A Hong Kong le biciclette fanno cultura. Il pedal power plasma identità e comunità, fa immaginare e progettare le città che verranno e influenza le dinamiche delle aree urbane non solo dal punto di vista sociale, ma anche da quello artistico. Con questo intento il Bicycle Film Festival, nato a New York nel 2001 e testimone di un successo che nella scorsa edizione ha visto 300 mila partecipanti in oltre 30 città, ha fatto la sua prima tappa cinese a Hong Kong, dall'11 al 25 gennaio.
"Il BFF vuole semplicemente celebrare la bicicletta attraverso musica, arte e cinema" spiega il direttore e fondatore newyorchese Brendt Barbur che ha partecipato e guidato la Fun Ride (lo scorso 13 gennaio), una corsa di 12 km attraverso l'ex colonia britannica a partire proprio dall'Archivio Cinematografico. Brendt, dopo essere stato travolto nel 2011 da un bus, ha trasformato lo shock e la sua esperienza negativa in un film festival dal successo inaspettato. "Se possiamo ispirare alcune persone a guidare le due ruote, e magari a farne un film, saremo contenti. Cosa ci si aspetta da Hong Kong? Grande partecipazione, soprattutto dal punto di vista creativo dal momento che la città ha una vivace cultura cinematografica".
Organizzato dall'Hong Kong Arts Center, Flwrider, Sport B. del brand Agnès B., nel cui cinema a Wan Chai avvengono le proiezioni, il festival richiama i biker cinefili della città asiatica provenienti principalmente dal quartiere settentrionale dei New Territories e che non si limitano alla passeggiata domenicale, ma si spostano e vivono in libertà le due ruote.
Il Bicycle Film Festival a Hong Kong
Il poliedrico festival fondato da Brendt Barbur sbarca nella megalopoli cinese, non solo per celebrare le due ruote attraverso musica, arte e cinema, ma anche per trasmettere maggiore fiducia nella bici come mezzo di trasporto.
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- Francesca Esposito
- 30 gennaio 2013
- Hong Kong
"Speriamo di portare il BFF in altre città cinesi e di trasmettere maggiore sicurezza e fiducia su questo mezzo di trasporto" dice Brian Fu, l'organizzatore del BFF di Hong Kong: "Stazioni di servizio e distributori automatici di camere d'aria e pneumatici stanno nascendo intorno a città europee e a Taiwan, e quindi arriveranno anche qui. Il cinema e l'arte porteranno consapevolezza e sensibilizzazione fra i cittadini".
In tutto, i programmi sono sei e squadernano 50 film e documentari sulle infinite possibilità, fantasie e forme di biciclette senza frontiere. Il primo programma Hong Kong loves New York (all'Hong Kong Arts Centre) riunisce cortometraggi sul pedal power nella Grande Mela, dalle avventure di uno degli skater più famosi raccontate dal regista di Essere John Malkovich Spike Jonze, alle storie dei ragazzini del Queens a bordo delle loro stereo bici.
Un altro programma, invece, intitolato Bicycle Talent Show, mette in mostra gli individui più talentuosi: inventori di camper su due ruote, biker-artisti che utilizzano la bicicletta come pennello e la spiaggia a mo' di tela e, ancora, skateboarder alla conquista della Nuova Zelanda.
Non solo cinema, ovviamente. La kermesse globale, giunta al suo 12° anno consecutivo, è poliedrica e comprende oltre a concerti, afterparty e concorsi per filmmaker, anche un'esibizione di 35 rare biciclette vintage provenienti da collezioni private e un'esposizione di fotografie. Al centro della sala, la piccola Gallery XXX – 4 piani sopra al cinema dove avvengono le proiezioni – ospita la bicicletta da strada più leggera del mondo: 3,15 kg di diversi materiali, principalmente carbonio, disegnata e realizzata da Günter Mai, un ragazzo tedesco che su questo mezzo, leggero quanto un laptop, ha percorso circa 20.000 chilometri.
Copenhagen e Amsterdam sono ottimi esempi di piccole città che hanno sposato la bicicletta come principale mezzo di trasporto, megalopoli come Shanghai, New York o Tokyo possono imparare molto.
Il richiamo del BFF riunisce quella multiforme comunità creativa che condivide un'unica passione e le stesse idee di futuro urbano, così immaginato dal fondatore newyorchese Brendt "Il paesaggio delle città comprenderà più spazi pubblici, che sostituiranno gli ampi viali e le grandi strade dedicate ai veicoli nei centri urbani. Poi ci saranno luoghi per la vegetazione autoctona che contribuirà a migliorare la qualità dell'aria, mentre edifici commerciali e residenziali saranno progettati con ampi parcheggi per le biciclette. Gli uffici, come già avviene in alcune città come Londra, avranno docce e armadi per permettere ai biker di cambiarsi. Copenhagen e Amsterdam sono ottimi esempi di piccole città che hanno sposato la bicicletta come principale mezzo di trasporto, megalopoli come Shanghai, New York o Tokyo possono imparare molto".