Nella foto: da sinistra Gae Aulenti e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, alla Triennale di Milano, lo scorso 16 ottobre, ritirano la Medaglia d'Oro alla carriera
Non conoscevo Gae Aulenti. L'ho incontrata la prima volta tra il
pubblico di una mostra a Milano alla fine degli anni Novanta. Mi
colpì l'intensità del suo sguardo che si posava su di me e mi
incuriosii. Ho chiesto agli amici chi fosse, sembrava che ci fosse un
interesse reciproco, e scoprii che il suo nome era Gae Aulenti: ero
molto timida e lei molto conosciuta, rimasi a distanza per non essere
guardata e sfuggire alla possibilità di conoscerla.
La seconda volta
il nostro incontro è stato sul numero 732 di Casabella: un incontro
casuale nato da una selezione fatta dalla redazione per un numero
dedicato all'architettura e alle donne. A Gae Aulenti era dedicato un
saggio di Mulazzani, mentre io per la prima volta pubblicavo un
lavoro su Casabella. Il terzo e ultimo incontro è stato alla
Triennale, in occasione della cerimonia per l'assegnazione delle
Medaglie d'oro alla Carriera, quando mi hanno invitata a sedermi in
prima fila vicino a Gae Aulenti.
Lei ha posato con forza le sue mani
sulle mie, un gesto che non mi aspettavo, ha avvicinato la sua
testa alla mia e ha detto "Dove sei stata fino ad ora? Perché ti hanno
tenuta così tanto tempo nascosta, com'è che nessuno prima si era
accorto di te?" Le ho risposto che se non avesse vinto dei concorsi
internazionali e in seguito realizzato le opere, forse anche il suo
destino professionale sarebbe potuto essere diverso. Un destino
silenzioso, comune spesso a molte donne che hanno fatto l'architetto.
Dopo quanti anni è venuto alla luce il lavoro di Lina Bo Bardi? E
quanta visibilità ha avuto Cini Boeri, pur avendo realizzato prodotti
di design, per esempio gli imbottiti di Arflex, ancora attuali e
straordinari? È possibile che in seguito non abbia avuto ulteriori
possibilità di progettare ancora o forse il suo lavoro esiste ma è
stato tenuto lontano dalla scena? Gae Aulenti ed io: due
generazioni, una diversa formazione, due destini diversi, due modi di
procedere molto lontani, entrambe esposte alle
sollecitazioni di continue interferenze con altre discipline e pronte
anche ad accettare il rischio di eventuali collisioni.
Il sedici ottobre la Aulenti mi salutò dicendomi "Ci sarà la possibilità di
incontrarti di nuovo?". Un altro incontro mancato, questa volta non
mi sono tirata indietro è fuggita prima lei.
In ricordo di Gae Aulenti
Ne parla Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, l'architetto che quest'anno ha condiviso con lei la Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana per la carriera: due donne diverse accomunate dalla medesima passione per il proprio mestiere.
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- Maria Giuseppina Grasso Cannizzo
- 09 novembre 2012
- Ragusa