Pubblichiamo l'appello lanciato da autorevoli rappresentanti
del mondo della fotografia e della cultura visiva, ritenendo
importante in questo periodo il richiamo alla correttezza
etica dell'informazione sulla gestione dei cantieri e degli
appalti dei lavori pubblici.
L'appello è stato promosso da:
Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Leonardo
Brogioni, Giovanna Calvenzi, Marco Capovilla, Gianluigi
Colin, Cesare Colombo, Roberto Koch, Roberto Mutti, Silvia
Paoli, Luigi Tomassini, Roberta Valtorta
Da diversi mesi il mondo dell’editoria e del giornalismo
fotografico è al centro di notizie di cronaca relative a
vicende giudiziarie, nelle quali le immagini fotografiche
sono utilizzate come pretesto di inaccettabili pratiche
ricattatorie.
Per ognuno di noi – fotografi, studiosi, operatori delle
immagini – il valore delle riprese è costituito
dall’accuratezza della testimonianza, dalla completezza
documentaria, in certi casi dalla creatività degli autori.
Produrre, valutare e utilizzare fotografie in ambito
giornalistico e documentario significa per noi far conoscere
meglio il mondo attraverso di esse. Per questo motivo
siamo contro ogni manipolazione e ogni censura che non
sia motivata da valori etici o dal rispetto della
privacy.
Ci appare quindi inammissibile che esistano e si
diffondano pratiche mirate all’occultamento delle
immagini; o alla loro pubblicazione, solo in cambio di
somme di danaro dai soggetti ritratti, o di altri meno
confessabili vantaggi.
Chi lavora per e attraverso le immagini – come noi tutti
– non può accettare questo offensivo capovolgimento di
ruoli. Tanto meno possiamo accettare che il discredito, le
ombre sul nostro lavoro, attraverso ingiuste
generalizzazioni, si diffondano e ci travolgano. Crediamo
che le fotografie, ed ogni tipo di immagine ottica, non
debbano restare chiuse nelle casseforti. Esse nascono in
vista della loro diffusione più estesa, per una civile
informazione, per un’opinione pubblica più matura e , in
prospettiva, per favorire una maggiore cultura visiva. Non
dovrebbero mai essere usate strumentalmente attraverso
minacce e ricatti. Tutto ciò infatti si trasformerebbe, alla
fine, in un ricatto anche per la nostra professione, i nostri
diritti, le nostre idee. E ovviamente anche in un
peggioramento della qualità d’informazione nel nostro
Paese.
Per aderire: https://www.fotoinfo.net
No ai foto-ricatti: un appello
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- Rita Capezzuto
- 17 febbraio 2010