Il sentiero dei nidi di ragno

#53 Il lavoro di Segno Italiano riprende alcune produzioni italiane scomparse, come la collezione di canestri intrecciati alla quale ha collaborato Antonio Marras. #salone2015

“Noi la crisi non sappiamo cos’è”. Alberto Nespoli, classe 1981, fondatore di Segno Italiano, lo ammette con soddisfazione e un pizzico d’orgoglio.

Eppure, quando ha cominciato otto anni fa, la crisi si faceva sentire eccome. Solo che il mestiere che si è inventato con i due soci, Domenico Rocca e Leo Prusicki, è un campo difficile e articolato, ammette, ma del tutto vergine, ancora senza concorrenti.

Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri

Il lavoro di Segno Italiano è incentrato sull’italianità, sulla voglia di rimettere in moto alcune produzioni scomparse. “Vogliamo creare un sistema un po’ come slowfood, individuando dei distretti, lavorando con l’artigianato italiano e con le maestranze radicate da almeno un secolo”, racconta. La loro attività contempla una parte importante di ricerca, ma anche un’altra parte, altrettanto rilevante, di strategia, comunicazione e marketing.

Dopo i coltelli di Scarperia, la sedia leggera di Chiavari (“la mamma della Superleggera”), la Tripolina, le amache di Monteisola, la ceramica Atestina, i ramaioli tridentini, i vetri verdi di Empoli, è ora la volta di un’altra avventura: con i migliori artigiani della Sardegna (per la precisione di Monteputzu) hanno creato una collezione di canestri intrecciati in canna di fiume, mirto e ulivo con il manico in salice, presentata al Fuorisalone nello showroom di Antonio Marras con una suggestiva e scenografica installazione.

Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri

“Entriamo nelle botteghe in punta di piedi per imparare e capire, ci capita di vedere pezzi dimenticati che per noi hanno potenziale enorme, come la collezione del vetro verde di Empoli che nessuno soffiava più da 20 anni”, prosegue. L’obiettivo è “avviare un meccanismo virtuoso per rimettere in moto produzioni ormai scomparse”. “È forse la reazione al design industriale, che non ha più il processo produttivo di un tempo”, ammette. Punti di riferimento nel mondo del design? “Progettualmente mi piace Castiglioni, poeticamente Sottsass: in generale, amo il progettare pensato e realizzato bene”.

Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri
Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri
Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri
Segno Italiano, Il sentiero dei nidi di ragno, vista dell'allestimento, Circolo Marras. Photo Riccardo Amarri
Segno Italiano con Antonio Marras, Il sentiero dei nidi di ragno
Segno Italiano con Antonio Marras, Il sentiero dei nidi di ragno
Segno Italiano con Antonio Marras, Il sentiero dei nidi di ragno
Segno Italiano con Antonio Marras, Il sentiero dei nidi di ragno


14–19 aprile 2015
Il sentiero dei nidi di ragno
Segno Italiano
Circolo Marras
Via Cola di Rienzo 8, Milano