Ecologia vs capitale: esiste una via d’uscita?

Ani Liu, Giovanni Innella, Marco Petroni ed Emanuele Quinz esplorano in quattro episodi le possibilità di un post-Antropocene: le questioni da affrontare, i limiti da superare. Pubblichiamo qui il quarto contributo di Giovanni Innella.

Proponiamo in esclusiva, l'ultimo contributo del confronto avvenuto sotto forma di scambio epistolare tra Marco Petroni, Ani Liu, Giovanni Innella ed Emanuele Quinz sul futuro del design, intitolato Black Box Design. Qui il quarto episodio firmato da Giovanni Innella.

La Natura è l’insieme degli elementi e dei fenomeni con cui coesistiamo. La Scienza è uno strumento, completo di una serie di conoscenze, che ci permette di capire la Natura. L’Ecologia è la rete complessa e in continua trasformazione delle relazioni che intercorrono tra gli elementi. L’Economia è la gestione delle risorse che la Natura ci mette a disposizione.
La visione di un’Economia incentrata sulle risorse finanziarie e volta alla celebrazione del Capitale ha preso il posto dell’attenzione che riservavamo alle risorse naturali e al nostro delicato equilibrio sociale. Quando agiamo e riflettiamo sull’epoca in cui stiamo vivendo, bisogna avere ben chiare in mente queste condizioni. Se pensiamo a un qualsiasi paesaggio a noi familiare, ci renderemo conto che il panorama che stiamo immaginando è fondamentalmente il prodotto di tre fattori: le condizioni naturali che ne determinano l’ecologia e la geologia, le tecnologie che sviluppiamo per trasformarlo, e le economie che ci portano a sfruttarlo. 

Conversations The Life Fair

Sia che stiamo immaginando il pendio di una montagna del sud-est asiatico, con i suoi strati di risaie terrazzate, o le pianure dell’Europa centrale, suddivise in coltivazioni dalle mille sfumature, o le coste del Medio Oriente, costellate da raffinerie di petrolio, noteremo come il centro del nostro quadro sia in realtà (s)comodamente occupato dal progresso umano al servizio del Capitale, a cui l’umanità obbedisce da quando l’ha adottato come modus vivendi. Quando ho iniziato a lavorare su GeoMerce (2015) con il talentuoso Gionata Gatto, eravamo mossi da un grande entusiasmo: finalmente eravamo in grado non solo di quantificare l’inquinamento, ma anche di monetizzarlo. GeoMerce metteva in relazione i cicli della Natura con l’imprevedibilità della finanza.

È stato solo continuando a lavorare al progetto che ci siamo accorti che lo scenario utopico secondo cui si possono bonificare le terre contaminate e al contempo raccogliere capitale finanziario è in realtà piuttosto distopico e preoccupante.
Le logiche del progetto stavano portando a un mondo in cui i nostri paesaggi sarebbero stati continuamente e direttamente modellati dalle fluttuazioni finanziarie dei metalli sul London Metal Exchange.
La natura sarebbe stata controllata e sfruttata dalle speculazioni finanziarie - il che non è altro che un’estrapolazione della nostra condizione attuale.

Il processo che mi ha portato a curare “The Life Fair” (2016) al New Institute di Rotterdam insieme alla bravissima Agata Jaworska è stato simile. Quando abbiamo iniziato a cercare prodotti, servizi e organizzazioni che permettono alle persone “di vivere la vita che hanno sempre desiderato”, non è stata una sorpresa notare quanto il Capitale sia una forza che modella, controlla e quantifica i nostri corpi e le nostre vite, e come ogni decisione che prendiamo, anche la più intima ed esistenziale, assecondi in realtà il volere di aziende, governi e organizzazioni di ogni tipo.

Nella nostra selezione, abbiamo incluso esoscheletri che permettono alle persone di rendere più di quanto non renderebbero normalmente, e programmi di congelamento degli ovuli proposti dalle aziende tecnologiche alle loro lavoratrici in modo che si concentrino sulla carriera e facciano passare in secondo piano il loro desiderio di mettere su famiglia - giusto per fare due esempi. Sebbene entrambe le tecnologie “aiutino” le persone a soddisfare i propri bisogni e desideri esistenziali, sono anche strumenti dell’Industria per incrementare la produttività dei dipendenti: Lavorare di più, e lavorare meglio! - dicono. L’entusiasmo che si prova nello scoprire che è possibile ampliare qualsiasi aspetto della vita è però seguito dall’orrore di scoprire che è il Capitale a determinare quali sono le opzioni che devono essere esplorate. 

L’entusiasmo che si prova nello scoprire che è possibile ampliare qualsiasi aspetto della vita è però seguito dall’orrore di scoprire che è il Capitale a determinare quali sono le opzioni che devono essere esplorate.

Vedo il mio lavoro come una sonda che mi permette di esplorare le distorsioni nella relazione di dominio tra Ecologie ed Economie. L’Eco-Capitalismo e il Socio-Capitalismo esistono sul presupposto che una negoziazione tra i nostri sistemi finanziari e le Ecologie - siano esse ambientali o sociali - non solo è possibile, ma anche vantaggiosa, e addirittura che queste siano cose che devono trascendere le nostre opinioni, e che devono essere date per assodate, come l’idea che l’interesse per le ecologie ambientali e sociali diventa giustificabile solo quando è economicamente sano. Troppo spesso abbiamo elogiato il design come un agente di cambiamento positivo, quando invece ha servito soprattutto l’Industria, la quale risponde alla logica del mercato, più che all’etica.
Nel post-Capitocene - se mai ce ne sarà uno, o se vivremo abbastanza a lungo per vederlo - forse il compito della nuova generazione di designer sarà quello di invertire questo rapporto, e di far sì che le nostre Economie e le nostre Ecologie collaborino tra loro, indicando ciò che è etico nonostante il Capitale, e non in suo nome?

L’Eco-Capitalismo e il Socio-Capitalismo esistono sul presupposto che una negoziazione tra i nostri sistemi finanziari e le Ecologie - siano esse ambientali o sociali - non solo è possibile, ma anche vantaggiosa

Giovanni Innella è un ricercatore, designer e curatore di fama internazionale. Lavora presso la VCUarts in Qatar. La sua ricerca spesso si concentra sul concetto di valore, analizzando e criticando i meccanismi del capitalismo contemporaneo. 

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