Il design arabo? È strabiliante: 5 mostre da vedere a Design Doha

Abbiamo visitato la capitale del Qatar, che si pone come centro globale della creatività araba. La nuova biennale è un collettore di esperienze che coronano gli investimenti culturali degli ultimi decenni.

1. Arab Design Now La mostra della curatrice giordana Rana Beiruti è il pilastro di Design Doha. Nel racconto corale di oltre 70 progettisti, trovano spazio la tenda Sabil della giordana Dina Haddadin e quelli di Sites – New Sites, calchi prodotti da Studio Anne Holtrop, con sede in Bahrain; l’installazione di Salima Naji, che da anni conduce sperimentazioni sull’architettura vernacolare del Marocco; le luci del libanese Samer Saadeh, fondatore di Fabraca Studios; An Archive for Modern Glass, di Bricklab e 6:AM, un incontro fra il brutalismo di Jeddah e il vetro veneziano; tre micro-architetture di Civil architecture (Kuwait-Bahrain), di Aau Anastas (Palestina) e di Sahel Alhiyari (Giordania); un materiale, Sediments di Talin Hazbar, fatto di corde e gabbie da pesca estratte dal Golfo Persico.
(24 febbraio - 5 agosto 2024)

 © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

1. Arab Design Now

 © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

1. Arab Design Now

 © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

2. Weaving Poems Il direttore artistico Glenn Adamson ha raccontato a Domus che il progetto è “il cuore emozionale della biennale”. Collocato all’interno della cornice scenografica del teatro ancora non completato dell’M7, “Weaving Poems” è una toccante installazione di Maryam Omar, designer afghana che vive ad Amman. Si tratta di una collaborazione con un gruppo di tessitrici afghane della provincia di Bamiyan, che ha prodotto una collezione di tappeti ispirati ai paesaggi naturali e culturali dell’area. In Afghanistan, le artigiane hanno interpretato col tessuto gli acquerelli modificati digitalmente di Omar. Gli oggetti galleggiano nello spazio ombroso, accompagnati da fotografie e registrazioni sonore delle artigiane al lavoro. L’installazione è stata coordinata da Turquoise Mountain, non profit fondata nel 2006 da Re Carlo III.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

2. Weaving Poems

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

2. Weaving Poems

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha La mostra curata da Glenn Adamson e Peter Tamas Nagy è un’esplorazione delle connessioni globali che hanno prodotto l’attuale patrimonio architettonico del Qatar. Dagli anni Trenta, quando nel Paese sono stati scoperti i primi giacimenti petroliferi, a Doha si sono avvicendate diverse influenze, come l’Art Deco, il classicismo e il brutalismo. In quest’ultima categoria rientrano edifici storici di Doha, come l’Hotel Sheraton dello statunitense William L. Pereira e il Ministero dell’Interno del libanese William Sednaoui, convertito nel 2022 nell’hotel The Ned da David Chipperfield Architects.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4 In collaborazione con l’American University del Cairo, l’installazione-mostra al piano terra dell’M7 espone una collezione di 100 poster selezionati attraverso i concorsi della piattaforma 100/100 Hundred Best Arabic Posters. I condirettori del gruppo, Jochen Braun, Ryan Vincente Lee Grees e Regina Rammelt, hanno composto una giuria che ha vagliato migliaia di proposte da 23 Paesi. I lavori presentati compongono un ritratto vibrante della cultura grafica contemporanea del mondo arabo.
(24 febbraio - 5 agosto 2024)

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads Negli ultimi anni, l’Art and Culture Development Foundation dell’Uzbekistan ha promosso iniziative a cavallo fra contemporaneità e tradizione, come le più recenti partecipazioni alle Biennali di Venezia. A Doha propone una mostra che racconta il patrimonio artigianale attraverso 50 oggetti storici: dai tessili di seta e cotone all’intaglio del legno. In questo contesto trova spazio la collaborazione con la designer libanese Nada Debs che, assieme all’artigiano uzbeko Sirojiddin Rahmatillaev, ha realizzato una versione contemporanea del topchan, un tipo di seduta per esterni diffusa nell’Asia Centrale. A fare da sfondo, ipercontemporaneo, è la “tessitura ottica” disegnata da Sheperd Studio (Bahrain), che ha proiettato sul pavimento degli spazi dell’M7 31.000 elementi lenticolari dai colori cangianti tratti dagli oggetti esposti.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads

© Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

Il 24 febbraio è stata inaugurata la prima edizione di Design Doha, una nuova biennale che vede il Qatar come catalizzatore del dibattito sul design nelle regioni del Medio Oriente e del Nord Africa. Oltre a presentare i frutti più innovativi del lavoro dei designer, artigiani, artisti e architetti dell’area, l’iniziativa della presidente di Qatar Museums Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, con la direzione artistica del curatore statunitense Glenn Adamson, mira a creare una piattaforma di scambio con la scena internazionale con una missione educativa. 

Fabraca Studios, Lampada Light Impact, 2022. La lampada ha ottenuto il Design Doha Prize nella sezione product design. Courtesy Fabraca Studios

Design Doha non è che l’ultimo e corposissimo investimento culturale del Paese, che negli ultimi decenni è stato l’epicentro di eventi di scala globale, come i mondiali di calcio del 2022 e l’Expo 2023. Questo sforzo si è concretizzato in una serie di architetture fra le più ambiziose degli ultimi decenni: oltre agli stadi, i musei e le strutture culturali la fanno da padrone. Con nomi illustrissimi, fra cui I. M. Pei, Jean-François Bodin, Ibrahim Al Jaidah, Oma e Ateliers Jean Nouvel. A questi, si aggiungeranno nei prossimi anni gli interventi dello studio Elemental di Alejandro Aravena, di nuovo Oma, Herzog & de Meuron e UnStudio, già autori della metropolitana della capitale.

Il museo M7, cuore pulsante di Design Doha, è stato invece completato nel 2021 dallo studio britannico John McAslan + Partners all’interno del nuovo quartiere Msheireb Downtown Doha. La biennale si articola in una serie di mostre con chiusure che si protrarranno fino al 5 agosto 2024, a cui si affiancano eventi, talks e laboratori. Fra questi, al Liwan Design Studios and Labs, anche il programma di residenze Design Doha Exchange curato da Gwen Farrelly e Ghada Al Khater. Intitolato “Crafting Design Futures”, nasce dal gemellaggio culturale che ogni anno il Qatar avvia con un Paese diverso, e che nel 2024 vede come partner il Marocco.

Samer Selbak, Saffeer pendant lamp, 2022. Courtesy Samer Selbak

A Design Doha il design è un toolkit multiforme, in contatto con le discipline sorelle dell’architettura e dell’arte. Il campo ampio della progettazione è messo in relazione con un’innovazione che passa sì per le nuove tecnologie, ma, soprattutto, con una diversità di pratiche artigianali ancora radicatissime nel mondo arabo: è questa la chiave che permette l’emergere di esiti solidi, contemporanei, ma memori di diversissime tradizioni, specifiche a ogni paese.  Il design è anche uno strumento per ritrovarsi in una comunità, in cui il designer è riattivatore delle economie preesistenti legate all’artigianato. Questo è il caso dell’artista franco-marocchina Sara Ouhaddou, che dedica dieci anni a ciascun progetto che attiva in Marocco. Le sue collaborazioni sono occasioni di innovazioni formali e di processo negli atelier degli artigiani, con l’obiettivo di rinnovare il linguaggio per poi restituirli a una nuova autonomia. Oppure, ancora, il design s’infila tra le strette maglie dell’ecologia, generando nuovi materiali a partire dagli scarti delle attività produttive umane, come i materiali della designer siriana Talin Hazbar, realizzati con gabbie e corde estratte dai fondali marini con il Dubai Diving Volunteering Team. Design Doha identifica quindi nel design una piattaforma ampia, un agente del cambiamento, forse più di quanto non emerga dalle corrispettive manifestazioni occidentali.

AAU Anastas, Tiamat © Edmund Sumner

Immagine di apertura:  © Edmund Sumner

1. Arab Design Now  © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

La mostra della curatrice giordana Rana Beiruti è il pilastro di Design Doha. Nel racconto corale di oltre 70 progettisti, trovano spazio la tenda Sabil della giordana Dina Haddadin e quelli di Sites – New Sites, calchi prodotti da Studio Anne Holtrop, con sede in Bahrain; l’installazione di Salima Naji, che da anni conduce sperimentazioni sull’architettura vernacolare del Marocco; le luci del libanese Samer Saadeh, fondatore di Fabraca Studios; An Archive for Modern Glass, di Bricklab e 6:AM, un incontro fra il brutalismo di Jeddah e il vetro veneziano; tre micro-architetture di Civil architecture (Kuwait-Bahrain), di Aau Anastas (Palestina) e di Sahel Alhiyari (Giordania); un materiale, Sediments di Talin Hazbar, fatto di corde e gabbie da pesca estratte dal Golfo Persico.
(24 febbraio - 5 agosto 2024)

1. Arab Design Now  © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

1. Arab Design Now  © Edmund Sumner, Courtesy Qatar Museums

2. Weaving Poems © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

Il direttore artistico Glenn Adamson ha raccontato a Domus che il progetto è “il cuore emozionale della biennale”. Collocato all’interno della cornice scenografica del teatro ancora non completato dell’M7, “Weaving Poems” è una toccante installazione di Maryam Omar, designer afghana che vive ad Amman. Si tratta di una collaborazione con un gruppo di tessitrici afghane della provincia di Bamiyan, che ha prodotto una collezione di tappeti ispirati ai paesaggi naturali e culturali dell’area. In Afghanistan, le artigiane hanno interpretato col tessuto gli acquerelli modificati digitalmente di Omar. Gli oggetti galleggiano nello spazio ombroso, accompagnati da fotografie e registrazioni sonore delle artigiane al lavoro. L’installazione è stata coordinata da Turquoise Mountain, non profit fondata nel 2006 da Re Carlo III.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

2. Weaving Poems © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

2. Weaving Poems © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

La mostra curata da Glenn Adamson e Peter Tamas Nagy è un’esplorazione delle connessioni globali che hanno prodotto l’attuale patrimonio architettonico del Qatar. Dagli anni Trenta, quando nel Paese sono stati scoperti i primi giacimenti petroliferi, a Doha si sono avvicendate diverse influenze, come l’Art Deco, il classicismo e il brutalismo. In quest’ultima categoria rientrano edifici storici di Doha, come l’Hotel Sheraton dello statunitense William L. Pereira e il Ministero dell’Interno del libanese William Sednaoui, convertito nel 2022 nell’hotel The Ned da David Chipperfield Architects.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

3. Colors of the City: A Century of Architecture in Doha © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4 © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

In collaborazione con l’American University del Cairo, l’installazione-mostra al piano terra dell’M7 espone una collezione di 100 poster selezionati attraverso i concorsi della piattaforma 100/100 Hundred Best Arabic Posters. I condirettori del gruppo, Jochen Braun, Ryan Vincente Lee Grees e Regina Rammelt, hanno composto una giuria che ha vagliato migliaia di proposte da 23 Paesi. I lavori presentati compongono un ritratto vibrante della cultura grafica contemporanea del mondo arabo.
(24 febbraio - 5 agosto 2024)

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4 © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

4. 100/100 Hundred Best Arabic Posters – Round 4 © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

Negli ultimi anni, l’Art and Culture Development Foundation dell’Uzbekistan ha promosso iniziative a cavallo fra contemporaneità e tradizione, come le più recenti partecipazioni alle Biennali di Venezia. A Doha propone una mostra che racconta il patrimonio artigianale attraverso 50 oggetti storici: dai tessili di seta e cotone all’intaglio del legno. In questo contesto trova spazio la collaborazione con la designer libanese Nada Debs che, assieme all’artigiano uzbeko Sirojiddin Rahmatillaev, ha realizzato una versione contemporanea del topchan, un tipo di seduta per esterni diffusa nell’Asia Centrale. A fare da sfondo, ipercontemporaneo, è la “tessitura ottica” disegnata da Sheperd Studio (Bahrain), che ha proiettato sul pavimento degli spazi dell’M7 31.000 elementi lenticolari dai colori cangianti tratti dagli oggetti esposti.
(24 febbraio - 30 marzo 2024)

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums

5. Crafting Uzbekistan: Tradition in Threads © Julián Velásquez, Courtesy Qatar Museums