Si è concluso il concorso internazionale indetto per il Nuovo Complesso Integrato della Stazione di Bologna Centrale. Arata Isozaki è il prescelto dalla giuria presieduta da Gae Aulenti tra 11 progetti finalisti. Sarà l'architetto giapponese a firmare il nuovo polo intermodale del capoluogo emiliano. Bologna è il quinto centro ferroviario nazionale per numero di spostamenti, ma la posizione privilegiata nello smistamento dei flussi lungo l'asse nord-sud lo rende molto più importante dal punto di vista strategico. Di qui la necessità di riprogettare lo scalo ferroviario bolognese soprattutto in vista della costruzione della rete di Alta Velocità ma anche, più in generale, nella prospettiva di un piano di rilancio delle stazioni italiane avviato dalle Ferrovie dello Stato con un programma di interventi di riqualificazione che ha già fissato progetti signifi cativi, come quelli di Napoli Afragola e di Firenze Belfiore, firmati rispettivamente da Hadid e Foster. La stazione centrale di Bologna, come tutte le stazioni ottocentesche, chiede all'architettura contemporanea di sanare la cesura che, con la sua presenza, causa alla continuità della città. Molte delle vecchie stazioni ferroviarie denunciano nella loro localizzazione urbana, prima ancora che nel loro aspetto architettonico, l'appartenenza ad un progetto urbano tipicamente moderno. Oggi la città densa conduce l'architettura a immaginare un ruolo diverso per i luoghi della mobilità, pensati come dispositivi di connessione e di integrazione degli spazi piuttosto che come elementi di definizione urbana. (Flavio Albanese)

Futura 787 (Arata Isozaki) Progetto vincitore del concorso, con capogruppo Isozaki (affiancato da Ove Arup e da M+P & Partners) si presenta con un corpo chiuso ma affascinante, definito come "condensato di città", che si inserisce silenziosamente nel cuore di Bologna senza eccessi di protagonismo, con volumi contenuti in altezza. La proposta dell'architetto giapponese suggerisce una ricostruzione della centralità urbana della zona interessata attraverso i concetti di continuità, di orizzontalità e di scomposizione. Isozaki peraltro, ha tentato di riallacciare un discorso tra il futuro della stazione di Bologna e il suo tragico passato (...) perforando la membrana della sua struttura con delle lacerazioni e delle aperture che rinviano alle ferite materiali e spirituali inferte dall'attentato al luogo e alla città. (F. A.)

MVRDV (Natalie De Vries- Winy Maas) Questo brano di città è come sospeso sopra il fascio dei binari, garantendone il funzionamento durante la realizzazione.

UNStudio La copertura dei due livelli della stazione, destinati a funzioni commerciali, ricreative e di ristoro, è l'elemento più signifi cativo del progetto.

Cruz y Ortiz Arquitectos Il volume della stazione è un unico involucro compatto alto al massimo 20 metri.

M.B.M. (Oriol Bohigas) La soluzione proposta è una piastra che alterna la presenza di piazze pubbliche e aree a verde.

Agenzia di architettura 5+1AA (Alfonso Femia) La piastra polifunzionale che copre i binari è pensata come un tessuto di corti su tre livelli.

Souto Moura Arquitectos Chiarezza volumetrica nella orizzontalità dell'intervento e nell'impatto limitato sul contesto.

Ingenhoven Architekten Le tre parti fondamentali della stazione sono indipendenti e realizzabili separatamente.

Ricci & Spaini L'analisi dei fl ussi pedonali delle diverse percorrenze e usi della stazione è il punto di partenza dei progettisti.

Stefano Boeri I sei volumi progettati sono ordinati sotto una grande copertura rettangolare sospesa e in continuo cambiamento.

Jean Nouvel La scelta più caratterizzante è quella di portare in profondità, 15 metri sotto il piano del ferro, la galleria intermodale.