Funzionali alla vita contemporanea, semplici e adatti alla produzione di serie. Così, secondo Robert Mallet-Stevens (1887-1945), dovevano essere sedie, tavoli e arredi. Architetto modernista e designer, insegnante e scenografo, il progettista francese è al centro di un’ampia retrospettiva (la prima in patria) che a sessant’anni dalla morte ne rivaluta la figura multiforme e geniale.
Il percorso dell’esposizione, in rigoroso ordine cronologico, ne ripercorre la carriera attraverso disegni originali, fotografie, spezzoni di film, una selezione di arredi e modelli d’architettura.
Come la villa cubista realizzata per la coppia di mecenati Charles e Marie-Laure de Noailles, a Hyères; la villa Cavrois a Croix (“una residenza per la famiglia che vive nel 1934: aria, luce, lavoro, sport, igiene, comfort ed economia”, questo il programma del suo ideatore); o, ancora, le scenografie del film L’Inhumaine, di Marcel L’Herbier, dove il ruolo da protagonista spetta all’architettura moderna.
Tre esempi che lasciano intuire la ricchezza dell’attività di Mallet-Stevens che, scomparso alla vigilia della ricostruzione postbellica, non fece in tempo a lasciare un’opera teorica e ad assicurare i suoi archivi ai posteri. Una lacuna che il Centre Pompidou sta colmando. A cominciare da questa mostra e dalla pubblicazione di un lungo lavoro scientifico. E.S.
Robert Mallet-Stevens Architecte
27.4.2005 – 29.8.2005
Centre Pompidou
place Georges Pompidou, Paris
T +33-1-44781233
http://www.centrepompidou.fr



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