Quindi lo stadio di San Siro sarà demolito davvero?

La risposta è sì, anche se non totalmente. Intanto, con la vendita a Inter e Milan dell’area dello stadio, addio ai concerti a San Siro.

Un consiglio comunale durato una notte, l’annuncio della vendita ai club milanesi, la rivelazione dei nomi che firmeranno il nuovo stadio, Norman Foster e Manica. Questi sono gli ultimi highlights che hanno segnato la controversa vicenda dello stadio di Milano, il vecchio e il nuovo. Ma la domanda che in questo momento tutti si stanno ponendo, per via del bombardamento mediatico in corso sul tema e davvero poca chiarezza, è sempre la stessa dall’inizio della storia: il Meazza sarà definitivamente demolito oppure no? A maggio del 2025 avevamo raccontato delle ipotesi in gioco dopo la notizia della vendita resa pubblica dal Comune di Milano. L’acquisto congiunto da parte di Inter e Milan era solo una possibilità, ma forse è sempre stata la più concreta visto che mentre le sorti dell’area erano ancora incerte, i due club stavano già rendendo pubblico e alla portata di tutti il documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) con un nuovo impianto da 71.500 posti, da costruire nell’attuale zona parcheggio. 

Foto yorgen67

Le intenzioni di Milan e Inter: cosa sappiamo ad oggi

Il documento di fattibilità, presentato a marzo da Milan e Inter, metteva a confronto tre alternative: la prima prevedeva di lasciare lo stadio Meazza così com’è (con soli pochi interventi di manutenzione indispensabili per la sicurezza degli utenti), ma questa scelta non avrebbe risolto i suoi importanti problemi strutturali e avrebbe richiesto ulteriori interventi nel corso degli anni, con costi sempre più elevati a carico della collettività. La seconda alternativa si basava su una riqualificazione strutturale e funzionale del Meazza che avrebbe sicuramente prolungato la vita dell’impianto ma che – secondo quanto riportato dai club – avrebbe avuto dei costi elevatissimi e non avrebbe permesso di ampliare la capienza dello stadio, anzi, l’avrebbe ridotta ulteriormente con perdite economiche rilevanti. La terza alternativa, che è anche la decisione finale dei club, prevede una “soluzione di compromesso” con una parziale demolizione del Meazza: la rimozione della copertura, della maggior parte delle tribune e delle rampe iconiche che ne caratterizzano la facciata, oltre alla demolizione integrale del primo anello “giudicato non meritevole di alcuna tutela nemmeno dalla Soprintendenza” dice il DocFap. 

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Roberto Conte, San Siro, Milano, 2020

Foto Roberto Conte

Stadio di San Siro, foto d'archivio

Crediti L. Macchiavelli per Ragazzi and Partners

Stadio di San Siro, foto d'archivio

Crediti Ragazzi and Partners

Stadio di San Siro, foto d'archivio

Crediti L. Macchiavelli per Ragazzi and Partners

Stadio di San Siro, foto d'archivio

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Stadio di San Siro, foto d'archivio

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Stadio di San Siro, foto d'archivio

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Stadio di San Siro, foto d'archivio

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Stadio di San Siro, disegni d'archivio

Crediti Studio Buzzi

Stadio di San Siro, disegni d'archivio

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Stadio di San Siro, disegni d'archivio

Crediti Ragazzi and Partners

Stadio di San Siro, foto d'archivio

Crediti Ragazzi and Partners

Stadio di San Siro, foto d'archivio

Crediti Ragazzi and Partners

Ma il piano, che ricordiamo essere ancora solo un preliminare con un grado di variabilità considerevole, prevede anche la salvaguardia della Torre 11 e una parte delle rampe elicoidali del secondo anello (fronte est). L’obiettivo è quello di rendere questi elementi la memoria storica della “Scala del calcio”, dove infatti dovrebbe sorgere uno spazio museale.  Quindi, i nostalgici e gli affezionati dovranno abituarsi all’idea che della struttura originaria, costruita nel 1925 e poi modificata più volte nel corso del Novecento, con una stratificazione ingegneristica impressionante, da Ulisse Stacchini a Leo Finzi, rimarrà davvero poco, con il dubbio condiviso che forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più.

Che fine ha fatto il vincolo della Soprintendenza

Tra i motivi che smentivano la possibilità di realizzare un nuovo stadio demolendo il Meazza c’è sempre stata un’unica debole speranza: dal 2025 l’edificio è parzialmente vincolato. Ma le cose non stanno proprio così. 

Lo stadio di San Siro nel 1926

In realtà, un vincolo preliminare sugli edifici pubblici scatta automaticamente dopo 70 anni, ma è sempre soggetto a valutazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che può confermarlo o revocarlo se non sussistono motivazioni valide. Il primo anello è datato al 1925: significa che l’edificio ha addirittura 100 anni e quindi dovrebbe essere già vincolato, ma come già accennato, la Soprintendenza non ha ritenuto che questa porzione dell’edificio fosse da tutelare.   

I nostalgici e gli affezionati dovranno abituarsi all’idea che della struttura originaria rimarrà davvero poco.
Italia-Austria 1-0. Semifinale dei Mondiali di calcio 1934, Stadio San Siro

Un caso totalmente diverso riguarda l’ampliamento degli anni ’50, progettato dall’ingegnere Ferruccio Calzolari e dall’architetto Armando Ronca: la Soprintendenza ritiene “degne di considerazione”, elemento da non sottovalutare, “le strutture del 1955, il secondo anello e le rampe elicoidali”. Sono proprio quegli elementi (o almeno una parte di essi) che dovrebbero essere salvati secondo il progetto di Milan e Inter.  Il vincolo, però, non è ancora scattato: la Soprintendenza ha stabilito che la data ufficiale per i 70 anni è il 10 novembre 2025. Questo significa che, se i club non riuscissero a terminare il rogito entro quella data, il progetto potrebbe subire notevoli ritardi o persino la revisione complessiva del masterplan sulla base del nuovo inequivocabile vincolo. 

Una delle rtorri di San Siro, 2023. Foto Zach Rowlandson

Quando vedremo il nuovo stadio

L’ultima volta che l’Italia ha visto la costruzione di un nuovo stadio così rilevante risale allo Juventus Stadium (o Allianz Stadium) a Torino, inaugurato a settembre del 2011. Anche in questo caso, la demolizione dello Stadio delle Alpi, costruito per i mondiali del 1990, passa dalla privatizzazione della stessa area, inizialmente del comune, dopo che la società bianconera ha acquisito i diritti sulla superficie. Il nuovo stadio di San Siro, firmato Norman Foster e Manica, dovrebbe essere completato entro il 2031, in tempo per la candidatura di Milano a ospitare alcune partite degli Europei di calcio del 2032. L’inizio dei lavori è previsto per il 2027, mentre il Meazza continuerà ad esistere per qualche anno per consentire alle squadre di continuare a giocare le partite in casa senza spostarsi dalla città. I concerti, invece, saranno ufficialmente sospesi, in un luogo in cui si sono esibiti artisti di calibro internazionale di ogni età e genere musicale, da Bruce Springsteen a Taylor Swift.

Negli ultimi anni il quartiere di San Siro ha già vissuto profonde trasformazioni: dal nuovo social housing nell’area dell’ex Trotto alla riqualificazione delle ex scuderie De Montel, oggi sede delle terme metropolitane più grandi d’Europa, separate dalla futura area di cantiere solo dalla via Achille.  Eppure, nessuno di questi interventi ha avuto l’impatto simbolico e mediatico della vicenda dello stadio. Perché San Siro non è solo un impianto sportivo: è un monumento che racchiude un secolo di storia milanese e italiana. La sua demolizione, non mitigata dall’idea di conservarne alcuni frammenti, resta una scelta urbanistica controversa che riaccende il dibattito degli ultimi mesi (anni?) e mette ancora una volta Milano sotto i riflettori, con una storia già controversa e che deve ancora cominciare. 

Immagine dal Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali, proposta congiunta

Immagine di apertura: San Siro, settembre 2019. Foto medvedkov