Wolfgang Laib a Lugano

Al MASI di Lugano, la grande monografica su Wolfgang Laib raccoglie 50 opere dell’artista tedesco, come il luminoso campo di polline che invita a meditare sulla ciclicità della natura.

La mostra si apre dando spazio a disegni e fotografie, delineando immediatamente il singolare vocabolario artistico di Laib, capace di coniugare con armonia e semplicità una profonda conoscenza di culture e religioni orientali con un’altrettanto intima riflessione sulle radici del patrimonio culturale occidentale. Le fotografie realizzate da Laib durante i suoi viaggi in Europa e in Asia compongono un repertorio di forme che prende nuova vita nei suoi essenziali disegni a pastello. A loro volta i motivi che popolano le opere su carta riecheggiano e si amplificano nelle sculture e installazioni che completano il percorso espositivo, secondo un principio di circolarità e ripetizione paradigmatico dell’opera dell’artista.

Wolfgang Laib, MASI Lugano, 2017

Nell’ampio spazio espositivo dialogano senza barriere opere rappresentative dell’intero percorso artistico di Laib: da Milkstone, scultura essenziale che sposa in un equilibrio perfetto la durezza del marmo alla fluidità del latte, presente sin dalle prime esposizioni, alle più recenti strutture in legno ricoperte da rilucente lacca birmana (Untitled, 2003); dalla celeberrima sequenza dei Rice Meals (1983) fino all’imponente ziggurat (Es gibt keine Anfang und kein Ende, 1999) in legno e cera d’api che impressiona con la sua mole e il suo intenso profumo. Fulcro della mostra è l’ampio e luminoso campo di polline di pino, presenza al tempo stesso effimera e grandiosa, che inevitabilmente invita a meditare sulla ciclicità della natura e la precarietà dell’esistenza, celebrandone al contempo la complessità e la ricchezza.

Wolfgang Laib, Rice House, 2000-2001 e 2011

Significativa è l’attitudine con la quale Laib da sempre si confronta con i materiali organici e inorganici che rendono inconfondibili le sue opere: il marmo viene scolpito, la cera viene plasmata e il polline disposto in ordinate composizioni senza la presunzione di attribuire alla materia un nuovo valore, bensì con la volontà di essere un tramite che con il suo lavoro rende visibile la bellezza intrinseca ad ogni materiale.

Wolfgang Laib, MASI Lugano, 2017
Wolfgang Laib, Polline di pino, 2012-2015
Wolfgang Laib, Senza titolo, 1991-1999
Wolfgang Laib, MASI Lugano, 2017
<b>A sinistra</b>: Wolfgang Laib, Es gibt keinen Anfang und kein Ende, 1999. <b>A destra</b>: Wolfgang Laib, MASI Lugano, 2017
Wolfgang Laib, The Five Mountains Not to Climb On, 1984