Dieci concept car che hanno fatto storia

Contenitori tecnologici avanzati, sperimentazioni di soluzioni che poi abbiamo ritrovato nelle auto di serie, o semplici sperimentazioni stilistiche: dieci modelli che hanno spinto il car design all’estremo delle sue possibilità.

1. Buick Y-Job (1938) Universalmente riconosciuta dall'industria automobilistica come prima vera concept car, la Y-Job venne disegnata nel 1938 da Harley J. Earl, Chief Design di General Motors e futuro padre della Chevrolet Corvette. All’epoca tutte le auto “sperimentali” erano siglate da una X: in questo caso fu scelta la lettera Y per sottolineare l’estrema audacia del progetto, proprio come si faceva in campo aeronautico. Anticipatrice di quelli che sarebbero stati i filoni estetici di Earl – linee sinuose, poche ma significative cromature – era dotata di tetto metallico a scomparsa, fari anteriori pop-up ed alzacristalli elettrici

2. Alfa Romeo B.A.T. (1953) Le B.A.T. – acronimo di Berlinetta Aerodinamica Tecnica – sono un gruppo di concept car realizzate da Alfa Romeo tra il 1953 e il 1955. Il trio è composto da B.A.T. 5, 7 e 9. Tutte disegnate da Franco Scaglione per Bertone, sfruttano il telaio della fortunata 1900, prima vettura di Arese monoscocca e prodotta in catena di montaggio. Le B.A.T. vantavano parafanghi posteriori sormontati da grandi pinne ricurve e nonostante la ridotta potenza di 100 cavalli potevano raggiungere i 200 km/h. I loro lunotti posteriori – divisi da un elemento in lamiera – e le estremità filanti furono riprese da più di un costruttore, soprattutto oltreoceano.

3. Alfa Romeo Carabo (1968) Prima di sei dream car realizzate partendo dalla 33 Stradale, la Carabo è opera del genio di Marcello Gandini. Con il suo radicale design cuneiforme e le prime porte ad apertura verticale, ha creato un vero e proprio spartiacque nel mondo delle supercar, dettando un paradigma stilistico che ha generato icone come Lamborghini Countach e Urraco, Maserati Merak o Ferrari 365 GT4 BB solo per citarne alcune. La sua influenza è rintracciabile pressoché ovunque: anche nella mitica Lancia Stratos il cui prototipo di partenza – la Strato’s Zero – mima più di uno scorcio della Carabo, oggi esposta in via permanente al Museo Alfa Romeo.

4. Ferrari 512 S Modulo (1970) Una delle concept più celebre e fotografate di tutti i tempi, senza ombra di dubbio. Pensata nel 1967 da Paolo Martin, all'epoca designer in Pininfarina, venne presentata al Salone di Ginevra solo tre anni dopo. È sprovvista di portiere, ma dotata di parabrezza e parte anteriore manualmente semoventi che permettono l’ingresso nell’angusto abitacolo. Nata come maquette statica e parte della collezione Pininfarina fino al 2014, ora è in grado di muoversi grazie ad un V12 Ferrari, fatto installare dal facoltoso proprietario collezionista. Tutti i comandi sono disposti alla sinistra del guidatore, integrati in un’insolita struttura sferoidale.

5. BMW Turbo Concept (1972) Svelata in occasione delle Olimpiadi di Monaco ’72 e stilizzata da Paul Bracq, capo Centro Stile BMW all’epoca, la Turbo ha rivoluzionato l’intero corso progettuale del marchio. Le sue porte ad ala di gabbiano e la sua carrozzeria a forma di squalo – colorata da una livrea decisamente audace – hanno dimostrato al mondo, per la prima volta, che BMW sapeva anche produrre vetture entusiasmanti. Il suo design influenzerà, in seguito, le linee della M1, della Z1, della Serie 8 e anche nella concept M1 Homage. La Turbo, inoltre, è stata la prima BMW ad avere un cockpit realmente rivolto al guidatore, soluzione poi riproposta e adottata in svariati modelli successivi.

6. Subaru F-624 Estremo (1987) Lanciata nel 1987 al Salone di Tokyo, questa singolare quattro porte ispirò niente meno che la Subaru Impreza, universalmente considerata come una delle migliori vetture da rally di tutti i tempi. La Estremo, concept che solo una nicchia di veri appassionati ricorda, era equipaggiata da un 6 cilindri 24 valvole sovralimentato, una nuova – per l’epoca – trasmissione a variazione continua (CVT), trazione integrale con ripartizione costante della coppia motrice – che diventerà il più forte cavallo di battaglia del marchio nipponico – sospensioni pneumatiche a controllo elettronico, sterzo servoassistito senza pompa idraulica e sistema antibloccaggio ABS.

7. Audi RSQ (2004) La RSQ Sports è una concept car firmata da Martin Ertl e apparsa, a sorpresa, durante il Salone di New York del 2004. Venne ordinata per le riprese di “Io, robot”, pellicola sceneggiata partendo dai racconti fantascientifici di Isaac Asimov. La vettura è caratterizzata da soluzioni molto avveniristiche, dato che il film è ambientato nell'anno 2035: è la prima auto ad avere delle ruote sferiche anziché circolari, celate da una specie di retina metallica con schema ad alveare. Il regista Alex Proyas, poi, ne ha modificato alcune feature, inventandosi un pilota automatico non presente nella vettura vera e propria e preferendo delle porte con apertura a farfalla inizialmente non previste.

8. Mazda Furai (2007) La Furai venne realizzata da Mazda per mostrare i tratti salienti del nuovo corso stilistico della Casa, poi adattati alla produzione di serie negli anni seguenti. S’apprezza per il suo corpo vettura composto da linee rette e acute, che sfumano in curve morbide pur mantenendo un'aerodinamica efficace. Celebrava anche i quarant'anni di utilizzo del motore rotativo Wankel – fiore all’occhiello della produzione del brand – evocando, dal punto di vista meccanico, la 787B che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1991. L'unico esemplare di Furai realizzato è andato a fuoco nell’agosto 2008, durante i testi condotti da un’arcinota rivista automotive britannica.

9. Mercedes-Benz F 015 Luxury in Motion (2015) Grazie alla configurazione in stile lounge degli interni, la F 015 ha alzato l’asticella di comfort e lusso a un nuovo livello. Una quattro posti innovativa, dagli esterni monolitici – che sembrano uscire da un unico blocco – e dai grandi moduli di illuminazione LED anteriori e posteriori che permettono alla vettura di interagire con il mondo esterno. Tramite il loro colore, ad esempio, questa concept segnala in quale modalità si trova: blu se in guida autonoma, bianco se guida manuale. Il frontale basso, la linea del tetto rigida e tesa, il parabrezza molto inclinato e la coda bassissima le donano un’estetica filante e piacevole.

10. Lamborghini Terzo Millennio (2017) La Terzo Millennio è il primo prodotto della partnership triennale stipulata tra Automobili Lamborghini e il Massachusetts Institute of Technlogy di Boston. Il suo design è stato creato da Mitja Borkert, attuale capo del Centro Stile, mentre la tecnologia a bordo è l’output della collaborazione tra gli ingegneri di Sant’Agata Bolognese con professori e studenti del MIT. La Terzo Millennio utilizza dei supercondensatori ad alta capacità al posto delle batterie al litio, ha un motore elettrico per ogni ruota e, esternamente, brillano molteplici dettagli a forma di Y che oggi possiamo rileggere nelle Lamborghini odierne.

Le concept car sono, da sempre, vetture progettate per definire nuovi concetti di utilizzo o esplorare – a volte superandoli – i limiti raggiungibili dalla tecnica senza badare troppo ai vincoli imposti dagli standard produttivi del momento. Utili a ritmare l’evoluzione dello stile strizzando l’occhio al futuro prossimo, ma anche a saggiare le reazioni del grande pubblico e degli addetti ai lavori di fronte a corsi stilistici inediti, questi prototipi sono stati la risposta al quesito cruciale di ogni casa automobilistica, ovvero se dare o meno il via libera a un prodotto commerciale in grande serie.

Le concept car hanno interpretato e continuano a interpretare il ruolo di contenitori tecnologici avanzati, mettendo in luce paradigmi stilistico-costruttivi che nella maggior parte dei casi sono poi stati adottati in fase di produzione e che abbiamo ritrovato nella auto che guidiamo – o che vorremmo guidare – tutti i giorni. Di norma, questi prototipi perlustrano molteplici ambiti della funzione legati alla sicurezza, ai consumi, all’ergonomia, all’aerodinamica o alla tipologia d’uso; in altri casi, invece, si limitano allo stile, abbracciando variazioni sul tema e indagando linee o dettagli che verranno adottati nel futuro linguaggio visivo del brand.

Molto raramente una concept car arriva alla produzione di massa, quantomeno nella sua veste originale: in alcuni casi sono destinate a rimanere un puro esercizio di stile, in altri vengono prese come modello di partenza per l’esecuzione della new entry del listino, con tutte le modifiche necessarie a ottenere risultati soddisfacenti in termini di gradimento degli acquirenti, ma soprattutto capaci di asservire ai budget previsti e ottenere l’omologazione per la pubblica strada.

Le concept car hanno anticipato i tempi in maniera più o meno drastica e costituiscono un unicum estetico oltremodo eterogeneo che abbiamo deciso di presentarvi selezionando le dieci vetture più avanzate e originali rispetto alla loro epoca.

1. Buick Y-Job (1938)

Universalmente riconosciuta dall'industria automobilistica come prima vera concept car, la Y-Job venne disegnata nel 1938 da Harley J. Earl, Chief Design di General Motors e futuro padre della Chevrolet Corvette. All’epoca tutte le auto “sperimentali” erano siglate da una X: in questo caso fu scelta la lettera Y per sottolineare l’estrema audacia del progetto, proprio come si faceva in campo aeronautico. Anticipatrice di quelli che sarebbero stati i filoni estetici di Earl – linee sinuose, poche ma significative cromature – era dotata di tetto metallico a scomparsa, fari anteriori pop-up ed alzacristalli elettrici

2. Alfa Romeo B.A.T. (1953)

Le B.A.T. – acronimo di Berlinetta Aerodinamica Tecnica – sono un gruppo di concept car realizzate da Alfa Romeo tra il 1953 e il 1955. Il trio è composto da B.A.T. 5, 7 e 9. Tutte disegnate da Franco Scaglione per Bertone, sfruttano il telaio della fortunata 1900, prima vettura di Arese monoscocca e prodotta in catena di montaggio. Le B.A.T. vantavano parafanghi posteriori sormontati da grandi pinne ricurve e nonostante la ridotta potenza di 100 cavalli potevano raggiungere i 200 km/h. I loro lunotti posteriori – divisi da un elemento in lamiera – e le estremità filanti furono riprese da più di un costruttore, soprattutto oltreoceano.

3. Alfa Romeo Carabo (1968)

Prima di sei dream car realizzate partendo dalla 33 Stradale, la Carabo è opera del genio di Marcello Gandini. Con il suo radicale design cuneiforme e le prime porte ad apertura verticale, ha creato un vero e proprio spartiacque nel mondo delle supercar, dettando un paradigma stilistico che ha generato icone come Lamborghini Countach e Urraco, Maserati Merak o Ferrari 365 GT4 BB solo per citarne alcune. La sua influenza è rintracciabile pressoché ovunque: anche nella mitica Lancia Stratos il cui prototipo di partenza – la Strato’s Zero – mima più di uno scorcio della Carabo, oggi esposta in via permanente al Museo Alfa Romeo.

4. Ferrari 512 S Modulo (1970)

Una delle concept più celebre e fotografate di tutti i tempi, senza ombra di dubbio. Pensata nel 1967 da Paolo Martin, all'epoca designer in Pininfarina, venne presentata al Salone di Ginevra solo tre anni dopo. È sprovvista di portiere, ma dotata di parabrezza e parte anteriore manualmente semoventi che permettono l’ingresso nell’angusto abitacolo. Nata come maquette statica e parte della collezione Pininfarina fino al 2014, ora è in grado di muoversi grazie ad un V12 Ferrari, fatto installare dal facoltoso proprietario collezionista. Tutti i comandi sono disposti alla sinistra del guidatore, integrati in un’insolita struttura sferoidale.

5. BMW Turbo Concept (1972)

Svelata in occasione delle Olimpiadi di Monaco ’72 e stilizzata da Paul Bracq, capo Centro Stile BMW all’epoca, la Turbo ha rivoluzionato l’intero corso progettuale del marchio. Le sue porte ad ala di gabbiano e la sua carrozzeria a forma di squalo – colorata da una livrea decisamente audace – hanno dimostrato al mondo, per la prima volta, che BMW sapeva anche produrre vetture entusiasmanti. Il suo design influenzerà, in seguito, le linee della M1, della Z1, della Serie 8 e anche nella concept M1 Homage. La Turbo, inoltre, è stata la prima BMW ad avere un cockpit realmente rivolto al guidatore, soluzione poi riproposta e adottata in svariati modelli successivi.

6. Subaru F-624 Estremo (1987)

Lanciata nel 1987 al Salone di Tokyo, questa singolare quattro porte ispirò niente meno che la Subaru Impreza, universalmente considerata come una delle migliori vetture da rally di tutti i tempi. La Estremo, concept che solo una nicchia di veri appassionati ricorda, era equipaggiata da un 6 cilindri 24 valvole sovralimentato, una nuova – per l’epoca – trasmissione a variazione continua (CVT), trazione integrale con ripartizione costante della coppia motrice – che diventerà il più forte cavallo di battaglia del marchio nipponico – sospensioni pneumatiche a controllo elettronico, sterzo servoassistito senza pompa idraulica e sistema antibloccaggio ABS.

7. Audi RSQ (2004)

La RSQ Sports è una concept car firmata da Martin Ertl e apparsa, a sorpresa, durante il Salone di New York del 2004. Venne ordinata per le riprese di “Io, robot”, pellicola sceneggiata partendo dai racconti fantascientifici di Isaac Asimov. La vettura è caratterizzata da soluzioni molto avveniristiche, dato che il film è ambientato nell'anno 2035: è la prima auto ad avere delle ruote sferiche anziché circolari, celate da una specie di retina metallica con schema ad alveare. Il regista Alex Proyas, poi, ne ha modificato alcune feature, inventandosi un pilota automatico non presente nella vettura vera e propria e preferendo delle porte con apertura a farfalla inizialmente non previste.

8. Mazda Furai (2007)

La Furai venne realizzata da Mazda per mostrare i tratti salienti del nuovo corso stilistico della Casa, poi adattati alla produzione di serie negli anni seguenti. S’apprezza per il suo corpo vettura composto da linee rette e acute, che sfumano in curve morbide pur mantenendo un'aerodinamica efficace. Celebrava anche i quarant'anni di utilizzo del motore rotativo Wankel – fiore all’occhiello della produzione del brand – evocando, dal punto di vista meccanico, la 787B che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1991. L'unico esemplare di Furai realizzato è andato a fuoco nell’agosto 2008, durante i testi condotti da un’arcinota rivista automotive britannica.

9. Mercedes-Benz F 015 Luxury in Motion (2015)

Grazie alla configurazione in stile lounge degli interni, la F 015 ha alzato l’asticella di comfort e lusso a un nuovo livello. Una quattro posti innovativa, dagli esterni monolitici – che sembrano uscire da un unico blocco – e dai grandi moduli di illuminazione LED anteriori e posteriori che permettono alla vettura di interagire con il mondo esterno. Tramite il loro colore, ad esempio, questa concept segnala in quale modalità si trova: blu se in guida autonoma, bianco se guida manuale. Il frontale basso, la linea del tetto rigida e tesa, il parabrezza molto inclinato e la coda bassissima le donano un’estetica filante e piacevole.

10. Lamborghini Terzo Millennio (2017)

La Terzo Millennio è il primo prodotto della partnership triennale stipulata tra Automobili Lamborghini e il Massachusetts Institute of Technlogy di Boston. Il suo design è stato creato da Mitja Borkert, attuale capo del Centro Stile, mentre la tecnologia a bordo è l’output della collaborazione tra gli ingegneri di Sant’Agata Bolognese con professori e studenti del MIT. La Terzo Millennio utilizza dei supercondensatori ad alta capacità al posto delle batterie al litio, ha un motore elettrico per ogni ruota e, esternamente, brillano molteplici dettagli a forma di Y che oggi possiamo rileggere nelle Lamborghini odierne.