Molteni ha allestito una mostra di design senza oggetti

Per i primi dieci anni del Molteni Museum di Milano, Ron Gilad ha curato una mostra che ripercorre la storia dell'azienda attraverso un archivio di testimonianze 2D, dalle foto dei grandi fotografi italiani, alle pubblicità storiche, fino ai cortometraggi.

Seppur relativamente recente, la storia del design inizia a collezionare un passato sempre più corposo. Così negli ultimi anni fioriscono musei e mostre dedicate alla disciplina nata con l’industria e, in tutti i casi, la questione è soprattutto una: come si racconta la storia del design? Alla base della domanda ce n’è un’altra altrettanto irrisolta e riguarda la definizione stessa di design. Cosa va incluso e cosa va escluso nella narrazione della sua evoluzione? Cosa va privilegiato e cosa piuttosto riguarda ambiti che hanno avuto un peso solo parziale nelle dinamiche della progettazione?

Le stesse questioni hanno riguardato un’istituzione che quest’anno festeggia il decimo anno dalla sua fondazione: il Molteni Museum di Milano, che per celebrare il traguardo ha chiesto a Ron Gilad, progettista che collabora da tempo con l’azienda, di curare l’allestimento.
Prende vita così Museum 2D, una mostra che ripercorre le tappe della storica azienda fondata nel 1934 a Giussano solo attraverso testimonianze bidimensionali. Non i mobili, non i loro modelli, non gli strumenti che li hanno plasmati, ma tutta la vastissima documentazione che li ha anticipati e poi raccontati al mondo.

Sono esposti bozzetti, immagini, slogan, fotografie, inviti, pubblicità, video e post che hanno contribuito a definire e rafforzare i valori e l’identità a cui il brand ha dato la forma di mobili e complementi d’arredo indimenticabili. “Il medium è il messaggio”, con le parole del sociologo canadese Marshall McLuhan: il design è ciò che lo comunica e lo testimonia.

Non i mobili, non i loro modelli, non gli strumenti che li hanno plasmati, ma tutta la vastissima documentazione che li ha anticipati e poi raccontati al mondo.

L’esposizione ripercorre i cambiamenti che hanno caratterizzato un approccio alla comunicazione, e alla produzione sempre dinamico, permettendo all’azienda di rimanere un costante punto di riferimento per la società che cambiava e di cui cambiavano gusti, idee e abitudini. Insieme alle campagne, alle fotografie – scattate dai più grandi: Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Studio Azzurro – ai gadget e alla storia dell’evoluzione del logo, sono in mostra alcune opere all’avanguardia.

Tra le tante, La vita in un armadio (2007) fu un’operazione profondamente colta e significativa ma anche innovativa per presentare la collezione di armadi Gliss 5th: uno spettacolo teatrale interpretato da Anna Galiena raccontava attraverso dei monologhi gli armadi di sei grandi donne del ‘900: Evita Perón, Frida Kahlo, Marguerite Yourcenar, Elisabetta II d’Inghilterra, Maria Callas, Marilyn Monroe.

La vita in un armadio, 2007

White Noise (2021) è un cortometraggio d’autore diretto da Beniamino Barrese e Mattia Colombo ambientato a Venezia. Nella città natale dell’architetto Carlo Scarpa, attraverso le icone Molteni, il film omaggia la storia dell’architettura veneta e uno dei suoi tratti più caratteristici: l’acqua.

La mostra Museum 2D al Molteni Museum ha inaugurato il 2 marzo, in occasione di Milano MuseoCity 2025.

Beniamino Barrese e Mattia Colombo, White Noise, 2021

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