Outdoor: una raccolta di percorsi all’aperto, tra natura, architettura, arte e design

Fuori dalle città esistono luoghi magnifici, dove l’opera dell'uomo si confronta da vicino con la natura: parchi e labirinti, osservatori e camminamenti. Abbiamo raccolto insieme più di cinquanta riferimenti per esplorazioni lontano dai centri urbani.  

Le città sono i luoghi dove si addensano gli esseri umani, dove vivono fianco a fianco. E dove lasciano un’impronta densa del loro passaggio, architetture e arte, mezzi di trasporto e oggetti di consumo. Fuori dai confini urbani, nella natura, l’antropizzazione è meno evidente, con una scala meno possente, spesso si nasconde, altre volte è difficilmente raggiungibile. È più facile essere sulla mappa se sei in città. Abbiamo quindi raccolto le nostre selezioni per rimettere sulla mappa questi luoghi: alcuni sono in Italia, altri in Europa, altri su tutta la superficie terrestre. Ci sono osservatori panoramici e parchi d'arte, vinerie immerse nella campagna e firmate da grandi nomi dell'architettura e capanni che hanno ridisegnato il mito della cabin dei boschi.   Perfetti per una gita fuori porta nella bella stagione, ma non solo.

Gli osservatori panoramici del mondo

César Manrique con Eduardo Cáceres e Jesús Soto, Mirador del Río, Lanzarote, Canarie, Spagna 1973 Completamente mimetizzato tra le scogliere rocciose del Risco de Famara vicino al villaggio di Yé, sulla punta settentrionale di Lanzarote e in prossimità dei resti di una vecchia batteria militare del XIX secolo, il Mirador del Río offre la più spettacolare vista panoramica dell’isola verso l’arcipelago Chinijo. Se all’esterno il percorso di visita è praticamente impercettibile, lo spazio interno scavato nella roccia, che ospita una caffetteria e un negozio di souvenir, è dettagliatamente progettato e, nonostante la configurazione cavernosa ,è inondato di luce grazie alle ampie finestre che si aprono sul paesaggio.

César Manrique con Eduardo Cáceres e Jesús Soto, Mirador del Río, Lanzarote, Canarie, Spagna 1973

Mark Ross Johnson Architects, Grand Canyon skywalk, Peach Springs, Arizona, USA 2007 Commissionata e gestita dalla tribù indiana degli Hualapai per ridare linfa vitale all’economia della zona - non senza polemiche da parte di ambientalisti e nativi che hanno visto profanare luoghi sacri - Grand Canyon Skywalk è una passerella panoramica situata vicino al fiume Colorado, sulla cima di un canyon. La forma a ferro di cavallo con pavimentazione in 4 strati di vetro, struttura metallica e uno sbalzo sul vuoto di 21m ad un’altezza 220 m dall’altipiano sottostante, evoca il brivido di leggerezza e libertà che provano le aquile librandosi in volo nell’area.

Mark Ross Johnson Architects, Grand Canyon skywalk, Peach Springs, Arizona, USA 2007

Pierre-Yves Chays, Auguille du midi skywalk, Chamonix, Francia 2013 In cima all’Aiguille du Midi nelle Alpi francesi, il belvedere Pas dans le vide sovrasta il massiccio del Monte Bianco ad un’altezza di circa 1.000 m dal terreno e a un’altitudine complessiva di oltre 3.800 m sul livello del mare. L’opera, ispirata al Grand Canyon Skywalk, è caratterizzata da una terrazza con pareti, pavimento e copertura in vetro, che proietta il visitatore in un’esperienza immersiva nel paesaggio alpino.

Pierre-Yves Chays, Auguille du midi skywalk, Chamonix, Francia 2013

JLBM architect, Mirador de Abrante, Isla de la Gomera, Canarie 2013 Il belvedere, situato nel nord-est dell'isola de La Gomera nel comune di Agulo, è un luogo in cui mettere a prova il proprio equilibrio statico. Situata in cima alla rupe dell'Abrante, a 620 m sul livello del mare sul bordo di un'impressionante scogliera con un dislivello di circa 200 metri, con uno sbalzo di sette metri sul vuoto, la struttura dalle pareti e pavimento in vetro offre un punto di sosta e servizi ai visitatori ed è decisamente una sfida per chi soffre di vertigini.

JLBM architect, Mirador de Abrante, Isla de la Gomera, Canarie 2013

Yuanduan, Chongqing, Cina 2015 Chiamata a ragione “Yuanduan”, che significa "alla fine delle nuvole", la passerella in vetro a forma di ferro di cavallo che si protende sul bordo di una scogliera alta 718 metri nel Parco geologico nazionale di Longgang a Chongqing è la più lunga del mondo, superando anche la Skywalk del Grand Canyon, e regala emozioni (e brividi) alla vista delle montagne e del canyon sottostante. 

Close to Bone, Vlooybergtoren, Tielt-Winge, Belgio 2015 A metà tra una torre che si erge sopra il Kabouterbos (bosco delle fiabe) e una scala verso il cielo, sulle tracce di una vecchia torre di avvistamento in legno irrimediabilmente danneggiata da un incendio, questa accattivante costruzione di 11 m rivestita interamente in acciaio per resistere agli agenti è un volume antigravitazionale ed essenziale che sembra galleggiare nell’aria e che rappresenta un punto di riferimento dal forte valore iconico per gli abitanti e per i visitatori della zona.

Foto Stokkestijn da commons.wikimedia

Close to Bone, Vlooybergtoren, Tielt-Winge, Belgio 2015

Foto Sally V da commons.wikimedia

Snøhetta, Perspektivenweg (Path of perspectives), Innsbruck, Austria 2018 Nella Nordkette, la catena montuosa a nord di Innsbruck, lungo un percorso panoramico serpeggiante che a partire da una quota di 1.905 m slm si snoda per 2,8 km su un dislivello di 142, Snøhetta ha progettato dieci elementi architettonici in acciaio cortén e legno perfettamente integrati nel paesaggio naturale – dalle sedute, alle pavimentazioni, alla piattaforme panoramiche – che consentono di cogliere da diverse prospettive lo spettacolare scenario alpino. Sugli elementi di arredo sono incise citazioni di Ludwig Wittgenstein, per chi desidera soffermarsi a fare qualche riflessione filosofica.

Snøhetta, Perspektivenweg (Path of perspectives), Innsbruck, Austria 2018

Ro&Ad Architects, RAU Architects, Osservatorio Tij per la riserva naturale di Scheelhoek, Stellendam, Olanda 2019 Tij (in olandese “marea” ma anche “uovo”) è un osservatorio per il birdwatching situato nella riserva naturale De Scheelhoek che, a seguito della riapertura delle chiuse di Haringvliet e del conseguente ripristino della biodiversità, si presta ad essere una meta imperdibile per la scoperta e la valorizzazione del ricco ecosistema locale. La struttura in legno interamente prefabbricata, scomponibile e riciclabile, ha la forma zoomorfa di un uovo di Sterna sandvicensis fuori scala (il “ beccapesci”) appoggiato su un nido creato nella sabbia, come comunemente fa questo uccello. La parte inferiore che può essere sommersa dalle maree è realizzata con legno di pino radiata, particolarmente resistente all’acqua, mentre quella superiore è in pino e ricoperta di paglia di canna locale. All’interno del belvedere il percorso di contemplazione della natura è a spirale su due livelli, con viste mirate sul paesaggio. 

Ro&Ad Architects, RAU Architects, Osservatorio Tij per la riserva naturale di Scheelhoek, Stellendam, Olanda 2019

ArcDesign, Skywalk, Gibilterra Situata su una ex base militare della Seconda Guerra Mondiale che un tempo ospitava cannoni antiaerei nel punto più alto della Riserva Naturale dell'Upper Rock, Skywalk è una piattaforma panoramica che offre una vista mozzafiato a 360° tra l'Europa e l'Africa, il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico. Un passerella e una balaustra vetrate si ergono a sbalzo sul terreno in forte pendenza creando un effetto di leggerezza e di sospensione nel vuoto mentre scale in acciaio conducono alla cima della piattaforma originale dove la vecchia base ottagonale in cemento armato funge ora da spazio di sosta per i visitatori.

ArcDesign, Skywalk, Gibilterra

Noa*Network of Architecture, Ötzi Peak 3251m, Località Maso Corto, Alto Adige, Italia 2020 Sulla parte più alta della cresta del ghiacciaio della Val Senales, linea di confine tra Italia e Austria, la piattaforma panoramica che incorpora la preesistente croce di vetta regala un’esperienza straordinaria di contatto con la montagna: caratterizzata da un’architettura che rispecchia la topografia naturale del luogo e vincolata al terreno solo in punti necessari, la piattaforma è realizzata con una pedana in griglie di accaio è circondata su tutto il perimetro da lastre verticali in cortén. Balaustre in vetro sfumano il confine verso il vuoto contribuendo a regalare un brivido, per la vertigine o per la contemplazione del “Sublime”. 

Noa*Network of Architecture, Ötzi Peak 3251m, Località Maso Corto, Alto Adige, Italia 2020

Al Borde, Learning viewpoint, Guayaquil, Ecuador 2021 Nella foresta del Cerro Blanco, un’area protetta a sud-ovest dell’Ecuador, un punto didattico per l’osservazione e la conoscenza del grandioso ecosistema naturale locale si erge come una costruzione schiettamente integrata nel contesto: la struttura a sbalzo di legno carbonizzato con la tecnica giapponese del “shou sugi ban” per garantire maggiore durevolezza, e coperta da un tessuto impregnato con una malta cementizia, offre un’esperienza visiva ed emozionale unica, nella sua semplicità ed essenzialità.

Al Borde, Learning viewpoint, Guayaquil, Ecuador 2021

BIG, Marsktårn, Skærbæk, Danimarca 2021 Come un totem solitario conficcato nel piatto paesaggio danese, questa torre di osservazione e avvistamento alta 25 m, con una forma a doppia elica e realizzata completamente in acciaio, consente di dominare a 360° con lo sguardo da una quota di 110 mq il paesaggio naturale che circonda il mare dei Wadden e il Wadden Sea National Park, un importante scalo migratorio per migliaia di uccelli e rifugio per altrettante specie autoctone.

BIG, Marsktårn, Skærbæk, Danimarca 2021

Sospese tra cielo e abisso o saldamente radicate al suolo, le piattaforme panoramiche di osservazione offrono esperienze e visuali insolite, alla ricerca di un fugace brivido o di un più essenziale cambio di prospettiva sul mondo. Continua a leggere

Labirinti e parchi “magici” in Italia

Labirinto della Masone, Fontanellato, Parma Il Labirinto della Masone, progettato da Franco Maria Ricci con gli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, è un parco culturale con impianto a stella che ricorda le città ideali del rinascimento, tra simbologie esoteriche e un’aura di a-temporalità un po’ mortifera. Il complesso, che si estende su 7 ettari di terreno, ospita il più grande labirinto di bambù al mondo; al centro del Labirinto, un cortile porticato e una cappella a forma di piramide, simbolo di immutabilità e perfezione, alimentano la suggestione metafisica del luogo mentre nel corpo principale il bookshop e l'area museale con la Biblioteca e l’Archivio testimoniano il ricco patrimonio culturale dell’ideatore.

Foto di gio.april

Labirinto della Masone, Fontanellato, Parma

Foto di Barbara Olivieri

Giardino e Labirinto di Villa Garzoni, Collodi, Pistoia Passeggiare per il giardino di Villa Garzoni è un’esperienza immaginifica ed enigmatica che proietta nella magia e nella teatralità dei giardini all'italiana di fattura manierista - barocca. Una varietà di coltivazioni, un articolato sistema idraulico tra fontane, cascate e corsi d’acqua, una popolazione scultorea che fa capolino tra la vegetazione - o che tende a nascondervisi di proposito in base a chissà quale linfa vitale - suggeriscono che qui è bello perdere le coordinate ed abbandonarsi ad un flusso emozionale. Come nel Labirinto arboreo formato da siepi di bosso alte 2-3 metri, situato vicino alla villa detta “delle cento finestre”: un tipico esempio di labirinto con bivi, vicoli ciechi e false piste e con un ingresso ed un’uscita, da cui non è difficile uscire ma in cui è bello pensare di intraprendere, come è capitato a Pinocchio (non per altro siamo a Collodi), un percorso iniziatico con un lieto fine. 

Foto di muffinn

Giardino e Labirinto di Villa Garzoni, Collodi, Pistoia

Foto di Aloa

Labirinto del Castello di Donnafugata, Ragusa Il Castello di Donnafugata, dai fasti nobiliari del passato a più prosaica quinta cinematografica della serie sull’ispettore Montalbano, riserva inaspettate sorprese grazie all’architettura spettacolare non solo dell’edificio ma anche del parco di 8 ettari, una sorta di “giardino ermetico” con tempietti, grotte artificiali ed un grande labirinto “a vicoli ciechi”. Differentemente dalle tipologie più consuete, anziché di siepi il labirinto è fatto di muri di pietra a secco e la pianta, invece che circolare, è trapezoidale, su ispirazione del labirinto londinese di Hampton Court: evidentemente da Enrico VIII all’aristocrazia siciliana il gusto di perdersi e ritrovarsi in un luogo magico era una costante. 

Foto di Irene Grassi

Labirinto del Castello di Donnafugata, Ragusa

Foto di Falcoprof

Sacro Bosco, Bomarzo, Viterbo Se i mostri abitano su questa terra allora abitano nel Sacro Bosco di Bomarzo. Il sito, ideato da Pirro Ligorio per consolare, tra incanti e magie, il cuore del principe Orsini spezzato dalla morte della moglie, ospita un parco naturale di tre ettari dove risiede una popolazione di animali mitologici, mostri e divinità in basalto dalle fauci aperte e dai gesti contratti, secondo una finzione scenica - come diceva Bruno Zevi – talmente “travolgente” che quasi ci si chiede se, non viste, queste creature parlino e si muovano davvero.  

Foto di bass_nroll  

Sacro Bosco, Bomarzo, Viterbo

Foto di Gabriele Delhey

Parco Museo Musaba, Mammola, Reggio Calabria Bruno Zevi diceva che Nik Spatari è “uno dei casi “rarissimi” in cui un outsider versa nella terra il sale dell’architettura”. E’ in questo modo infatti che l’artista ha concepito nel 1969, insieme a Hiske Maas, MuSaBa, un parco museo di 7 ettari all'aperto che è un vera e propria fucina progettuale e creativa con l’obiettivo originario di realizzare iniziative per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese. Oltre alle opere realizzate dallo stesso Spatari, nel parco e presso i ruderi del monastero certosino restaurato all’interno del parco stesso sono presenti circa quaranta opere di artisti contemporanei internazionali, sculture imponenti e fabbricati variopinti. 

Foto di Claude...

Parco Museo Musaba, Mammola, Reggio Calabria

Foto di Dplastino

Giardino dei Tarocchi, Capalbio Ispirato al Parc Güell di Gaudì a Barcellona e dal Bosco di Bomarzo, l’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle ha concepito nel 1979 un parco artistico immerso nella natura selvaggia della Maremma che ospita sculture ciclopiche, alte dai 12 ai 15 metri realizzate in acciaio e cemento e rivestite di specchi, vetri e ceramiche colorate, a rappresentare i 22 arcani maggiori dei tarocchi. Qui le visite guidate, per volontà dell’artista, non sono permesse, per lasciare la possibilità di vaticinio a chiunque intraprenda questo viaggio ermetico e un po’ inquietante.

Foto di Simone Ramella

Giardino dei Tarocchi, Capalbio

Foto di Simone Ramella  

Parco di Pinocchio, Collodi Primo museo italiano di arte ambientale, il complesso è un parco monumentale dedicato alle rocambolesche avventure di Pinocchio, narrate e rivissute in modo letterale all’interno di uno scenario onirico e coinvolgente che evoca un profondo equilibrio tra arte e natura. Qui, passeggiando tra il verde progettato da Piero Porcinai, facendo una sosta all’Osteria del Gambero Rosso di Giovanni Michelucci o facendo un tuffo involontario – come la sottoscritta – nella vasca della Balena, si libera l’immaginazione e si riscopre quel “fanciullino” pascoliano che troppo spesso è sopito.

Foto di mstefano80

Parco di Pinocchio, Collodi

Foto di Rusty Blazenhoff

Giardino incantato delle teste, Sciacca Se uno ha l’ansia di sentirsi osservato questo proprio non è il suo posto. Il giardino incantato delle teste è un luogo surreale e inquietante che ospita centinaia di sculture in tufo di volti, di ogni dimensione ed espressione, realizzate da Filippo Bentivegna, personaggio decisamente particolare, con qualche ossessione e nessuna padronanza tecnica. Teste tristi, felici, enigmatiche, sorridenti, pensierose, arrabbiate, stralunate; teste accatastate, affiancate e bifronti, raggruppate in grappolo come in un atto votivo: le opere acquisiscono la forza della spontaneità e della naturalezza proprie dell’art brut che, come diceva Dubuffet,” sorge dal materiale e si nutre delle disposizioni istintive”.  

Giardino incantato delle teste, Sciacca

Bosco Isabella, Radicofani, Siena Il giardino, realizzato alla fine dell’800 dalla famiglia Luchini, è un manifesto di parco romantico all’inglese venato da sottili e oscure simbologie. Qui una natura libera e sovrana domina e avvolge le uniche tracce create dall’uomo, dai muri a secco, ai ponticelli di pietra, ai lacerti visibili del passato (i resti di un fortino senese e di un probabile luogo di culto etrusco). In mezzo alla natura lussureggiante si snoda, percepibile solo ai pochi, un percorso iniziatico-esoterico di matrice massonica: così sono state concepite la disposizione di alcune essenze a gruppi di tre, numero simbolico; la giara interrata che ricorda il catino del tempio di Salomone; la siepe di Bosso a forma di cerchio che rappresenta l’occhio che sovrintende; la piramide a base triangolare, simbolo principale della Massoneria

Bosco Isabella, Radicofani, Siena

La Scarzuola, Montegabbione, Terni Nell’area di un convento sulle colline umbre, l’ architetto milanese Tomaso Buzzi ha dato vita alla sua “città ideale”: una vera e propria allegoria escatologica dell’esistenza narrata attraverso il linguaggio ermetico della massoneria settecentesca. Il complesso è, come l’architetto lo definì, "un'antologia in pietra", una grande scenografia teatrale che legittima il recupero di elementi del passato: da Villa Adriana, agli edifici dell'Acropoli, al Bosco di Bomarzo. La visione progettuale sottende un percorso iniziatico che si dipana tra gli edifici e rappresenta un confronto con l’Inconscio, secondo il modello sviluppato da Jung e basato su figure archetipiche.

Foto di Fraintesa.it

La Scarzuola, Montegabbione, Terni

Foto di Michael Tinkler

Parco sculture, Chianti Nelle morbide colline del Chianti, un parco di 7 ettari ospita opere d’arte contemporanea site-specific, ovvero realizzate per essere inserite e contestualizzate esattamente in quel preciso luogo. Gli approcci degli artisti provenienti da oltre 26 paesi al mondo sono tra i più variegati, dal linguaggio più tradizionale che ricorre a marmi e graniti, a forme più inusuali come il suono o le luci al neon. Tutti i contributi sono però all’insegna di un obiettivo comune: l’ integrazione tra arte e natura, per cui ogni opera - inserita nel suo determinato spazio - è parte integrante dell'ambiente che la circonda e in sintonia con le altre. 

Foto di FranArtPhotography

Parco sculture, Chianti

Foto di fondelli.nadia

Collezione Gori, Fattoria di Celle, Pistoia Come il Parco sculture in Chianti, anche la Collezione Gori - Fattoria di Celle, sede della prima collezione privata di arte ambientale in Italia, ospita nelle sale della settecentesca Fattoria e nel suo grande parco aperti al pubblico dal 1982 opere d’arte site-specific appositamente create per questi luoghi dai maggiori esponenti della scena contemporanea, tra cui Robert Morris, Anselm Kiefer, Richard Serra, Giuseppe Penone. Oltre a rendere visitabile la collezione stabile, la struttura organizza annualmente mostre e performances all’interno del teatro-scultura.

Collezione Gori, Fattoria di Celle, Pistoia

Dalla Scarzuola a Bomarzo al Labirinto della Masone, passando per giardini meno celebri ma altrettanto affascinanti, un viaggio tra natura ed esoterismo per perdersi e ritrovarsi tra mostri, simboli arcani e sguardi di pietra. Continua a leggere

Le cantine in Europa firmate da grandi architetti

Santiago Calatrava architects & engineers, Bodegas Ysios, LaGuardia, Paesi Baschi, Spagna 2001 Concepita da un lato per rispondere alle esigenze del committente di spazi idonei per la produzione, lo stoccaggio e la vendita del vino e dall’altro come manifesto iconico per il prestigioso marchio “Rioja Alavesa", la cantina si situa in un contesto dall’orografia irregolare punteggiato da vigneti. Il chiaro e semplice impianto longitudinale si sviluppa in alzato con fronti poderosi rivestiti a nord da pannelli prefabbricati in cemento, a est e a ovest da lastre di alluminio, a sud da doghe di legno di cedro che ricordano le botti di vino. Una copertura sinusoidale in travi di legno lamellare e alluminio conferisce un carattere dinamico e scultoreo all’architettura.

Santiago Calatrava architects & engineers, Bodegas Ysios, LaGuardia, Paesi Baschi, Spagna 2001

Mario Botta, Cantina Petra, Suvereto (Livorno), Italia 2003 Il complesso si adagia in una tenuta di quasi 300 ettari di terreno tra colline e vigneti. L’opera è caratterizzata da un volume cilindrico centrale sezionato da un piano inclinato parallelo alla collina, attraversato da un’imponente scalinata e piantumato a verde in copertura, e da due fabbricati laterali porticati. Il piano terra ospita la barricaia, le zone per l’invecchiamento, la vinificazione, l’imbottigliamento e l’imballaggio e gli spazi di degustazione; il piano primo gli spazi per la pigiatura e i locali tecnologici. Con il suo rivestimento in pietra di Prun, l’opera evoca l’immagine di un fiore che sboccia  nel cuore della Maremma.

Mario Botta, Cantina Petra, Suvereto (Livorno), Italia 2003

Frank O. Gehry, Marques De Riscal, Elciego, Paesi Baschi, Spagna 2006

Foto Roderich Kahn da Commons.Wikimedia

Zaha Hadid architects, R. Lopez de Heredia Viña Tondonia, Haro, Paesi Baschi, Spagna 2006 Una “bottiglia nuova per un vino storico”: così è stato concepito l’intervento commissionato a Zaha Hadid da una delle più antiche e rinomate famiglie di viticultori della regione per proteggere e valorizzare un vecchio padiglione espositivo in legno originariamente trasportato alla Mostra Internazionale di Bruxelles del 1910 e da allora in disuso. L’architetto irachena ha così ideato un involucro dalle forme sinuose e avvolgenti che sembrano evocare un decanter, o una navicella spaziale atterrata nella Rioja.

Zaha Hadid architects, R. Lopez de Heredia Viña Tondonia, Haro, Paesi Baschi, Spagna 2006

Renzo Piano Building Workshop, Rocca di Frassinello, Gavorrano (Grosseto), Italia 2007 Un edificio schiettamente funzionale concepito per ottimizzare il processo produttivo viti-vinicolo dell’azienda ma anche per ospitare convegni, concerti ed eventi: questa la visione di Renzo Piano per la cantina nel cuore della Maremma che rivisita le tradizionali forme dell’architettura toscana in chiave contemporanea e con un linguaggio industriale. Il complesso è composto da una piazza aperta, un padiglione di vetro che ospita spazi amministrativi e commerciali, una torre che sovrasta la costruzione e da cui filtra la luce negli spazi ipogei, una cantina caratterizzata da una grande sala sotterranea, disposta ad anfiteatro, con una capacità di 2.500 botti di rovere. Vetro e terracotta incarnano la contaminazione tra processi industriali e tradizionali della vinificazione odierna.

Renzo Piano Building Workshop, Rocca di Frassinello, Gavorrano (Grosseto), Italia 2007

Sartogo Architetti Associati, Tenuta Ammiraglia - Frescobaldi, Magliano in Toscana (Grosseto), Italia 2008 "Un lembo di terra sollevato per aprire una sottile e longilinea fessura nel declivio naturale del terreno (…): non una cantina ma una grande ala di gabbiano affacciata a sud che può godere di un microclima molto particolare per la vicinanza del mare”. Così gli architetti descrivono la loro opera, incastonata nel paesaggio della Maremma come un’ala di gabbiano, appunto, o come la prua di una nave che punta verso il mare. L’edificio industriale, perfettamente integrato tra le colline e ricoperto di verde e piante arboree, con le sue forme sinuose sembra volere abbracciare il paesaggio, in una sintesi perfetta tra artificio e natura.

Sartogo Architetti Associati, Tenuta Ammiraglia - Frescobaldi, Magliano in Toscana (Grosseto), Italia 2008

Foster + Partners, Bodegas Portia, Ribera del Duero, Spagna 2010 Il complesso situato in una delle più vivaci località di produzione vinicola della Spagna è caratterizzato da una geometria trilobata funzionale alle diverse fasi del processo produttivo: lavorazione, conservazione e mescita che si svolgono in ciascuno dei corpi di fabbrica. La struttura in cemento rivestita in scandole di acciaio cortén dal colore rossastro ricorda le accese e corpose cromie del vino.

Foster + Partners, Bodegas Portia, Ribera del Duero, Spagna 2010

Álvaro Siza, Quinta do Portal, Sabrosa, Portogallo 2010 La “Boutique Winery” dedicata alla produzione di vini DOC (dal Douro, al Porto al Moscatel), suddivisa in quattro piani, ospita al primo livello, quasi completamente interrato, un’area di stoccaggio e i servizi per il personale e i magazzini; al piano terra la seconda area di stoccaggio, gli spogliatoi e i servizi; al piano rialzato la reception e una sala di degustazione; a quello superiore, un auditorium. Il complesso rivestito esternamente in ardesia, pietra e sughero conserva un carattere “artificialmente naturale” che ben si inserisce tra i vigneti.

Álvaro Siza, Quinta do Portal, Sabrosa, Portogallo 2010

Christian de Portzamparc, Château Cheval Blanc, Bordeaux, Francia 2011 Per connotare l’immagine di una delle maggiori cantine del Bordeaux l’architetto ha pensato ad un volume sinuoso e avvolgente in cemento a vista. L’opera si configura come un maestoso “atelier del vino” di 5.500 mq sviluppato su due livelli: al primo piano sono collocate 52 vasche in cemento grezzo per la maturazione del vino ed una sala degustazioni; al piano interrato gli ambienti destinati alla produzione. L’edificio è stato progettato secondo criteri di sostenibilità, grazie alla presenza di una terrazza verde in copertura, allo studiato sistema di ventilazione e al meccanismo di filtraggio e reinserimento dell’acqua piovana.

Christian de Portzamparc, Château Cheval Blanc, Bordeaux, Francia 2011

Arnaldo Pomodoro, Tenuta Castelbuono – Tenute Lunelli, Bevagna (Perugia), Italia 2012 Nella campagna umbra, il “Carapace” di Arnaldo Pomodoro è un’opera a metà strada tra arte e architettura: una scultura “abitata” in cui artificio e natura si fondono mirabilmente. La grande cupola rivestita di rame e incisa di crepe che evocano la terra da cui la costruzione scaturisce racchiude un interno dall’atmosfera crepuscolare come all’interno del ventre di un animale primordiale, con una maestosa struttura di archi a tre cerniere in travi reticolari di legno lamellare e arredamenti di un rosso brillante che evocano le foglie della vite.

Arnaldo Pomodoro, Tenuta Castelbuono – Tenute Lunelli, Bevagna (Perugia), Italia 2012

Archea Associati, Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (Firenze), Italia 2012 Letteralmente immersa nel morbido paesaggio collinare del Chianti, la Cantina Antinori è prima di tutto un esperimento “geo-morfologico”: scavato fino a 15 metri nel fianco della collina, il complesso di quasi 45000 mq è per la maggior parte ipogeo e quasi invisibile dall’esterno, se non per le fenditure orizzontali che seguono i terrazzamenti a verde sotto ai quali si articolano gli ambienti di lavoro e ricreativi. Negli interni, materiali caldi e naturali come la terracotta, il calcestruzzo pigmentato di rosso e il cortén conferiscono agli spazi un’aura sacrale e senza tempo come in una cattedrale laica, dove i riti di un antico mondo contadino convivono con tecnologie industriali avanzate.

Archea Associati, Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (Firenze), Italia 2012

Baggio Piechaud, Cantina Ballande Meneret, Bordeaux, Francia 2013 L’intervento di rinnovamento di un preesistente magazzino acquistato dal committente nei boschi della penisola del Medoc rifugge in qualsiasi modo da un linguaggio mimetico e vernacolare: l’opera  si configura come un monolitico blocco in cemento bianco costellato di punti luce a LED che brillano segnalando la presenza iconica e inusuale dell’architettura nel paesaggio agreste. Il calcestruzzo è miscelato con un agente autopulente che consente di preservare la luminosità delle facciate e riduce i costi di manutenzione. Uno specchio d'acqua poco profondo che circonda la struttura riflette l’immagine dell’edificio e sembra fare magicamente fluttuare la poderosa massa.

Baggio Piechaud, Cantina Ballande Meneret, Bordeaux, Francia 2013

Ateliers Jean Nouvel, Château La Dominique, Saint Emilion, Francia 2014 Un’opera di land art: così appare questa cantina - ampliamento di un fienile in pietra esistente al centro del possedimento - che si inserisce tra le vigne con una geometria essenziale ed astratta: quattro pareti verticali a specchio e una terrazza/belvedere fluttuante sul paesaggio. Le facciate est e ovest sono in cemento rivestito da una serie di doghe orizzontali in acciaio inox lucidate e laccate di un rosso acceso, del colore del vino. La facciata nord è caratterizzata da un grande specchio che riflette le viti durante il giorno e rivela la sala della fermentazione nelle ore notturne. La copertura è una piastra orizzontale sottile, con la parte inferiore rivestita dello stesso materiale delle facciate.

Ateliers Jean Nouvel, Château La Dominique, Saint Emilion, Francia 2014

Foster + Partners, Le Dôme winery, Bordeaux, Francia 2021 L’edificio immerso nelle dolci colline del Bordeaux si pone come una struttura all’avanguardia per promuovere un vino di fama internazionale. La costruzione, a impianto circolare, è connotata da combinazione di due rampe: una esterna per enfatizzare il rapporto percettivo con il paesaggio e l'altra interna per condurre il visitatore nelle diverse fasi del processo vinicolo. Una galleria al livello superiore, con tavoli di degustazione, wine bar e spazi di intrattenimento, offre una vista panoramica sui vigneti adiacenti. Un involucro esterno in calcestruzzo rivestito in legno avvolge gli spazi, mentre una copertura in legno di 40 metri di diametro, composta da travi inclinate e rivestimento in tegole di terracotta di riciclo, si apre in un oculo centrale di 6 metri di larghezza da cui filtra la luce naturale.

Foster + Partners, Le Dôme winery, Bordeaux, Francia 2021

Dove il sole del Mediterraneo bacia la terra e addolcisce l’uva, paesaggi bucolici punteggiati di vigne avvolgono le cantine di aziende più o meno celebri che fanno della produzione vinicola non solo un lavoro ma anche una missione culturale: quella di trasmettere i valori di un sapere ancestrale conciliandoli con l’innovazione tecnologica e con la promozione del territorio di riferimento, commissionando a firme autorevoli le loro “cattedrali del vino”. Continua a leggere

I siti di land art più belli d’Italia

Arte Sella: the contemporary Mountain, Borgo Valsugana, Trentino Alto Adige Arte Sella: the contemporary Mountain è un'associazione culturale e impresa sociale nata nel 1986, quando un gruppo di amici di Borgo Valsugana, in Trentino, hanno realizzato l'aspirazione di coniugare arte contemporanea e natura. A partire dalle prime mostre allestite nel giardino di Villa Strobele, negli anni l'associazione è cresciuta, e oggi vanta uno staff qualificato, una rete di partner, ma soprattutto collaborazioni con oltre 300 artisti, che hanno dato vita a tre suggestivi percorsi espositivi. 

Immagine: Arne Quinze,  Mountain Trabucco, foto Giacomo Bianchi 

Opera, Edoardo Tresoldi, Lungomare di Reggio Calabria "Opera" è la spettacolare installazione pubblica permanente dell'acclamato artista italiano Edoardo Tresoldi, realizzata sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. Inaugurata nel 2020, "Opera" si fonde con il paesaggio con un'architettura aperta composta da un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 mq. Un vero e proprio "monumento alla contemplazione" che sfrutta il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente "per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l'essere umano". 

Immagine: Edoardo Tresoldi, Opera © Roberto Conte

SMACH., San Martino in Badia, Alto Adige SMACH. è un progetto di land art a San Martino in Badia, Alto Adige, nato nel 2012, che si declina in una Biennale, un Art Park ed eventi collaterali. Le opere d'arte sono state realizzate per integrarsi con la magica cornice delle Dolomiti. L'obiettivo è quello di accrescere l'interesse del pubblico per la natura, l'arte e la loro interazione, valorizzando il territorio in cui le opere sono immerse. L'Art Park accoglie una mostra permanente di sculture di land-art acquisite durante le ultime edizioni della Biennale SMACH.

Immagine: Xinge Zhang & Jiaqi Qiu, Fragile as a Rainbow, 2021, Location: Chi Jus, Longiarù, San Martino in Badia (BZ), crediti fotografici: Gustav Willeit – www.guworld.com   

Parco di Villa Celle, Pistoia, Toscana La Fattoria di Celle è un complesso storico e villa del XV secolo a Santomato, Pistoia. Dalla seconda metà del Novecento ospita la Collezione Gori di arte contemporanea. Il parco, sul retro della villa, è stato disegnato a partire dal 1844 da Giovanni Gambini e si presenta come un ampio giardino all'inglese caratterizzato dal gusto romantico dei giardini europei. La collezione vanta oggi 80 opere di arte ambientale realizzate da artisti provenienti da ogni parte del mondo, la maggior parte immerse nel verde. Oltre che un museo all'aperto, il terreno della villa Celle è anche una riserva naturale. 

Immagine: Richard Serra, “Open Field Vertical Elevations”, 1982, pietra (Colombino di Firenzuola), Courtesy: Collezione Gori - Fattoria di Celle 

Art Park, Verzegnis, Friuli L'Art Park di Verzegnis è un parco d'arte contemporanea parte della Rete Carnia Musei, un museo all'aperto nato dall'idea di Egidio Marzona, collezionista atipico che ha oltrepassato i canoni del collezionismo d'arte e ampliato il concetto stesso. Nel 1989 Marzona invita alcuni tra i più interessanti artisti contemporanei a creare delle opere per il suo parco, lasciando gli artisti liberi di decidere come intervenire e che rapporto instaurare con il paesaggio circostante. Oggi queste opere sono affiancate da acquisizioni postume che è possibile ammirare perdendosi nel verde. 

Immagine: DanGraham, Bisected Two-way Mirror Triangle, foto Archivio CarniaMusei - Glass Pavillon

Mauro Staccioli, Volterra, Toscana Nelle campagne che circondano Volterra, le grandi sculture di Mauro Staccioli catturano lo sguardo integrandosi perfettamente, nelle forme e nei colori, con il paesaggio circostante. In queste terre l'artista è nato e cresciuto, e questo legame emerge, a gran voce, nelle sue evocative sculture, in grado di raccontare del rapporto tra arte e natura, tra natura e vita. Un percorso di sculture-intervento frutto di una mostra diffusa in varie sedi di Volterra, dal titolo "Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009", tenutasi nel 2009.

Immagine: Mauro Staccioli, Portale 2009, acciaio corten, cm 1000x805x55, ©Sergio Borghesi, Courtesy Archivio Mauro Staccioli

Parco Sculture del Chianti, Toscana Il Parco Sculture del Chianti è una mostra permanente di installazioni e sculture di arte contemporanea che celebrano il rapporto tra arte e natura nel connubio tra sculture, bosco, suoni, colori e luce. Le opere site-specific sono state concepite dagli artisti, provenienti da tutto il mondo, a seguito di sopralluoghi sul territorio, fulcro del progetto. Il parco accoglie inoltre alcune opere del progetto Pievasciata B.A.C. Borgo d’Arte Contemporanea. Un anfiteatro è stato appositamente creato per presentare un denso programma di concerti nei mesi di luglio e agosto.

Immagine: Rainbow Crash, Federica Marangoni - Italy, credits Parco Sculture del Chianti

Cretto di Burri, Gibellina, Sicilia Il Cretto di Burri è un'opera d'arte ambientale conosciuta in tutto il mondo, realizzata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 dove sorgeva la città vecchia di Gibellina,  distrutta dal terremoto del Belice del 1968. Conosciuto anche come "Grande Cretto", il monumento copre una superficie di circa 80 000 metri quadrati e ripercorre vicoli e vie della città vecchia. Le macerie degli edifici distrutti dal terremoto sono cementificate nel monumento stesso. 

Immagine: Francesco Labita, Unsplash

Fiumara d’Arte, Messina, Sicilia Fiumara d'Arte è un museo all'aperto che presenta le opere di dodici artisti contemporanei lungo gli argini del fiume Tusa. Il progetto è nato nel 1982 da un'idea del collezionista Antonio Presti, che si è rivolto allo scultore Pietro Consagra per dedicare un monumento alla memoria del padre. L'inaugurazione della scultura ha segnato l'annuncio dell'apertura del museo a cielo aperto, un progetto che dalle origini ha voluto promuovere il dialogo tra arte e natura, e che ha trasformato la zona lungo la fiumara in un parco di sculture di artisti di fama internazionale.

Immagine: Peppe Occhipinti, unsplash, Labirinto di arianna fiumara d'arte, Castel di Lucio, Messina, Italia

ArtePollino, Basilicata L’associazione ArtePollino è nata nel 2008 con l'obbiettivo di promuovere la crescita culturale nel Parco Nazionale del Pollino, in Basilicata, favorendo ogni tipo di espressione artistica, soprattutto contemporanea. Tramite il coinvolgimento di comunità locali, scuole, associazioni culturali e imprese, ArtePollino sostiene e incoraggia la partecipazione e la condivisione per mezzo di un'immersione "lenta e collettiva" nel paesaggio. Con il programma Ka Art, ArtePollino è stato tra i 27 project leader del programma culturale di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura.

Immagine Credits Arte Pollino

Dal celebre Cretto di Burri alle sculture immerse nel verde del Parco Nazionale del Pollino, in Basilicata. Una selezione dei siti di Land Art da visitare in Italia dove perdersi tra arte e natura. Continua a leggere

Dieci progetti per camminare nel verde

L’architettura si confronta con una delle attività fondamentali dell'esperienza umana: il camminare. E lo fa nella natura come in città. Leggi l'articolo completo.

I parchi-museo da visitare nel sud della Francia

Villa Carmignac – Porquerolles. Jeppe Hein, Path of Emotions, 2018. © Jeppe Hein - Photo : Marc Domage

I territori di Costa Azzurra e Provenza custodiscono tante meraviglie, naturali e artistiche, che si incontrano nei parchi d’arte e nelle fondazioni d’arte contemporanea immerse nel verde, mete imprescindibili della stagione estiva. Continua a leggere

Architetture che proteggono dal sole e dal caldo

Bangkok Tokyo Architecture, Folly in the Forest Pavilion, Chiang Mai, Thailandia 2022 Questa piccola struttura nella foresta, circondata da alberi ad alto fusto, offre un punto di sosta e relax per la gente del posto e un vivace mercato nei fine settimana. La costruzione è interamente realizzata con materiali reperibili localmente ed assemblata a mano, dalla struttura metallica leggera alla copertura inclinata fatta di foglie di alberi autoctoni, tradizionalmente utilizzate nella regione per costruire utensili, tetti e pareti delle case. 

Bangkok Tokyo Architecture, Folly in the Forest Pavilion, Chiang Mai, Thailandia 2022

Hopkins Architects, Tematic district expo Dubai, Dubai 2021 Hopkins Architects ha pianificato la più grande area edificata di Expo 2020: i "Distretti tematici" che comprendono 87 edifici permanenti distribuiti su tre "petali", dedicati ai tre temi di Mobilità, Opportunità e Sostenibilità. Progettati secondo il principio di rivisitazione in chiave moderna della tradizionale città islamica, ciascuno dei petali è un universo unico da scoprire, in cui strade alberate e cortili con vegetazione e specchi d’acqua accompagnano i visitatori ai padiglioni. Sotto il caldo sole del deserto, le strutture ombreggianti sono un must irrinunciabile: ispirate alla forma della palma da dattero, sottili alla base e ampie in copertura, si innalzano fino a 16 metri per creare una tettoia interconnessa da cui filtrano suggestivi giochi di luci e ombre.

Hopkins Architects, Thematic district expo Dubai, Dubai 2021

Two Fold Studio, Matter. Space. Soul Pavilion, Noakali, Bangladesh 2021 Affacciato sulle risaie di Noakhali in Bangladesh, "Matter. Space. Soul" è un padiglione in bambù e legno inizialmente voluto dal committente come estensione del suo ristorante, dove i clienti potessero smaltire lo stress urbano in un contesto naturale pacificante. In ragione delle specificità climatiche della zona, fortemente battuta dalle piogge monsoniche, si è scelto di realizzare uno spazio flessibile con arredi temporanei per consentire una sosta informale nella contemplazione del paesaggio. Schermature in bambù rimovibili sono state introdotte per garantire la privacy dei visitatori.

Two Fold Studio, Matter. Space. Soul Pavilion, Noakali, Bangladesh 2021

ICD/ITKE University of Stuttgart, livMatS Pavilion, Freiburg im Breisgau, Germania 2021 Situato nel giardino botanico dell'Università di Friburgo, il padiglione livMatS è un esperimento innovativo nella direzione di un impegno sempre più concreto nei confronti della sostenibilità ambientale. Si tratta infatti del primo edificio con una struttura portante interamente in fibra di lino avvolta roboticamente, un materiale completamente biodegradabile e disponibile in Europa centrale. Il caratteristico e intricato aspetto degli elementi strutturali in lino evoca suggestioni zoomorfe, tra tecnologia ed ecologia.

ICD/ITKE University of Stuttgart, livMatS Pavilion, Freiburg im Breisgau, Germania 2021

Atelier cnS + School of Architecture, South China University of Technology, Urban Park Micro Renovation, Foshan, Cina 2021 Xianmo Flower Field è un parco urbano che ospita vaste aree per fioriture stagionali: un luogo incantevole ma poco fruito per via dell’assenza di zone ombreggianti. Per richiamare un maggiore afflusso di visitatori, sono stati potenziati i servizi di accoglienza, tra cui l’installazione di padiglioni per la sosta in bambù dalle forme aerodinamiche, rese possibili grazie alle performanti proprietà di trazione e flessione del materiale che si presta facilmente a comporre sagome tridimensionali. 

Atelier cnS + School of Architecture, South China University of Technology, Urban Park Micro Renovation, Foshan, Cina 2021

Junya Ishigami + associates, Kokage-gumo Pavilion, Tokyo, Giappone 2021 Nell'ambito dell'iniziativa "Pavilion Tokyo 2021" l'architetto giapponese Junya Ishigami ha progettato il padiglione "Kokage-gumo", una struttura temporanea concepita per ridare linfa vitale al giardino di una villa abbandonata del 1927 a Chiyoda-ku e per offrire ai visitatori un piacevole spazio ombreggiato per la sosta. L’opera è caratterizzata da una tettoia in legno carbonizzato secondo la tradizionale tecnica dello "yakisugi" di conservazione del materiale attraverso una leggera carbonizzazione della superficie del legno di cedro. La costruzione ruvida e scura si estende attraverso il giardino, avvolgendo delicatamente gli alberi preesistenti come se avesse sempre fatto parte di questo luogo magico e misterioso. 

Junya Ishigami + associates, Kokage-gumo Pavilion, Tokyo, Giappone 2021

IILab, Bamboo Bamboo, Canopy and Pavilions, Guilin, Cina 2020 Nel drammatico paesaggio montano carsico della contea di Yangshuo, nella regione del Guangxi nel sud della Cina, lo studio di architettura lllab ha progettato un padiglione leggero per uno spettacolo teatrale all'aperto. L’eterea struttura in bambù dalle forme morbide e avvolgenti, da cui filtrano animati giochi chiaroscurali, sembra essa stessa “danzare” sospesa tra la ricca vegetazione del luogo. 

IILab, Bamboo Bamboo, Canopy and Pavilions, Guilin, Cina 2020

Kéré Architecture, Xylem Pavilion, Tippet Rise Art Centre, Fishtail, Montana, USA 2019 Tra le vaste distese a verde del Montana, all’interno del Tippet Rise Art Centre, Kéré Architecture ha “importato” un po’ della sua Africa: un padiglione che emerge in una radura circondata da alberi di pioppo, di fronte a un piccolo ruscello, scolpito in tronchi di legno di pino grezzo proveniente da un processo sostenibile di potatura. I tronchi della tettoia sono raggruppati in fasci circolari all'interno di strutture modulari esagonali a travi e colonne in acciaio. La copertura, al contempo massiccia e leggera, si ispira alla “tuguna”, lo spazio sacro di raccolta di molte piccole comunità burkinabè: un riparo basso in legno e paglia che offre ventilazione e protezione dal sole.

Kéré Architecture, Xylem Pavilion, Tippet Rise Art Centre, Fishtail, Montana, USA 2019

VTN Architects, Bamboo Stalactite, Venezia, Italia 2018 Lo studio vietnamita Vo Trong Nghia Architects (VTN) definisce il bambù come "l'acciaio verde del XXI secolo": e proprio con questo materiale progetta strutture flessibili, facilmente duplicabili e trasportabili ovunque. Bamboo Stalactite è un’istallazione per la Biennale di Venezia 2018 collocata sul lungomare: Il padiglione comprende 11 moduli, ognuno dei quali è formato dalla combinazione di 2 strutture a guscio iperboliche che offrono uno spazio ombreggiato per chiunque voglia trovare ristoro dalla calura. 

VTN Architects, Bamboo Stalactite, Venezia, Italia 2018

VTN architects, Nocenco Café, Vinh, Vietnam 2018 Proseguendo le ricerche sul bambù, uno dei materiali fondamentali della tradizione architettonica vietnamita e già sperimentato a Venezia, VTN Architects realizza sulla copertura di un edificio moderno senza particolari qualità a Vinh, nel nord del paese, uno spazio accattivante e iconico per un bar-club. La struttura di cupole e volte autoportanti che modellano il Nocenco Café ospita un ambiente dalla texture vibrante e dalle geometrie variegate, da cui si gode una piacevole vista sul panorama urbano.

VTN architects, Nocenco Café, Vinh, Vietnam 2018

Nendo + Ryue Nishizawa, Roof & Mushrooms Pavilion, Sakyo Ward, Giappone 2013 Un piccolo padiglione in legno nel campus della Kyoto University of Art and Design, addossato ad una ripida collina ricoperta da una lussureggiante vegetazione, offre ai visitatori un gradevole spazio ombreggiato per la contemplazione del panorama in mezzo a boschi di susini. Una copertura leggera ad andamento inclinato poggiante su sottili pilastri protegge la sequenza di sgabelli di fattura artigianale a forma di fungo -raggruppati alla base dei pilastri, negli angoli e nelle fessure dei muri di pietra e delle scale - a evocare, più che arredi, elementi naturali che spuntano spontaneamente dal terreno.

Nendo + Ryue Nishizawa, Roof & Mushrooms Pavilion, Sakyo Ward, Japan 2013

Jürgen Mayer H., Espacio Metropol Parasol, Siviglia, Spagna 2011 L’opera è concepita come un immenso “parasol”, un ombrello traforato per offrire un riparo dal sole ai visitatori di Plaza de la Encarnación, originariamente sede del più grande mercato cittadino poi soppresso e di recente ritornata “a nuova vita” grazie ad un efficace intervento di riqualificazione urbana. Il progetto si sviluppa su cinque livelli e accoglie diverse funzioni: al livello seminterrato una piattaforma consente l’affaccio su resti archeologici; il secondo livello ospita uno spazio adibito a mercato; il terzo livello una piazza per rappresentazioni e spettacoli; il quarto livello un ristorante e il quinto una terrazza panoramica sui quartieri vecchi di Siviglia. La megastruttura di reticoli in legno che garantisce l’ombreggiamento alla piazza, lunga circa 150 metri, profonda 75 e alta 28, è una meraviglia di ingegneria strutturale progettata dalla società Arup e definita dall’architetto tedesco “una cattedrale senza pareti”.

Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926 Voluto dal ricco imprenditore e intellettuale Eusebi Güell, impressionato dal fenomeno delle città-giardino di origine anglosassone, il parco è l’unica opera costruita di un piano urbanistico più vasto che prevedeva la realizzazione di un sobborgo verde sulle colline alle porte di Barcellona. Il parco, costellato di costruzioni dalle forme sinuose, primordiali e dai colori accesi, è un entusiastico inno alla vita e un esempio di equilibrio, tra l’onirico e il giocoso, di architettura e natura. I porticati, variamente cavernosi e umbratili, ben si prestano ad offrire una sosta ristoratrice agli accaldati turisti.

Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926

Foto Gone Lone Wolf da CCsearch

Dove il sole si fa più cocente o semplicemente quando ci si vuole ritagliare un angolo di pace al fresco, l’ombra non è solo un toccasana, ma un elemento concettuale fondativo della progettazione. Continua a leggere

Le capanna nei boschi del mondo

Muji Hut, Giappone 2017 Proposta dall’azienda nipponica Muji, Muji Hut è una piccola casa prefabbricata di 9 mq che, con un prezzo democratico e una tecnologia sostenibile, offre a chiunque la possibilità di rifugiarsi in un piccolo ma confortevole luogo personale, dai boschi alle città. La costruzione si ispira alle Kyosho jutaku, le tradizionali micro-case giapponesi che spesso fanno di necessità virtù, trasformando spazi piccolissimi in ambienti accoglienti. Realizzata in legno proveniente dal Giappone, la mini-casa è caratterizzata da pareti esterne rivestite con un legno di cedro carbonizzato per aumentarne la resistenza, finito con un trattamento superficiale ad olio. Le superfici interne della capanna, prive di trattamenti, si prestano a varie forme di personalizzazione.

Courtesy Muji

Muji Hut, Giappone 2017

Courtesy Muji

Studio Heima, Aska Cabin, Mývatn, Islanda 2020 Aska in islandese significa “cenere” e la piccola costruzione di 21 mq richiama nel nome la cenere e la lava che ricoprono il paesaggio locale. L’approccio progettuale fa esplicito riferimento alla tipologia della casa tradizionale islandese: semplice, funzionale, con tetto verde (il tipico turf) e realizzata con materiali naturali, dove la componente artigianale è parte portante del processo costruttivo. L’intera costruzione è realizzata in legno, materiale naturale per eccellenza. Gli esterni sono rivestiti in doghe di legno di pino bruciato secondo l’antica tecnica giapponese dello Shou-sugi ban che garantisce al materiale, sottoposto a carbonizzazione, maggiore resistenza agli agenti atmosferici e organici; in contrasto con il colore scuro dei prospetti, gli interni sono in legno di pino chiaro che offre luminosità e calore agli ambienti.

Foto Auðunn Nielsson & Trym Sannes

Studio Heima, Aska Cabin, Mývatn, Islanda 2020

Foto Auðunn Nielsson & Trym Sannes

Sher Maker, Wood and Mountain, Mae Rim, Chiangmai, Tailandia 2020 La costruzione essenziale a impianto rettangolare, sospesa su palafitte e immersa nella vegetazione, è un chiaro omaggio alla cultura vernacolare e al mestiere del proprietario, un produttore di mobili: una struttura metallica sostiene un involucro realizzato interamente in legno locale secondo la tradizione della zona. L'uso che in questo progetto viene fatto dell’antica tecnica giapponese di carbonizzazione Shou-sugi ban, oltre a prolungare il ciclo di vita del legno, vuole in questo caso conferire alle superfici un carattere morbido e caldo grazie alle sfumature irregolari e alle imperfezioni che solo una fattura manuale può conferire.

Foto Rungkit Charoenwat

Sher Maker, Wood and Mountain, Mae Rim, Chiangmai, Tailandia 2020

Foto Rungkit Charoenwat

IIlab, The Hermitage, Val Trebbia, Italia 2021 L’edificio ispirato alle capanne nei boschi scandinave e alle sale da tè giapponesi, con i suoi 12 mq può essere vissuto come studio, rifugio o struttura ricettiva. L’essenziale volume parallelepipedo, sospeso su montanti metallici e accessibile da una passerella, sembra fluttuare nel vuoto e dichiara la volontà di inserirsi “in punta di piedi” nel paesaggio, minimizzando l’impronta ecologica del manufatto. L’intera costruzione, prefabbricata e montata a secco, è realizzata con una tecnologia modulare che favorisce la massima flessibilità e scalabilità della composizione a seconda del contesto.

Foto Anna Positano, Gaia Cambiaggi - Studio Campo

IIlab, The Hermitage, Val Trebbia, Italia 2021

Foto Anna Positano, Gaia Cambiaggi - Studio Campo

Caspar Schols, ANNA Cabin, 2023 Altamente standardizzata, prefabbricata, leggera, modulare, facilmente assemblabile, reversibile grazie alla tecnologia a secco e dunque ecologica: questo è come si presenta ANNA cabin che, come dice il progettista, è in sostanza “una valigia contenente elementi standard come un letto, un bagno, acqua e fognature, elettricità”. L’opera è concepita infatti per offrire un kit di base per la vita quotidiana in chiave low tech. L’involucro è caratterizzato da due gusci scorrevoli che offrono controllo delle visuali, schermature da luce e venti, flussi incrociati di ventilazione a seconda del contesto geografico, climatico e di esposizione. La struttura è studiata per garantire il massimo confort grazie a tecnologie di isolamento e di tenuta brevettate che rendono l’abitazione resistente, durevole e adattabile a qualsiasi luogo. 

Foto Jorrit ‘t Hoen

Caspar Schols, Anna Cabin, 2023 Anziché avvalersi di raffinate tecnologie domotiche e digitali, Anna Cabin funziona esclusivamente in modo muscolare per agevolare quel naturale processo di assonanza tra corpo e mente oggetto di studi da parte delle neuroscienze che, insieme al contatto con la natura, è indispensabile per qualsiasi processo di equilibrio interiore. Anna Cabin, di cui si sta approfondendo la modalità di produzione anche da digitale, si è evoluta recentemente nelle versioni Anna Collection, la più lussuosa, e Anna One, la più basica che, fornita di un kit di montaggio, può essere interamente assemblata in autonomia, come un modello in scala 1:1. Unico problema: il costo d’acquisto.

Foto Jorrit ‘t Hoen

Reiulf Ramstad Arkitekter e ASP Architecturem, Breitenbach Landscape Hotel – 48° Nord, Breitenbach, Francia 2020 Una hytte (parola norvegese che significa “piccola casa di legno" e che indica la capanna di montagna tipica dei paesi nordici, diventando Hutte in tedesco) nei boschi dell’Alsazia: così si presenta l’opera che richiama una tipica struttura scandinava progettata dall’architetto norvegese Reiulf Ramstad per un cliente franco-danese. L’intervento consiste in quattordici cabine che punteggiano la collina, disposte su palafitte e interamente smontabili in modo da preservare il più possibile il paesaggio circostante. 

Foto Florent Michel @11h45

Reiulf Ramstad Arkitekter e ASP Architecturem, Breitenbach Landscape Hotel – 48° Nord, Breitenbach, Francia 2020 Tutti i volumi sono rivestiti in castagno non trattato e di provenienza locale, scandito da ampie aperture. Quattro tipologie distinte caratterizzano i volumi poligonali, sviluppati su un unico livello, svettanti e sottili o più spaziosi. Gli interni sono minimali e rustici, qualificati dal legno chiaro e dai mobili a incasso.

Foto Florent Michel @11h45

Atelier Lavit, Lilelo, Grazzano Badoglio, Monferrato, Italia 2022 L’intervento consiste in una sequenza di quattro unità dedicate ad accoglienza turistica e chiaramente ispirate all’archetipo della capanna nel bosco. Le costruzioni, situate in posizione indipendente sul pendio naturale e sopraelevate da terra di circa 2,50 m, sono interamente realizzate in legno, impiegato negli involucri con trame di listelli più o meno fitte per il controllo dell’irraggiamento e in funzione del livello di privacy richiesto dai vari ambienti. 

Foto di Silvia Lavit, Daniele Mazza

Summary, Paradinha, Aldeia da Paradinha, Alvarenga - Arouca, Portogallo 2021 L’intervento riguarda la realizzazione di undici cabine di quattro tipologie – dai mq 28 ai 58 mq – dislocate in un contesto dalla complessa orografia montuosa. Le costruzioni possono essere utilizzate sia come alloggi turistici sia come piccole case, in modo da permettere al complesso di essere fruito durante tutto l’anno. Le cabine in calcestruzzo e legno sono frutto di un processo produttivo interamente standardizzato che ha consentito di ridurre i costi e i tempi di cantiere e di impattare il meno possibile sul contesto, anche grazie alle facili operazioni di montaggio: il progetto ha impiegato infatti Gomos System, un sistema modulare ideato dallo studio stesso che offre moduli completi anche di finiture interne ed esterne, isolamento, serramenti, sistemi per l’acqua e l’elettricità, arredi.

Foto © Fernando Guerra

Laboratoire, Roseraie, phase 1, Liegi, Belgio 2022 Il progetto di Laboratoire in una struttura turistica all’interno di una zona boschiva nei pressi di Liegi riguarda la realizzazione di una serie di cabins unifamiliari distribuite nella proprietà. Le architetture si rifanno all’iconografia della capanna, rievocata dal volume essenziale qui reinterpretato in chiave contemporanea grazie all’impiego del vetro traslucido che smaterializza i volumi. Lo studio ha scelto il vetro industriale Uglass, un materiale utile per realizzare pareti dall’elevata resa luminosa e mantenere un alto grado di efficienza, grazie alle ottime performances in termini di acustica, sicurezza e isolamento termico. L’impiego anche nelle coperture contribuisce a diffondere la luce solare da diverse angolazioni.

Foto di Nicolas da Silva Lucas

Scenic Lets Architects, Scenic Herefordshire, Orcop, Gran Bretagna 2022 L’opera si innesta nella topografia scoscesa delle colline dell’Hertforshire – dove la famiglia della committente da decenni gestisce un’azienda agricola – e comprende tre case-vacanze. Il rapporto biunivoco con il paesaggio e la cultura locale è la chiave di lettura dell’intervento: la volumetria a capanna e i rivestimenti esterni in legno scuro intessono un dialogo con le forme costruite e le cromie del contesto. Dal momento che, del sito in forte pendenza, solo la parte superiore era pianeggiante e quindi accessibile per la costruzione, le case-vacanza sono state realizzate interamente attraverso una tecnologia off-site e assemblate in situ su fondamenta già predisposte, in poco tempo e con minimi disagi per il sito. Ogni unità include un kit di base pronto per il trasporto con bagni e cucine preinstallati, un sistema di riscaldamento a umido a pavimento, i cablaggi e l'involucro completo di finestre.

Foto Francesco Mariani

Scenic Lets Architects, Scenic Herefordshire, Orcop, Gran Bretagna 2022

Foto Francesco Mariani

In tempi più recenti, la ricerca di esperienze “detox” dallo stress urbano induce un turismo spesso esclusivo a riscoprire le suggestioni idilliche delle origini in luoghi appartati, dove piccole architetture immerse nel paesaggio prefigurano un cambio di rotta esistenziale anche solo per un weekend. Continua a leggere

Labirinti e parchi magici in Europa

Alfred e Sara Fox, Glendurgan Garden, Falmouth, Regno Unito 1830 Situato tra morbide vallate lungo il fiume Helford in Cornovaglia e oggi tutelato dal National Trust, il parco fu ideato all’inizio del XIX secolo: i coniugi Fox qui introdussero una vegetazione rara ed esotica che trovò un habitat favorevole grazie al clima mite della vallata. La piccola costruzione in paglia ripropone l’edificio scolastico demolito e un tempo utilizzato dai proprietari per istruire i bambini del villaggio. Il labirinto, piantumato nel 1833 sulla falsariga dei Giardini di Sydney a Bath, conserva ancora la maggior parte delle siepi di ciliegio e alloro originali.

Foto di Steve Bittinger su Flickr

Alfred e Sara Fox, Glendurgan Garden, Falmouth, Regno Unito 1830

Foto di Markles55 Photos su Flickr

Giardini di Marqueyssac, Vézac, Francia 1860 La tenuta in Aquitania, che comprende il castello privato di Marqueyssac del XVII secolo e il parco romantico, si estende su 22 ettari e include percorsi sinuosi tra la vegetazione, giardini con rocce, belvederi, cascate e teatri nel verde. Particolarità del sito sono i 150.000 bossi centenari potati a mano dalle forme tondeggianti e ondulate che creano un fantasioso spettacolo naturale. Il parco è aperto in diverse occasioni dell’anno e nelle serate estive si illumina con migliaia di candele, a rendere ancora più magica l’atmosfera.  

Foto di Wolfgang Sauber su wikimedia commons

Giardini di Marqueyssac, Vézac, Francia 1860

Foto di Angel de los Rios da Flickr

Luigi Manini, Quinta da Regaleira, Sintra, Portogallo 1910 Quinta da Regaleira è una tenuta di 4 ettari con palazzo storico e parco, situata nel centro storico di Sintra e configurata nella veste attuale nei primi anni del XX secolo. Il complesso dall’atmosfera gotica comprende giardini esotici, laghetti, grotte, labirinti e tempietti, in un ricco connubio di stili architettonici: dal gotico manuelino, alle rivisitazioni rinascimentali e romaniche. Numerosi sono i riferimenti all’esoterismo, alla massoneria, ai percorsi alchemici e alla mitologia classica: esemplare il Pozzo iniziatico, una scala a spirale di nove piani che penetra fino a 30 metri in profondità, sul cui fondo si trova scolpita la croce dei Templari. Dopo un tuffo nelle tenebre, si pensa a come ritornare alla luce.

Foto di Vitor Oliveira su Flickr

Luigi Manini, Quinta da Regaleira, Sintra, Portogallo 1910

Foto di Vitor Oliveira su Flickr

Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926 Commissionato dal ricco imprenditore e intellettuale Eusebi Güell, impressionato dal fenomeno delle città-giardino di origine anglosassone, il parco è l’unica opera costruita di un piano urbanistico più vasto che prevedeva la realizzazione di un sobborgo verde sulle colline alle porte di Barcellona. Il parco, costellato di costruzioni dalle forme sinuose, primordiali e dai colori accesi, è un entusiastico inno alla vita e un esempio di equilibrio, tra l’onirico e il giocoso, di architettura e natura.

Foto di Wojtek Gurak su Flickr

Antoni Gaudì, Parque Güell, Barcellona, Spagna 1926

Foto Enrique Fernández su Flickr

Grez Bright, Longleat Hedge Maze, Horningsham, Regno Unito 1975 Con un percorso di 2,75 chilometri costeggiato da oltre 16mila siepi di tasso, Longleat Hedge Maze vicino al villaggio di Horningsham nel Wilshire, in Inghilterra, è uno dei labirinti più lunghi del mondo. Le siepi alte 2,50m rendono impossibile intravedere una via d’uscita, se non attivando il senso dell’orientamento o affidandosi al caso. Si situa in un parco di 400 ettari che ospita anche un parco safari, una residenza e altri tre labirinti più piccoli.

Foto di Jon Candy su Flickr

Grez Bright, Longleat Hedge Maze, Horningsham, Regno Unito 1975

Foto di Karen Roe su Flickr

Agustín Ibarrola, Bosque de Oma, Cortézubi, Spagna 1985 Il pittore e scultore basco Agustín Ibarrola ha concepito il “bosco animato” o bosco di Oma, all’interno della Riserva della Biosfera di Urdaibai, come manifesto del rapporto tra natura e presenza umana. Le tracce policrome dipinte sui tronchi degli alberi formano figure geometriche, antropomorfe e zoomorfe, sono percepibili nella loro interezza solo da alcune precise visuali e restano segni misteriosi e incomprensibili ad una lettura disattenta o inconsapevole.

Foto di Javi su Flickr

Agustín Ibarrola, Bosque de Oma, Cortézubi, Spagna 1985

Foto di Álvaro Bohórquez su Flickr

Bernard Tschumi, Parc De La Villette, Parigi, Francia 1991 Il parco di 55 ettari, situato in una zona periferica di Parigi e tra i più grandi della città, rappresenta un’ importante attrazione dal punto di vista sia architettonico sia scientifico-culturale. Il suo disegno nasce dalla sovrapposizione di diversi tracciati geometrici complementari, punteggiati nelle loro intersezioni dalle costruzioni rosse dette folies. Nell’area si trovano la Cité des Sciences et de l'Industrie, il più grande museo della scienza in Europa, la Géode, una sala di proiezione semisferica con superficie specchiante, la Cité de la musique, un museo di strumenti musicali con una sala da concerto e sede del Conservatorio, lo Zénith, un’arena con 6.300 posti, la Grande Halle, spazio dedicato a fiere ed eventi, la Philharmonie de Paris (di Jean Nouvel), una sala da concerto sinfonico con 2.400 posti. I giardini tematici per l’intrattenimento, come il Jardin du Dragon con un grande drago d'acciaio e il Jardin de Bambou, attirano visitatori di ogni età.

Foto di Jean-Pierre Dalbéra su Flickr

Bernard Tschumi, Parc De La Villette, Parigi, Francia 1991

Foto di Carl Campbell su Flickr

Beverley Lear, Peace Maze, Castlewellan, Irlanda del Nord 2001 Con una superficie totale di 11.215 mq, Peace Maze di Castlewellan è uno dei più grandi labirinti di siepi permanenti al mondo e un simbolo di pace per l'Irlanda del Nord. Piantata con il coinvolgimento della comunità, la siepe comprende 6.000 alberi di tasso. Obiettivo del percorso, lungo circa 3 km, è arrivare al centro del labirinto dove si colloca la campana della pace, il cui rintocco è di buon auspicio.

Foto di Paul at English wikipedia su wikimedia commons

Beverley Lear, Peace Maze, Castlewellan, Irlanda del Nord 2001

Foto bishib70 su Flickr

Charles Jencks, Garden Of Cosmic Speculation, Dumfries, Regno Unito 2002 Un parco che traduce in land art la complessità d diverse teorie scientifiche: così, l’architetto e paesaggista Charles Jencks ha concepito il giardino nella sua tenuta di Portrack House, in Scozia, dove su una superficie di 12 ettari vengono raccontati formule matematiche e temi apparentemente ineffabili – come la distorsione del tempo e dello spazio causata dai buchi neri – tra giochi paesaggistici di simmetrie e curvature, terrazzamenti, ponti e sculture. Il giardino è privato e viene aperto al pubblico una volta all’anno nell’ambito del programma Scotland's Gardens.

Foto di Gary Denham su Flickr

Charles Jencks, Garden Of Cosmic Speculation, Dumfries, Regno Unito 2002

Foto di Flexdream su wikimedia commons

Jupiter Artland, Edimburgo, Regno Unito 2009 Il parco di circa 40 ettari immerso nella campagna scozzese, a pochi chilometri da Edimburgo nella tenuta di Bonnington House, una casa di campagna del XIX secolo, ospita installazioni permanenti, opere d’arte contemporanea e di land art dei più celebri artisti e paesaggisti internazionali, da Anish Kapoor, a Christian Boltanski, a Charles Jencks. Nel 2015 lo studio Benjamin Tindall Architects ha progettato le due nuove costruzioni che ospitano spazi di servizio ed espositivi.

Foto di Steve Hodgson su Flickr

Jupiter Artland, Edimburgo, Regno Unito 2009

Foto di Rosa Menkman su Flickr

Mary Reynolds, Brigit’s gardens, Pollagh, Rosscahill, County Galway, Irlanda 2011 Adagiato fra le colline del Connemara, Brigit’s Garden è un museo all'aperto ispirato alla mitologia e al calendario celtico, ed è dedicato a Brigit, la dea della fertilità e della primavera particolarmente amata dai druidi. Il disegno del luogo omaggia i quattro grandi appuntamenti dell'anno celtico riproposti in quattro aree naturalistiche: Samhain (l’inverno), Imbolc (la primavera), Bealtaine (l’estate) e Lughnasa (l’autunno). Un percorso sacrale nella spirale delle stagioni, tra ninfee, bacche colorate e piante simboliche, conduce il visitatore ad esplorare con i sensi il ciclo della vita in tutte le sue fasi. 

Foto di Young Shanahan su Flickr

Mary Reynolds, Brigit’s gardens, Pollagh, Rosscahill, County Galway, Irlanda 2011

Foto di Jacline su Flickr

Josep Pujiula, Parc d'en Garrell, Argelaguer, Spagna 2014 Situata in Catalogna, l'opera è stata creata da Josep Pujiula, un abitante della zona, che l’ha avviata negli anni Settanta, per poi ricostruirla più volte nel tempo (a causa di atti vandalici, incendi e della costruzione della ferrovia) fino ad approdare alla versione odierna (la quarta). Dal 2014 il parco è aperto al pubblico ed è considerato un'attrazione locale, tra bizzarrie e suggestioni esoteriche, come torri alte 30 m in rami di legno di acacia, gallerie, labirinti di rami incrociati, incisioni rupestri e totem antropomorfi in metallo arrugginito. 

Foto di Smolera su wikipedia

Josep Pujiula, Parc d'en Garrell, Argelaguer, Spagna 2014

Foto di Smolera su wikimedia commons

Tim Smit, Lost Gardens Of Heligan, Pentewan, Regno Unito 1990 Il complesso di giardini di origine settecentesca si colloca nella tenuta di Heligan in Cornovaglia. I giardini, considerati nel XIX secolo tra i più belli della Gran Bretagna, dopo la prima guerra mondiale caddero in rovina (da qui il nome di “giardini perduti”) ma sono stati recuperati negli anni ’90 del secolo scorso nell’ambito del più vasto progetto di restauro del verde in Europa. Il parco con padiglioni, stagni, grotte e sculture si estende in un'area di circa 32 ettari e comprende giardini all’italiana, all’inglese ed esotici. Tra le più opere più curiose, Mud Maid e The Giant's Head, sculture che fanno capolino dal suolo, tra le frasche.

Foto di Rob Young su Flickr

Tim Smit, Lost Gardens Of Heligan, Pentewan, Regno Unito 1990

Foto di Alan Weir su Flickr

Ann Atkin, The Gnome Reserve, Bradworthy-Devon, Regno Unito 1979 Se ogni tanto scompare un nano da giardino, si può ipotizzare che la sua fuga (o rapimento) lo abbia portato nel Devon dove Ann Atkin, una studiosa d’arte, ha realizzato un giardino fiabesco aperto al pubblico. La tenuta di 1,6 ettari comprende un bosco, un ruscello, uno stagno, un prato e un giardino con circa 250 specie di fiori selvatici e felci, dove oltre 1.000 gnomi ed elfi trovano una collocazione. 

Foto di Lewis Clarke su wikimedia commons

Ann Atkin, The Gnome Reserve, Bradworthy-Devon, Regno Unito 1979

Foto di Lewis Clarke da wikimedia commons

Tra labirinti, percorsi artistici e culturali, simbologie e cammini esoterici, esploriamo una selezione di  giardini e parchi europei che celebrano la natura e i significati molteplici che le vengono attribuiti. Continua a leggere

Dalla turbina eolica all’accessorio per igienizzare le bottiglie d’acqua, una selezione di proposte innovative, quasi tutte in crowdfunding, pensate per esperienze all’aria aperta. Continua a leggere