13 architetture che proteggono dal sole e dal caldo

Dove il sole si fa più cocente o semplicemente quando ci si vuole ritagliare un angolo di pace al fresco, l’ombra non è solo un toccasana, ma un elemento concettuale fondativo della progettazione.

Se in questi giorni di un afoso luglio un filo d’ombra è un miraggio per un’umanità arroventata, c’è chi come lo scrittore giapponese Jun'ichirō Tanizaki trovava nell’oscurità ben più di un salvavita emergenziale per riequilibrare la temperatura corporea. Nell’ombra, Tanizaki vedeva infatti lo spirito della cultura tradizionale giapponese fatta di percezioni sfumate, gesti misurati, ambienti appartati, esperienze sensoriali non solo visive ma soprattutto olfattive, tattili e uditive in contrasto con la sensibilità occidentale ossessionata dal progresso tecnologico e votata agli eccessi dell’illuminazione elettrica.

E la fascinazione per l’ombra trova una sua ragione d’essere anche in architettura: nella progettazione, l’ombra è infatti da sempre un elemento compositivo determinante che conferisce alla forma costruita una valenza plastica e vitale (lo sapevano bene Barragán, Terragni e Le Corbusier, tra gli altri), se non a volte “spirituale” (le piramidi di Chichén Itzà ne sono un esempio), grazie agli effetti chiaroscurali che animano i volumi di una propria espressività sempre mutevole, in contrapposizione alla stasi “mortifera” delle forme bi-dimensionali.

Perciò tra simbologie, giochi geometrici e suggestioni percettive, il valore dell’ombra esula dal suo carattere prettamente prosaico di ristoro dal caldo per accedere ad una dimensione estetica che trova negli sfumati, nei contrasti, nel dualismo tra gli opposti, nella transitorietà una chiave interpretativa – di origine prettamente orientale – della realtà.

Un principio che trova espressione in molte architetture recenti concepite come ripari temporanei o permanenti in zone climatiche più o meno estreme, dove le ombre animano gli spazi di una loro forza endogena che trascende, spesso, la semplicità delle costruzioni: opere fatte di materiali naturali – legno, bambù, lino – dalle forme essenziali (Folly in the Forest Pavilion, Kokage-gumo Pavilion e Roof & Mushrooms Pavilion in Giappone; Matter.Space.Soul Pavilion in Bangladesh; Xylem Pavilion negli USA) o articolate (Urban Park Micro Renovation e Bamboo Bamboo Pavilion in Cina; livMatS Pavilion in Germania; Bamboo Stalactite a Venezia; Tematic district expo DubaiNocenco Café in Vietnam; Espacio Metropol Parasol e Parque Güell in Spagna) ma che esprimono sempre e comunque un rapporto simbiotico con la natura e con il tempo che passa e che, per questo, si percepiscono come “materia viva”.

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram