L’intrinseca bellezza della Citroën Ds, raccontata da Norman Foster

Il guest editor 2024 di Domus, grande appassionato di car design, ricorda quando ancora studente vide per la prima volta l’iconica auto francese alla Triennale di Milano.

Questo articolo è stato pubblicato precedentemente su Domus 1090.

Ho parecchie passioni, tutte contigue. Mi piacciono l’architettura, l’arte e il design delle automobili, degli aerei e dei treni. Le auto che reggono alla prova del tempo diventano classici del design, come succede nell’arte e nell’architettura. Sospetto che accada per gli stessi motivi, perché c’è un apprezzamento della bellezza che travalica i confini tra discipline. Un’auto può diventare una scultura e, quando la qualità è straordinariamente alta, può trascendere il suo scopo primario. 

Altrettanto vale per l’architettura e il critico americano Paul Goldberger coglie nel segno quando scrive che “l’architettura acquisisce valore quando è più di un riparo dagli elementi naturali e inizia a dire qualcosa del mondo: quando comincia ad assumere qualità d’arte” (Why Architecture Matters, 2009). Ho visto la Citroën Ds per la prima volta nel 1957, da studente, durante una visita alla Triennale di Milano. Era già un oggetto di culto, sospesa com’era nello spazio come una scultura, e la sua straordinaria bellezza era sottolineata dall’eliminazione delle ruote e dall’aggiunta di una carenatura che riprendeva il profilo della carrozzeria.

Un’auto può diventare una scultura e, quando la qualità è straordinariamente alta, può trascendere il suo scopo primario.

Quando, nel 1957, Roland Barthes vide questo veicolo radicalmente nuovo ne fece grandi lodi. Ecco una breve citazione: “Credo che oggi l’automobile sia quasi l’equivalente esatto delle grandi cattedrali gotiche: una grande creazione d’epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico” (Mythologies, originale francese del 1957). Barthes era nel solco della tradizione intellettuale francese, ma le sue parole erano provocate dalla risposta popolare all’intrinseca bellezza della Ds, benché aprisse strade nuove anche dal punto di vista tecnico.  

Immagine di apertura:  La Citroën Ds, in produzione dal 1955 al 1975, in uno scatto di Tif Hunter. Il progetto è di André Lefèbvre e Flaminio Bertoni (designer della carrozzeria), oltre a Paul Magès, ideatore delle sospensioni. Foto Tif Hunter

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