. Da Domus 798, novembre 1997

Frank Gehry Foto Richard Bryant/Arcaid

Walt Disney Concert Hall, Los Angeles, Stati Uniti, 2003.  Da Domus 863, ottobre 2003

5. Oscar Niemeyer

Bianche, formose, assolate, le architetture-sculture di Oscar Niemeyer hanno riscosso sempre un grande successo di pubblico, anche quando la critica ha cominciato a prendere le distanze dal maestro brasiliano, stigmatizzando la riduzione della sua attitudine sperimentale a puro formalismo, “stile” senza ricerca. La quinta posizione di Niemeyer in questa classifica sembra confermare la sua vocazione di architetto assolutamente pop.

Oscar Niemeyer Foto concessa da L'Architecture d'Aujourd'hui. Domus 511 / giugno 1972; vista pagine interne

Quartier generale del Partito comunista francese, Parigi

Oscar Niemeyer

Niemeyer Centre, Avilès

6. Norman Foster

Molto prolifico e sempre attivo nel dibattito contemporaneo sull’architettura e la città, Norman Foster guadagna un buon sesto posto. Più che la sua presenza, stupisce l’assenza del coetaneo amico-rivale Richard Rogers.

Norman Foster Foto Nigel Young

Foster + Partners, Padiglione Vieux Port, Marsiglia 2013

Norman Foster

Foster + Partners, Buenos Aires Ciudad Casa de Gobierno, Buenos Aires, Argentina 

7. Philippe Starck

Philippe Starck è stato il primo star-designer nella storia della sua professione, abile progettista ma anche comunicatore e personaggio pubblico a tutti gli effetti. A quarant’anni dall’inizio della sua carriera, in piena epoca postmoderna, Starck continua a disegnare oggetti e a far parlare di sé. Ha partecipato anche alla Milano Design Week 2021, dove ha presentato la collezione di arredi da esterni Serengeti per Janus et Cie.

Philippe Starck

ANUS et Cie, Serengeti armchair

Philippe Starck

Juicy Salif Alessi, 1988

8. Renzo Piano

Renzo Piano è una figura in un certo senso atipica nel panorama dell’architettura mondiale. Si distingue per il suo approccio low-profile: realizza opere di qualità, partecipa attivamente al dibattito sulle trasformazioni dell’ambiente costruito ma rifiuta con garbo e ostinazione la mediatizzazione della propria persona. La sua sobrietà anacronistica non gli ha impedito di raggiungere l’ottavo posto di questa classifica. Negli ultimi anni si è parlato molto di lui anche per le vicende legate alla ricostruzione del Ponte Morandi di Genova.

Renzo Piano

Ponte Morandi, Genova

Renzo Piano Foto Michel Denancé

Renzo Piano Building Workshop, architects, in collaborazione con Adamson Associates, The Shard, London Bridge Tower, Londra, Regno Unito, 2000-2012. 

9. Antoni Gaudí

Nato nel 1852, Antoni Gaudí è il decano della comitiva, il più “antico” di tutti gli architetti in classifica. Il successo di pubblico del maestro del modernismo catalano, declinazione dell’Art Nouveau, è legato a doppio filo all’ascesa turistica di Barcellona, la città dove ha vissuto e dove ha costruito quasi tutte le sue opere principali. 

Antoni Gaudí

Palau de la Música Catalana, Barcellona

Antoni Gaudí

La Sagrada Familia, Barcellona

10. Alvar Aalto

Alvar Aalto è sempre stato il più conciliante dei grandi modernisti, colui che sosteneva l’importanza di un rapporto organico tra architettura e natura, architettura e uomo, mentre Le Corbusier congetturava di machine-à-habiter, case progettate come macchine. I temi di ricerca del maestro finlandese sono certamente vicini alla sensibilità contemporanea di un’epoca impegnata a costruire una nuova relazione tra uomo e ambiente.

Alvar Aalto Foto Alvar Aalto Musuem, Rune Snellman

Finalandia Hall, Helsinki, 1971 

Alvar Aalto Foto Alvar Aalto Museum, Martti Kapanen 

Pimio Chair, 1931

11. Tadao Ando Foto Studio Casali, Archivio di Domus 

Guest Editor di Domus per il 2021, Tadao Ando è l’unico giapponese di questa classifica. La forte componente simbolica delle sue architetture e la sua capacità di narrarle in termini apertamente poetici e letterari contribuiscono forse al suo successo online.

Tadao Ando

Bourse de Commerce, Parigi 

Tadao Ando

Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia

12. Santiago Calatrava

Sono passati i tempi, attorno agli anni ’90 e con strascichi successivi, in cui le opere di Santiago Calatrava erano tra le poche a fare realmente notizia e le città del mondo si mettevano in coda per assicurarsi un bianchissimo ponte scolpito dal progettista spagnolo. Calatrava, però, resta cliccatissimo, anche se altre e ben più colorate icone architettoniche hanno ormai occupato il centro della scena.

Santiago Calatrava Foto Paola De Pietri, da Domus 763 settembre 1994

Stazione per il TGV Lyon-Satolas, Lione 1994

Santiago Calatrava Courtesy Saint Nicholas Greek Orthodox Church 

La Chiesa di San Nicola a New York

13. Neri Oxman

Architetta e professoressa, Neri Oxman è il prototipo della ricercatrice contemporanea di successo, che riesce a combinare proficuamente speculazione teorica e applicazione pratica. Con Mediated Matter, il suo gruppo di lavoro al Media Lab dell’MIT, sperimenta in particolar modo sui materiali, ad esempio perfezionando composti organici che si possano sostituire alla plastica, come l’Aguahoja.

Neri Oxman

Stampa 3D su vetro 

Neri Oxman

Versione 3D di antiche maschere mortuarie

14. Bjarke Ingels

L’allievo supera il maestro. Nella classifica dei 15 progettisti più cliccati non rientra Rem Koolhaas, gigante dell’architettura contemporanea, ma il suo ex-allievo Bjarke Ingels, enfant terrible ormai pienamente maturo e diventato il prototipo dell’archistar. Gli annunci dei suoi progetti e delle sue realizzazioni si susseguono a ritmo incessante: tra i più recenti, l’O-Tower di Hangzhou.

BIG, Bjarke Ingels Group Foto Rasmus Hjortshoj, da Domus 1036 giugno 2019

CopenHill, Copenaghen

BIG, Bjarke Ingels Group Courtesy Bjarke Ingels Group

Oppo headquarters, Hangzhou, Cina

15. Luis Barragan

Colorate e raffinate, esotiche ma rassicuranti, fotografatissime e instagrammabili ante litteram: sono le opere di Luis Barragan, che non a caso guadagna, seppur per il rotto della cuffia, l’ultima posizione disponibile di questa classifica.  

Luis Barragan

Da Domus 889

Luis Barragan

Da Domus 321