E che non solo di architettura si tratti, lo ha dimostrato anche la composizione, tutta al femminile, della giuria. Una miscela geograficamente e culturalmente eterogenea, che ha riunito progettiste riconosciute in campo planetario – Odile Decq, Yvonne Farrell di Grafton Architects, Kazuyo Sejima di SANAA, Benedetta Tagliabue di EMBT e Martha Thorne (Executive Director del Pritzker Prize) – a personalità significative in ambito imprenditoriale, politico e manageriale: Shaikha Al Maskari, imprenditore e membro del Consiglio Direttivo del Forum Internazionale delle Donne Arabe (AIWF); Vera Baboun, eletta nel 2012 sindaco di Betlemme e attivista nella difesa dei diritti delle donne; Samia Yaba Christina Nkrumah, presidente del partito politico ghanese Convention People's Party e tra i fondatori del movimento Africa Must Unite; e Victoire de Margerie, esperta di Corporate Governance e presidente di Randol Technology.
Il primo premio è stato assegnato all'unanimità alla brasiliana Carla Juaçaba. Nata nel 1976 e di stanza a Rio de Janeiro, Carla Juaçaba è l'autrice, insieme alla regista teatrale Bia Lessa, del padiglione Humanidade2012, una costruzione temporanea realizzata nel 2012 per la conferenza internazionale Rio+20. L'edificio ha accolto 220.000 visitatori nell'arco di due settimane
Il premio, inoltre, ha assegnato tre menzioni d'onore: la spagnola Izaskun Chinchilla, per la sua capacità di manipolare materiali e colori anche nel progetto di recupero di un castello medioevale; l'indiana Anupama Kundoo, la cui opera più conosciuta in campo internazionale è la Wall House, un'installazione in scala 1:1 esibita all'interno delle Corderie dell'Arsenale, nell'ambito dell'ultima Biennale di Venezia; e Siiri Vallner, giovane progettista estone che si occupa soprattutto di edilizia pubblica.
Con questo riconoscimento, vogliamo essere testimoni di una discriminazione positiva nei confronti delle donne