Narra la leggenda che in un solo giorno il fotografo ungherese László Elkan sia riuscito a scattare 650 fotografie dell’Unité d’Habitation di Marsiglia. “Lei è l’anima dell’architetto”, fu il commento di Le Corbusier, colpito dall’imponente mole di lavoro.

Tempo pochi anni e l’artista, allora trentenne e sconosciuto, avrebbe cambiato nome in Lucien Hervé e sarebbe diventato il fotografo, o meglio ancora l’occhio, di Le Corbusier, Breuer e Aalto. A sessant’anni di distanza dalla prima mostra, “Une ville, deux architectures” (che Domus gli dedicò a Milano nel 1951), la retrospettiva del CIVA di Bruxelles racconta il suo modo di osservare il mondo e l’architettura.

Intense e quasi astratte, le 200 stampe in bianco e nero selezionate dal curatore, molte delle quali mai esposte prima, sono divise in cinque ‘capitoli’: l’astrazione (quella che nasce dalle forme architettoniche e dallo sguardo del fotografo), i materiali, le città, l’interazione dell’uomo e, infine, il mondo più intimo di Hervé e, cioè, il suo rapporto con la letteratura e l’arte. E.S.

Brussel – Belgio
Lucien Hervé. L’œil de l’architecte
Fino a 25.9.2005
CIVA, Centre la Ville International pour l’Architecture et le Paysage
rue de l’Ermitage 55
T +32-2-6422471
https://www.civa.be