Steven Holl ricorda Antonio Monestiroli

L’architetto statunitense parla di Antonio Monestiroli, recentemente scomparso: “Antonio era un maestro con una profonda conoscenza dell’architettura”.

L’8 dicembre 2019, Antonio Monestiroli, il grande architetto, teorico e insegnante milanese, ha lasciato il nostro mondo. Antonio, che ho conosciuto per 40 anni, era un insegnante con una profonda conoscenza dell’architettura. È stato anche un costruttore che ha realizzato diverse opere importanti secondo i suoi principi profondamente radicati... così rari ai nostri tempi.

Recentemente il sito Socks ha recensito il suo progetto per Les Halles, Parigi 1979. Il suo brillante ingresso in quel concorso ha dato origine a un grande parco, che ha sia la severità dello spirito di Mies sia un profondo impegno urbano. Antonio era un uomo raro e di rara chiarezza didattica, seguito dai suoi numerosi studenti. Aveva una Gravitas elegante ma con un senso dell’umorismo. Nel suo libro, “La Metopa e il Triglifo: nove lezioni di architettura” (novembre 2005), delinea una chiara riflessione sulla separazione tra natura, tecnica e storia in architettura. L’architettura che prende forma dalla natura è mostrata nella cappella a Ronchamp di Le Corbusier. L’architettura fondata sulla storia dall’opera di Adolf Loos. L’architettura fondata sulla tecnica dall’opera di Mies van der Rohe.

La famosa Casa dello Studente di Chieti, 1976, in collaborazione con Giorgio Grassi, o il Concorso per una piazza di Ancona, 1978, sono esempi della severità senza compromessi della sua architettura. Sono, tra le tante altre opere, in contrasto con la sua gentile natura umana di insegnante. Antonio è stato un esempio ispiratore di idealismo senza compromessi nel nostro tempo di frivolezza commerciale. Ci mancherà.

Immagine di apertura: Antonio Monestiroli. Foto Cesare Colombo, Archivio Domus.