Il tema del padiglione olandese, rappresentato non a caso
da Fiona Tan, è tanto autobiografico quanto universale, nel
senso di emblematico degli anni in cui
viviamo.
Disorient – un progetto composto
tra tre diverse opere di cui una, quella inedita, omonima –
‘parla’ sicuramente dell’identità ibrida della Tan, nata in
Indonesia da padre cinese e madre australiana, emigrata
in Australia e poi nei Paesi Bassi, dove vive da vent’anni.
Ma anche del significato di provenienza – geografica,
storica e culturale – e di memoria – presente o assente in
base a una variabile infinita di fattori -.
Tutto porta a
disorientamento e vulnerabilità. Le tre opere esplorano e
contribuiscono a definire, ognuna a modo suo, questo
mood, che viene alimentato anche dalla loro coabitazione
all’interno del padiglione: i video si disturbano e allo stesso
tempo si integrano tra loro.
I dipinti secenteschi che sono la base del lavoro della Tan
per Provenace stabiliscono infatti un contatto
visivo con chi li guarda e in questo modo ribaltano la
concezione tradizionale della fonte di osservazione. In
Rise and Fall la messa a fuoco o meno di un
dettaglio segna l’alternarsi di memoria e oblio mentre in
Disorient il cortocircuito tra i racconti di Marco
Paolo di 700 anni fa e le immagini di oggi mette in rilievo
la mancanza di comprensione tra culture, oggi come
allora, e il disorientamento subito
dall’Occidente.
Loredana
Mascheroni
Dall'alto: Disorient,
2009; Provenance, 2008; Rise and Fall,
2009.
Courtesy the artist and Frith Street Gallery, London).
Fiona Tan, Disorient
View Article details
- Loredana Mascheroni
- 16 agosto 2009