Sul litorale laziale a Santa Marinella, attrattiva meta di villeggiatura dai tempi dell’antica aristocrazia romana fino agli anni ’50, quando bon vivants e personaggi illustri vollero costruire qui le loro ville lussuose a immagine di un benessere disinvolto e compiaciuto, è in vendita un gioiello dell’architettura moderna: la villa "La Califfa" (Domus la raccontava sul numero 482) sul lungomare Guglielmo Marconi, progettata nel 1966 da Luigi Moretti (e realizzata postuma), figura di spicco dell’architettura italiana del XX secolo e tra i primi studiosi dell’architettura parametrica, che a Santa Marinella ha regalato alcune opere preziose (oltre a La Califfa, anche l'adiacente Villa Saracena e la Villa Moresca).
L’edificio, immerso in un giardino di 1000 mq, si estende su due piani per una superficie di 350 mq.

Il volume plastico che sembra sagomato dal vento e dalla sabbia, introverso come un bastione difensivo verso la strada e dischiuso verso il mare con pareti a ventaglio, e i dinamici effetti chiaroscurali delle superfici, accentuati dalla finitura scabra che conferisce un carattere ruvido e piacevolmente “imperfetto” alla composizione, rimandano in tutto alla più famosa e confinante Villa Saracena dello stesso Moretti (1957), di cui l’edificio ora sul mercato immobiliare sembra una deliziosa “sorella minore”. Tuttavia Villa Saracena non è in vendita.
Una concatenazione fluida di ambienti, in una ideale progressione dall’ingresso verso il mare, connota gli interni. Al piano terra, si collocano una camera da letto, uno studio e un bagno, la cucina e la zona giorno che si apre su una vasta terrazza con vasca idromassaggio; al primo piano, la zona notte con due bagni, tre camere da letto e un balcone delimitato da un parapetto in ferro che sembra “risucchiato” dalla risacca marina.
Tra strettoie e dilatazioni, il giardino esterno avvolge morbidamente la costruzione, accompagnando verso il mare, attraverso un accesso privato.

Oggi, la villa messa in vendita da Lionard Luxury Real Estate, attende un acquirente che sappia apprezzare il fascino della Dolcevita e di un’opera prestigiosa della storia dell’architettura italiana.
