Salone del mobile e Fuorisalone 2019

La Milano Design Week di Philippe Nigro

Incontriamo in Triennale il designer che ci illustra i suoi raffinati progetti per questo Salone del Mobile 2018.

Philippe Nigro, Salone del Mobile 2018. Foto Federico Floriani

Il mondo del design si divide tra coloro che decidono di varcare il confine con l'arte a discapito della funzionalità e coloro invece che di quest'ultima ne fanno uno dei punti di forza del proprio stile progettuale. Il francese Philippe Nigro fa senz'altro parte di quest'ultimo gruppo.
Un dna creativo che si configura grazie ad importanti studi come Design di prodotto a L'Ecole Boulle di Parigi, e formazioni, come quella dello Studio di Michele Lucchi a Milano. La costante ascesa lavorativa si consacra nel 2009 grazie a Confluences un divano per Ligne Roset molto apprezzato a livello internazionale. Significativa è la collaborazione con Hermès nel 2013 che conferma uno stile elegante, sobrio, raffinato ed un know-how internazionale frutto di incontri ed assimilazioni culturali da cui Philippe è stato influenzato.
Lo incontriamo alla Triennale di Milano dove di fronte ad un caffè ci racconta dei suoi nuovi progetti per il Salone con una garbatezza e sobrietà che lo contraddistinguono.

Il tuo legame con Milano ed il Salone sappiamo essere molto profondo, com’è iniziato e quali progetti presenti quest’anno?
Sono arrivato a Milano nel 1999 per fare uno stage da Michele De Lucchi della durata di sei mesi e che invece mi ha portato a rimanere in questa città per 12 anni. Ora vivo a Parigi ma qui ho ancora una piccola casa che uso quando devo raggiungere le aziende italiane con cui collaboro. Riguardo il Salone, penso che sia senza dubbio la più importante fiera al mondo, la crescita è continua, basti pensare che ad oggi ci sono più di 2000 aziende che partecipano! Ricordo il mio primo debutto con De Lucchi, poi con una collezione di Hermès nel 2013, che ancora sta vendendo moltissimo.
Quest’anno sarò al salone con diversi progetti: Shade, una sedia per Metalmobil dove un gioco di incroci ed un effetto Optical creano delle seducenti ombre a pavimento; Louise: una poltrona per lo storico marchio Zanotta composta da una struttura ad incastro; Tape: un letto imbottito per Novamobil composto da un vano contenitore e dettagli sartoriali (per loro mi sono occupato anche dell'allestimento).
Per l'azienda siciliana Lithea ho progettato un rivestimento da parete ispirato ai tetti del mediterraneo creando una texture che assomigliasse alle tegole bombate. Con Gebruder Thonet Vienna presentiamo una declinazione del divano Promenade, una poltrona che sfrutta un sistema modulare di progettazione. Infine ho ridisegnato l'etichetta per la bottiglia in limited edition di San Pellegrino.

Nel corso di questi anni hai lavorato con moltissime aziende,  con quali ti senti più legato?
Sicuramente Ligne Roset è una delle aziende a cui mi sento più legato. Il divano Confluences è stato il primo prodotto che ha segnato la mia carriera e che mi ha fatto conoscere al mondo del design. La collaborazione con loro continua dal 2009. Altre aziende a cui sono legato: De Padova e Zanotta, marchi storici e fantastici che mi hanno insegnato molto. Con Hermès anche se non ho più collaborato ho un bel rapporto. Includerei anche Venini e Foscarini e in Francia Baccarat.

Lithea, Salone del Mobile 2018, Milano
Lithea, Salone del Mobile 2018, Milano

Molti designer si sono avvicinati all'arte a discapito, a volte, della funzionalità. Cosa rappresenta per te la funzionalità e quale legame hai con l'arte?
Per me la funzionalità sta alla base di tutto sia per quello che ho studiato sia per come è inteso storicamente il design. Al giorno d'oggi i confini sono nettamente sfocati, ci sono dei lavori molto interessanti ma personalmente non ho molta esperienza nel campo del design di galleria. Ad ogni modo il mio sguardo sull'arte è molto attento e mi ispira per molti progetti, inoltre, a differenza del design di prodotto, dove devi scontrarti con costi e produzione, nell'arte non hai limiti.

Quali elementi caratterizzano i tuoi lavori?
Ovviamente ci sono dei temi che prediligo ma in generale non mi piace imporre a tutti i costi un sistema stilistico. La cosa importante è avere sintonia con le aziende per le quali lavoro, mi piace comprendere come sono nate, i loro valori e la direzione che vogliono prendere. Per esempio, quando ho lavorato con Lexus (azienda Giapponese) per gli allestimenti fieristici è stata una bella opportunità ed una stimolante sfida culturale. Sfida che accetto volentieri anche per progetti che non sono legati per forza al design di prodotto; l'allestimento fatto con Beppe Finessi per “Design oltre la crisi” e l'orologio che ho disegnato per Rado ne sono un esempio

Hai affermato: “Nella vita come nei miei prodotti non voglio mai imporre troppo, mi piace che ognuno faccia propri gli oggetti e i materiali personalizzandoli con l'utilizzo”…
Certo, penso sempre all'utente finale quando progetto e quando riesco a creare quel  qualcosa in grado di donare un legame più intimo con il prodotto per me è bellissimo. In questo senso la collezione con Hermès è rappresentativa, funzionale e sorprendente con i suoi cassettini dalla doppia funzione o funzione nascosta.

Designer:
Philippe Nigro
Prodotto 1:
Imbrex
Produzione:
Lithea
Prodotto 2:
Tape
Produzione:
Novamobili
Prodotto 3:
Promenade Lounge Chair
Produzione:
Gebrüder Thonet Vienna
Luogo:
Salone del Mobile
Indirizzo:
Foro Buonaparte 65, Milano
Date di apertura:
17–22 aprile 2018

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