A Lequile, un piccolo borgo di origine medievale nei sobborghi di Lecce, lo studio di architettura Valari ha ristrutturato un edificio in stato di completo abbandono, Palazzo San Vito, per ricavarne una struttura ricettiva intima e protetta, in bilico tra genius loci e colto lusso mediterraneo.
È un esercizio, quello che soppesa la relazione tra territorio, tradizione e contemporaneità in vista di un allineamento con i canoni dell’attrattività globale, che nel Salento è all’opera da decenni. A fare la differenza, come spesso accade, è però la capacità di esecuzione. Nel caso di Palazzo San Vito, l’effetto atmosferico dell’insieme si distingue per la capacità di integrare gli elementi storici più salienti – la pietra leccese, i vecchi intonaci decapati, la graniglia originale, i medaglioni con mosaici- con un minimalismo aereo e ritmato, che lascia aperta la possibilità di far respirare le stratificazioni dei diversi interventi.
Fluido e cunicolare, lo spazio è puntellato da una successione di ambienti comunicanti, resi spesso imponenti dalla presenza delle tipiche volte a stella. Oltre alle quattro camere per gli ospiti, ampi spazi comuni puntano su pochi arredi su disegno e da catalogo, trasformando la rarefatta densità decorativa in un’opportunità per favorire l’otium mentale.
Elemento felicemente spiazzante, la Stanza Giardino, realizzata nel cuore dell’edificio in una stanza che ingloba un vecchio arco in pietra, rileggendo i canoni del giardino d’inverno attraverso uno scavo nel pavimento riempito di ghiaia, una pietra, e cuscini per godersi un riposo trascendentale.
