Futura 787 (Arata Isozaki) Progetto vincitore del concorso, con capogruppo Isozaki (affiancato da Ove Arup e da M+P & Partners) si presenta con un corpo chiuso ma affascinante, definito come "condensato di città", che si inserisce silenziosamente nel cuore di Bologna senza eccessi di protagonismo, con volumi contenuti in altezza. La proposta dell'architetto giapponese suggerisce una ricostruzione della centralità urbana della zona interessata attraverso i concetti di continuità, di orizzontalità e di scomposizione. Isozaki peraltro, ha tentato di riallacciare un discorso tra il futuro della stazione di Bologna e il suo tragico passato (...) perforando la membrana della sua struttura con delle lacerazioni e delle aperture che rinviano alle ferite materiali e spirituali inferte dall'attentato al luogo e alla città. (F. A.)
MVRDV (Natalie De Vries- Winy Maas) Questo brano di città è come sospeso sopra il fascio dei binari, garantendone il funzionamento durante la realizzazione.
UNStudio La copertura dei due livelli della stazione, destinati a funzioni commerciali, ricreative e di ristoro, è l'elemento più signifi cativo del progetto.
Cruz y Ortiz Arquitectos Il volume della stazione è un unico involucro compatto alto al massimo 20 metri.
M.B.M. (Oriol Bohigas) La soluzione proposta è una piastra che alterna la presenza di piazze pubbliche e aree a verde.
Agenzia di architettura 5+1AA (Alfonso Femia) La piastra polifunzionale che copre i binari è pensata come un tessuto di corti su tre livelli.
Souto Moura Arquitectos Chiarezza volumetrica nella orizzontalità dell'intervento e nell'impatto limitato sul contesto.
Ingenhoven Architekten Le tre parti fondamentali della stazione sono indipendenti e realizzabili separatamente.
Ricci & Spaini L'analisi dei fl ussi pedonali delle diverse percorrenze e usi della stazione è il punto di partenza dei progettisti.
Stefano Boeri I sei volumi progettati sono ordinati sotto una grande copertura rettangolare sospesa e in continuo cambiamento.
Jean Nouvel La scelta più caratterizzante è quella di portare in profondità, 15 metri sotto il piano del ferro, la galleria intermodale.
