L’architettura italiana è da sempre protagonista nel mondo: lo dice anche una mostra a Venezia

Le opere di Luigi Moretti in Algeria, il Brasile nelle architetture di Lina Bo Bardi, i musei di Renzo Piano, tornando indietro fino al ‘500: “Italian Architecture Worldwide” allo Iuav di Venezia celebra il genio italiano nel mondo. 

Le opere di Luigi Moretti in Algeria e di Arturo Mezzedimi in Etiopia, gli spazi pubblici di Benedetta Tagliabue a Barcellona, la fabbrica Olivetti di Franco Albini a Buenos Aires, il World Ceramic Art City di Archea Associati a Lilin, la Urbanaut’s Unit di Orizzontale a Utrecht e i musei di Renzo Piano nel mondo: da secoli il genio italiano ha lasciato un segno indelebile nel panorama architettonico globale, progettando o realizzando importanti edifici, monumenti e spazi pubblici che hanno trasformato il volto di città e paesaggi del pianeta.

La mostra “Italian Architecture Worldwide” promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, con il contributo di Università Iuav di Venezia e Sapienza Università di Roma, e Accurat esplora il contributo diffuso degli architetti italiani dal 1500 a oggi, mettendo in evidenza come le loro opere abbiano lasciato tracce tangibili e culturali in tutto il mondo. Emerge qui con forza una tradizione simbolo della creatività italiana, che combina ingegno, estetica e funzionalità.

Courtesy Accurat Studio

Temi centrali di Italian architecture worldwide sono il movimento degli architetti italiani inteso sia come spostamento geografico sia come evoluzione delle idee e delle tracce che hanno lasciato nei continenti, facendosi ponte tra popoli e tradizioni per costruire relazioni solide e durature oltre confine.

Da Michele Sanmicheli a Renzo Piano, la mappatura dell’architettura italiana raccoglie una campionatura significativa di oltre 500 opere, che si estende a densità variabile attraverso cinque continenti e cinquecento anni di storia. Una sorta di atlante dell’espansione del genio italiano nel mondo, che viaggia su un doppio livello: la distribuzione delle opere nel tempo e il legame con il paese che le ospita. Grazie all’installazione interattiva realizzata da Accurat Studio, agenzia leader nella realizzazione di esperienze immersive che combinano dati, tecnologia e design, emergono a colpo d’occhio il numero di edifici realizzati in un determinato periodo storico, gli stati esteri più ricchi di opere made in Italy, la varietà degli stili e della tipologia degli edifici realizzati e la relazione tra un dato periodo e un paese.

Courtesy Accurat Studio

La mostra si articola in due sezioni: Planisfero Italia e Transnational mosaics e microstories. L’installazione Planisfero Italia, trittico visualizzato da un proiettore e un monitor, firmata da Accurat Studio, divisione di Accurat, evidenzia la diffusione e la distribuzione delle principali architetture italiane nel mondo. “La nostra installazione digitale unisce narrazione e analisi con l’obiettivo di valorizzare il contributo degli architetti italiani nel mondo dal Cinquecento a oggi. Attraverso un trittico di visualizzazioni e grazie ai dati raccolti da università e ministeri su circa 500 opere – spiega Matteo Fabbri, design director - è stato possibile ricostruire l’evoluzione delle tipologie architettoniche e dei flussi geografici. L’analisi evidenzia il passaggio da edifici religiosi e culturali a opere residenziali, civili e per il tempo libero, e una diffusione che, dall’Europa, Sud America e Russia fino agli anni Sessanta, si è progressivamente spostata verso Stati Uniti, Africa e Medio Oriente”.

Vista della mostra “Italian Architecture Worldwide”, Palazzo Ca' Tron, sede IUAV Venezia

Transnational Mosaics and Microhistories propone un focus su trenta casi studio dell’architettura italiana moderna e contemporanea, realizzate fuori dai confini nazionali. I progetti sono organizzati in tre ambiti principali: la concentrazione di opere in un determinata città o Paese, le “monografie” di singoli architetti o studi particolarmente attivi all’estero, sia si tratti di luoghi specifici in cui hanno operato (come Luigi Moretti in Algeria, Lina Bo Bardi in Brasile e Romaldo Giurgola negli Stati Uniti), sia si tratti di uno sbocco professionale importante della propria attività (come nel caso degli studi Archea Associati o Barozzi Veiga), o la vicenda del tutto eccezionale di Renzo Piano che con 28 edifici in 23 città diverse è l’architetto con il record assoluto per quantità e qualità di spazi espositivi realizzati, e l’ambito delle tipologie (luoghi di culto, stazioni ferroviarie e aeroporti, residenze, ma anche fabbriche, negozi e showroom realizzati per le Corporate italiane come il caso di Olivetti). A ognuno di questi “mosaici” corrisponde una specifica microstoria ovvero un focus su più opere a confronto.


Il complesso lavoro di archivio, che ha portato a questa mappatura, è stato realizzato da Accurat Tech, divisione di Accurat: “Le visualizzazioni oggetto dello studio sono il risultato di un approccio multidisciplinare che integra design, intelligenza artificiale e analisi dei dati con l’obiettivo di rendere accessibili, leggibili e narrativamente coinvolgenti i contenuti di archivi complessi”.

Mostra:
“Italian Architecture Worldwide”
Curata da:
Benno Albrecht, Marco Marino, Università Iuav di Venezia Alessandra Capuano, Benedetta di Donato, Sapienza Università di Roma Filippo De Dominicis, Università degli Studi dell’Aquila
Dove:
Palazzo Ca' Tron, sede IUAV Venezia
Date:
9 maggio - 23 novembre 2025

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