Tra le costruzioni di argilla e bambù di Rudrapur,
nel nord-ovest del Bangladesh, ce n'è una dagli
identici materiali: ma, a differenza delle altre,
sviluppate su un solo livello, è organizzata su due
piani con spazi generosi e luminosi.
È la scuola della comunità locale per 168 alunni,
realizzata in soli cinque mesi secondo metodi
costruttivi tradizionali, corretti e integrati con
conoscenze tecniche che hanno migliorato le
qualità di vivibilità, stabilità e durata del manufatto.
Le immagini dell'edificio e del suo cantiere
raccontano una storia esemplare ma semplice,
che ha per attori due giovani architetti occidentali,
l'istituto METI (Modern Education and Training
Institute), alcune organizzazioni non governative,
qualche volontario e soprattutto operai del posto,
già specializzati oppure appositamente preparati
da personale tecnico per affrontare questo lavoro.
Due sono le innovazioni costruttive che distinguono
la scuola dalle vicine case e che, dopo questo
esperimento pilota, potranno essere applicate
per migliorare le condizioni abitative della
popolazione e ridurre l'emigrazione dai piccoli
paesi verso le città: le fondazioni – profonde 50 cm,
in mattoni, con un intonaco cementizio di
protezione sulla superficie – e l'isolamento
dall'umidità – ottenuto integrando nelle fondazioni
un doppio strato di pellicola in polietilene,
economica e facilmente reperibile sul
mercato locale.
I muri del piano terra sono portanti, fatti da un
miscuglio di argilla e paglia, lavorato con l'aiuto di
buoi e bufali d'acqua, e gettato in una progressione
verticale di strati, ciascuno dei quali ha richiesto
una settimana per l'essicazione.
Oltre alla terra è il bambù – leggero, resistente,
solare – a connotare tanto la struttura quanto gli
spazi della scuola.
La gioiosità e ariosità delle grandi aule, in cui
riverberano i colori vivaci delle tende e dei teli
disposti sotto al soffitto, rispondono ai principi
educativi di METI, che promuove un metodo
di apprendimento libero, teso a valorizzare le
capacità individuali, gli interessi e i ritmi personali
dei bambini.
Non essendo prevista la disposizione frontale
cattedra-alunno, i locali sono lasciati aperti e
flessibili, ma alcuni sono stati studiati per invitare
a momenti di raccoglimento e tranquillità: al piano
terra, parallelamente alle sale rettangolari, si aprono
delle speciali caverne in terra, accoglienti nelle loro
forme morbide e curve, e raggiungibili attraverso
grandi bucature tondeggianti. Un gioco in più, una
rigidità spaziale in meno, a vantaggio della didattica.
Argilla e bambù: rinnovare la tradizione
Una scuola nel Bangladesh, progettata da Anna Heringer e Eike Roswag, rinnova antichi metodi di costruzione, salvaguardando l'identità della cultura locale. Progetto Anna Heringer, Eike Roswag. Testo Rita Capezzuto. Foto Kurt Hörbst.
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- 22 novembre 2007