Nel borgo di Salvador Dalì, a Cadaqués, rinasce una “casa dei pescatori” catalana

In Spagna, Bea Portabella + Jordi Pagès firmano un progetto di restauro che è un manifesto delle molte vite passate della casa.

La casa restaurata da Bea Portabella + Jordi Pagès nella provincia di Girona, a Cadaqués, è un pezzo di storia locale. In Spagna, la ristrutturazione delle “casas de pescadores” è una pratica diffusa: molte di queste abitazioni, costruite nei secoli con materiali locali e tecniche vernacolari, vengono recuperate, riutilizzate o adattate, conservando la loro storia architettonica mentre si aggiornano per un uso contemporaneo. Tra queste, c’è anche la casa di Salvador Dalí, l’artista surrealista che proprio a Cadaqués, precisamente nel piccolo nucleo abitativo di Portlligat, trascorse parte della vita a partire dal 1930 e fino alla morte di Gala, sua moglie. 

Accogliere il passato nella contemporaneità

Mentre la casa di Dalì è diventata un museo, molte delle ex “case dei pescatori” subiscono oggi un processo di modernizzazione. Tra queste, il progetto di Bea Portabella + Jordi Pagès è un esempio concreto e significativo di come una ristrutturazione contemporanea possa convivere con il patrimonio materiale e immateriale della casa, costruendo un dialogo tra le diverse fasi storiche vissute dall’edificio. Volte catalane, terracotta originale, piastrelle recuperate, soffitti con travi in legno a vista, muri in pietra spessa: ogni elemento riemerge come parte integrante della vita passata della casa, inserito con sensibilità per creare continuità e autenticità.

Questa casa è un esempio concreto di come una ristrutturazione contemporanea possa costruire un dialogo fra le diverse fasi storiche vissute dall’edificio.
Bea Portabella + Jordi Pagès, Casa dei pescatori, Cadaqués, Spagna, 2024. Foto David Zarzoso

Uno sguardo alla distribuzione degli spazi

Il piano terra, con la sua volta catalana originale che caratterizza lo spazio, conserva la sua configurazione strutturale tradizionale. È uno spazio flessibile, pensato per accogliere momenti collettivi o funzioni pratiche. Procedendo verso i piani successivi, la scala addossata alla muratura portante conserva le piastrelle in cotto decorate, usurate dal tempo.

Al primo piano si trova la zona living, con cucina, sala da pranzo e soggiorno. Qui gli interventi si concentrano su aperture create nei muri portanti per stabilire continuità visiva tra gli ambienti e far penetrare la luce dall’esterno verso l’interno. Un piccolo patio, scavato nella roccia originaria, porta luce naturale e ventilazione, valorizzando la matericità della pietra e del suolo in terracotta. I soffitti con travi in legno a vista contrastano volutamente con l’intonaco bianco delle pareti, che dà un tocco mediterraneo alla casa.

Il secondo piano accoglie le camere da letto e i servizi, mentre il terzo e ultimo piano, un tempo utilizzato probabilmente come loggia di servizio, ora è il vero plus della casa, con una terrazza soleggiata che si affaccia sul Mediterraneo.

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