Questa mostra in un monastero dimenticato del Salento “intreccia” arte e design

“Intrecci•Intertwinings è una mostra collettiva che unisce design, arte e artigianato, sullo sfondo di un paesaggio che non fa solo da “cartolina”.

In Salento, il tempo non è mai una linea retta. È una matassa di storie, paesaggi, architetture minori e mani sapienti che, a tratti, si tende e si srotola. È in questo contesto che nasce “Intrecci•Intertwinings, mostra collettiva di arte e design promossa dal Comune di Salve, Lecce, con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia, co-curata da Valentina Rito con Giacomo Niccolai. Un progetto ambizioso, pensato non solo per esporre, ma per rigenerare un ex monastero dimenticato, l’identità di un territorio, e il legame tra persone e luoghi.

Andrea Vitti, Bolla Cedro

“La cultura rigenera”, afferma l’Assessora alla Cultura, Patrizia Pizzolante, “Intrecci•Intertwinings è anche una mostra per un luogo: l’ex Monastero dei Cappuccini di Salve, chiuso da tempo. Con questo evento intendiamo inaugurare un nuovo percorso, sperimentando funzioni culturali e artistiche che possano restituire questo spazio alla comunità, rendendolo nuovamente vivo, fruibile e generativo di relazioni”.

Nel seicentesco ex Monastero dei Cappuccini, un edificio che conserva ancora affreschi originali e passaggi pieni di memoria, prende forma, dal 31 agosto al 14 settembre 2025, un racconto corale e a più livelli tra artigianato, installazione e design. Gli intrecci evocati dal titolo non sono solo metafora ma un gesto fattuale. Fibre, materiali, riferimenti locali e traiettorie contemporanee si incontrano in tre capitoli tematici: Luce e ritualità, fili e trame, materia e radici.

Mayice, Seda Table Lamp. Foto Paco Marin

La selezione riunisce designer, artisti, artigiani e studi come 6:AM, Andrea Vitti, Andrea Zambelli, Benedetta Mori Ubaldini, Cosma Frascina, Daniele Papuli, Duccio Maria Gambi, Marco Guazzini, Mayice Studio con Ábbatte, Milena Paladino, Morghen Studio, Rowan Mersh, Scatter D, Tipstudio con Anna Lucia Rizzello e Vezzini & Chen. Un ensemble equilibrato, in cui ogni intervento parte dal gesto materico appena citato per restituire – con diverse grammatiche interpretative – un’idea di appartenenza, cura e trasformazione. Dedizione, aggiungerei.

‘Intrecci’ è anche una mostra per un luogo: l’ex Monastero dei Cappuccini di Salve, chiuso da tempo. Con questo evento intendiamo inaugurare un nuovo percorso, (...) restituire questo spazio alla comunità.

Patrizia Pizzolante, Assessora alla Cultura

Il filo conduttore, come suggerisce il titolo, è l’intreccio:, qui nello specifico, di materiali e saperi. Lo si ritrova letteralmente nei lavori di Tipstudio, che presenta un arazzo tessuto con Anna Lucia Rizzello e uno specchio realizzato con terra locale, o nelle sculture cartacee stratificate di Daniele Papuli. C’è chi lavora sulla luce e sulla ritualità - come Mayice Studio e Benedetta Mori Ubaldini - e chi parte dalle fibre tessili, dai vuoti e pieni, dalle trame minime, come Milena Paladino.

Alcuni scelgono l’ulivo, come Andrea Vitti, che recupera legno di alberi non in salute in collaborazione con l’artigiano locale Rodolfo Rolli; altri si immergono nel paesaggio minerale del territorio: Duccio Maria Gambi realizza il suo intervento in residenza presso Bianco Cave, mentre Marco Guazzini presenta due progetti in dialogo con la terra salentina. I suoi vasi Stuoia nascono da una rete modellata a mano e rivestita con polvere di pietra leccese; il tavolino Staurolite invece prende ispirazione dalla struttura cristallina di un minerale: “Volevo dare forma all’armonia nascosta delle cose, come vista al microscopio”, racconta. 

Foto Alessandro Saletta, Dsl Studio

“Intrecci” funziona proprio perché non cerca di unificare le voci, ma le fa coesistere. Ogni progetto mantiene la propria autonomia, ma inserito in un ecosistema visivo e curatoriale che lo valorizza. E soprattutto, si tiene alla larga da un certo esotismo da cartolina che spesso affligge le operazioni culturali di questo genere. Qui il paesaggio non è sfondo, ma interlocutore, rude, fertile, stratificato, come la pietra leccese su cui – non a caso – molti hanno deciso di lavorare. E a ragione.

Cosma Frascina, Eroded Panorama Shelter

Non si tratta solo di valorizzare o recuperare, parole oggi inflazionate. Il tentativo più profondo di questa mostra è attivare un processo di riappropriazione collettiva degli spazi, di dialogo tra progettualità contemporanea e memorie locali, di attenzione verso ciò che spesso sfugge allo sguardo – un ricamo, una fenditura, un nodo. E se rigenerare vuol dire anche riscrivere, “Intrecci•Intertwinings è, prima di tutto, un modo per rimettere insieme i pezzi. Senza fretta, con metodo, e poesia.Ottimo lavoro corale degli artisti tutti e dei curatori.

Immagine di apertura: Foto Alba Deangelis

Mostra:
“Intrecci•Intertwinings”
A cura di:
Promossa dal Comune di Salve, in collaborazione con gli assessorati alla Cultura e all’Urbanistica, co-curata da Valentina Rito e realizzata con il sostegno e il contributo finanziario del Consiglio regionale della Puglia
Dove:
Ex Monastero dei Cappuccini, Salve (LE)
Date:
Dal 31 agosto al 14 settembre 2025

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