Mauro Lovi è stato invitato a Bruxelles per presentare il suo progetto "caseminime". Il suo progetto ha chiamato artisti e professionisti alla costruzione di una città, evocativa e immediatamente verificabile, composta di minime case dipinte e non. Dal centro dell'Europa abbiamo pensato di attirare nella nostra tela sonora la sua idea, per presentare una città che, con il tabarro da urbanista romantico, è stata resa possibile grazie alla partecipazione degli amici artisti, pittori, scultori, architetti, fotografi, studenti, esordienti, professionisti, famosi e meno famosi.

Un'opera corale formata da curiosi, provenienti da luoghi diversi e di tutte le età: dalle giovani energie e da chi ha osservato tante volte il giro del quadrante dell'orologio. È bastato proporre di realizzare una piccola area sagomata in forma di casa, per far sgorgare una fonte di energia inesauribile, una voglia di partecipare, di comunicare la propria “casa”. O più semplicemente esprimersi. Energia felice, propositiva che una omologante nube cupa sta sbiadendo e comprimendo.
Il primo nucleo si è plasmato con gli arrivi alla spicciolata o a gruppi delle case realizzate nei modi e materiali desiderati. Arrivavano via posta o portate dagli autori e quando venivano scartate ogni volta era un'epifania nello studio, con le attese e le aspettative, con nell'aria il piacere nel fare e nel ricevere un dono. Ed è anche per lavorare su questa epifania del donare che vogliamo la città sia solidale. Si accumulavano case, miniature di cromie e volumi, dipinte modellate scolpite, un percorso tra materiali e loro manipolazioni. E si accumulavano perimetri meditativi, letture simboliche. Tanti perimetri meditativi simbolici compongono una meditazione comune partecipata, una cosa che vogliamo solida in una società liquida. Una città aperta con il cuore in una città circondata dalle mura più affascinati del mondo. Abbiamo deciso forse anche per questo che la città sia nomade, itinerante, frequenti altri territori aggregando ad ogni evento artisti dei vari luoghi toccati. Perché siamo esploratori e vogliamo incontrare e incontrarci, visitare fisicamente i posti, vedere, rendersi conto, stupirsi, ispirarsi, crescere. Vogliamo che sia nomade perché la terra intera è nostra madre e non possiamo stare tutta la vita nella valle delle mammelle dove siamo nati. Vogliamo come già affermato che la città sia solidale con chi stà soffrendo, per tragedie naturali o provocate dagli artifici dell'uomo.