Il numero di aprile di Domus arriva in edicola con una sedia fumante in copertina. Opera di un collettivo di designer guidato da Thibault Brevet, la sedia DMR è pensata per disintegrarsi dopo essercisi seduti 8 volte, generando un dibattito intorno all’ “obsolescenza programmata”. Ancora una riflessione sugli oggetti arriva da Justin McGuirk che individua nell’ossessione per la funzionalità messa in moto dal Modernismo, e amplificata dal mercato, la causa del proliferare di prodotti super-efficienti che, anziché regalarci tempo libero, creano nuove schiavitù.

Nel numero 968 di Domus, Joseph Grima traccia un ricordo di Gabriele Basilico attraverso le investigazioni urbane condotte dal grande fotografo milanese recentemente scomparso, per il quale la fotografia ha rappresentato soprattutto un’attività sociale. Mentre ad Amsterdam lo studio DUS architects riflette sul futuro della professione dell’architetto all’alba della terza rivoluzione industriale attravreso il KamerMaker, primo padiglione mobile del mondo per la stampa tridimensionale, nell’Isola di Fogo, con il Fogo Island Inn progettato da Todd Saunders, si apre il primo capitolo di un programma di rinascita dell’economia locale. Nella campagna di Asunción intanto, Javier Corvalán ha creato, per una cineasta, un rifugio senza finestre, che attraverso un meccanismo elementare s’inclina e si apre verso il paesaggio circostante.

Domus di aprile documenta l’incursione di Delfino Sisto Legnani e Giovanna Silva nella Libia post Gheddafi, in cui sono con forza individuati due scenari contrastanti, uno fatto di rovine infernali l’altro surrealmente silente e composto. Domus 968 si conclude con un’anteprima del Salone del Mobile 2013 in cui sette progetti innovativi dimostrano come il mondo del design sia sempre alla ricerca di nuove strade.